Scintille alla Camera sull’educazione sessuale a scuola, in occasione della discussione generale in aula sul Ddl sul consenso informato in ambito scolastico. Il provvedimento “non vieta l’educazione sessuale, che è già previsto nelle indicazioni nazionali” ma “quello che vietiamo sono le distorsioni ideologiche care alla sinistra: grazie a questa legge fortemente voluta dalla Lega, non potranno più entrare a scuola attivisti ideologizzati trans e Lgbt, drag queen, porno attori privi di competenze pedagogiche, per parlare a bambini e ragazzi di fluidità di genere, di utero in affitto e di confusione sessuale”, ha spiegato Rossano Sasso, deputato della Lega e relatore del Ddl.
Il Carroccio ha presentato un emendamento all’articolo 1 del testo sul consenso informato in cui la formulazione originaria “la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado” viene sostituita con quella in cui si legge “per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria”.
“Non siamo quelli che vogliono vietare che in classe si parli di affetto e rispetto” ha puntualizzato Sasso che parla di una “strumentalizzazione in atto”. Il riferimento è alle critiche espresse dall’opposizione che ha bollato come “irricevibile” il disegno di legge nel corso di un convegno dedicato proprio all’educazione sessuo-affettiva nelle scuole di primo grado.
Per la deputata di Avs Elisabetta Piccolotti, il ddl “è una misura di tipo oscurantista e puramente ideologica”. A giudizio della deputata M5S Stefania Ascari, il testo “è stato scritto per gli studenti e le studentesse”, ma senza parlare con loro. Cita, invece, “moltissimi punti di criticità”, la capogruppo del Pd in Commissione Cultura Irene Manzi.