Natalie Grabow è diventata la donna più anziana ad aver completato i Campionati del Mondo di Ironman l’11 Ottobre 2025 (photo by FinisherPix)

Probabilmente sarà capitato anche a te che stai leggendo queste righe di fantasticare su come vorresti passare i tuoi 80 anni. Magari in una bella casa con giardino, un cane, un gatto e la quiete di un tranquillo paesino di periferia. Giornate trascorse tra lenti risvegli, un libro letto sul divano e una visita dei figli con i nipotini.

In ogni caso, in molti si auspicano una vecchiaia priva di malattie, dolori e malesseri. La priorità consiste nell’essere in buona salute, ovvero essere autonomi nello spostarsi da un punto all’altro. Senza particolari pretese.

Natalie Grabow ha chiuso il recente Ironman di Kona, l’evento Ironman più prestigioso del mondo e, secondo molti, quello col percorso più difficile, al 1560esimo posto su 1563 finisher e 1661 partecipanti totali. Natalie ha nuotato per 3,8 km in 1:47:41, ha percorso 180 km di bici in 7:51:27 e ha corso una maratona in 6:40:11, per un totale di 16:45:26 di attività continua, poco meno di 15 minuti al di sotto del tempo limite di 17 ore.

Un dettaglio da non trascurare: Natalie di anni ne ha 80. E l’11 ottobre scorso è diventata la donna più anziana ad aver completato i Campionati del Mondo di Ironman.

Com’è possibile?

No, non ha trovato la fonte dell’eterna giovinezza, né si tratta di un errore della carta d’identità.

Natalie di anni ne ha 80 per davvero, ma d’altronde non è la prima volta che un over 80 riesce a concludere un Ironman. Il record al momento spetta al giapponese Hiromu Inada, che nel 2018 ha completato lo stesso Ironman di Kona in 16:53:49. Quest’anno, non contento, a 92 anni di età ha chiuso un Ironman 70.3, la versione dell’evento con distanze dimezzate. Chissà che tra 8 anni non voglia provare a diventare il primo centenario Ironman…

E poi Madonna Buder, alla quale appartiene il record di longevità femminile: esponente della Congregazione delle Suore del Cuore Immacolato di Maria, la “suora di ferro” (traduzione italiana del suo azzeccatissimo soprannome “Iron Nun”) nel 2012 ha terminato l’evento Ironman Canada a 82 anni di età.

Natalie, Hiromu e Madonna non sono casi isolati. Hanno un comune denominatore: hanno seguito una strategia, un percorso che li ha condotti a raggiungere un traguardo che ai più poteva sembrare inaccessibile. Una delle sfide più ambiziose per qualsiasi sportivo.

Ma quindi, quali sono i principi fondamentali di questa strategia? Per saperlo, basta passare al prossimo paragrafo.

La strategia di Natalie

In alcune recenti interviste, Natalie ha spiegato come sia riuscita a conquistare l’Ironman di Kona. La sua strategia si basa su alcuni punti chiave:

  • costanza nell’allenamento: Il suo piano di allenamento segue l’idea che la costanza quotidiana sia più efficace dello svolgere sforzi intensi ma sporadici. Come ha dichiarato il suo allenatore, Natalie non salta mai un workout: riesce a conciliare perfettamente la sua vita da triatleta con la sua vita da non-atleta.

Ad esempio, nella sua routine rientra anche l’assistenza a suo marito, non più autonomo nemmeno nelle faccende più semplici della vita quotidiana come vestirsi, fare la doccia o preparare da mangiare. E poi le classiche incombenze da nonna, tra figli e nipoti…

Insomma, è importante che il piano di allenamento si incastri alla perfezione con la vita di tutti i giorni.

  • sessioni mirate sulla forza: il piano non prevede soltanto allenamenti volti a migliorare le capacità aerobiche tra nuoto, bici e corsa. Natalie ogni settimana svolge con il proprio personal trainer sessioni dedicate al rinforzo muscolare. In particolare tratta core, forza delle gambe, equilibrio e movimenti funzionali. I benefici si riflettono sulla stabilità delle articolazioni e sulla postura che, di riflesso, aumentano l’efficienza del gesto atletico in acqua e in bici. Inoltre, gli esercizi di resistenza hanno un impatto positivo sul mantenimento di massa muscolare e densità ossea.

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  • focus su mobilità e stretching: Natalie ha dichiarato che, quando si dedicava soltanto alla corsa, spesso usciva senza un vero riscaldamento articolare. La conseguenza? Spesso si trovava a dover interrompere l’attività a causa di piccoli fastidiosi infortuni muscolari. Con il passare degli anni e un approccio più olistico all’allenamento, lo stretching è diventato sempre più centrale nella sua preparazione. Prima e dopo ogni allenamento dedicare del tempo a esercizi di mobilità, allungamento e recupero, spesso con l’ausilio di un foam roller: per lei è fondamentale che ogni muscolo sia attivato e ben sciolto prima di affrontare i workout quotidiani.

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Non è mai troppo tardi per mettersi in gioco

A questo punto potreste pensare che si tratti dell’ennesima ex atleta con centinaia di triathlon alle spalle, che ha costruito nel corso della sua vita una routine basata su rigore e disciplina. Nulla di più sbagliato: Natalie ha sempre prestato attenzione a uno stile di vita sano e attivo, ma si è avvicinata al mondo della corsa solo dopo i 40 anni e ha imparato a nuotare a 59 anni. Nello stesso anno ha portato a termine il suo primo triathlon.

Il percorso di Natalie ci ricorda quanto sia importante prenderci cura del nostro corpo e di quanto l’attenzione nei dettagli – nell’allenamento aerobico, nello stretching e nel lavoro di rinforzo fisico – possano mitigare gli effetti dell’avanzare dell’età.

E poi non è mai troppo tardi per iniziare a fare qualcosa che ci sembra enormemente difficile. Non importa che si tratti di un Ironman, una granfondo o una gara di ultracycling, della vostra prima uscita da 100 km o del decidere di spostarvi in bici in una città poco “bike-friendly”. Quello che conta davvero è provare a fare qualcosa di nuovo, di diverso, mettersi in gioco: scoprirete con stupore quanto, passo dopo passo, si possano raggiungere obiettivi che in questo momento sembrano irraggiungibili.

[Fonte]

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