il Consiglio delle Donne Contadine del Sudrtorlo con al centro la presidente Antonia Egger con l’Assessore provinciale Hubert Messner.
Le Donne Coltivatrici Sudtirolesi scendono in campo per migliorare l’assistenza sanitaria dell’Alto Adige, con un confronto con l’assessore provinciale alla salute e alla prevenzione, Hubert Messner, in occasione del tradizionale colloquio estivo.
Dal confronto con il direttivo provinciale delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi è emerso chiaramente il fatto che l’assistenza sanitaria deve essere garantita anche nelle zone periferiche della Provincia.
«Siamo consapevoli della complessità del sistema sanitario. Tuttavia, è fondamentale garantire una presa in carico anche nei piccoli centri – ha affermato la presidente delle SBO, Antonia Egger -. I lunghi tempi di attesa sono spesso incomprensibili: serve un miglior coordinamento degli appuntamenti. Non vogliamo una sanità a due velocità. Inoltre, la comprensione linguistica non è sempre garantita».
Nel colloquio con Messner è emerso che, pur essendoci ancora molte sfide, non mancano nuovi approcci per garantire una copertura sanitaria omogenea in tutto il territorio. Questo è l’obiettivo dichiarato dell’assessore: tra le soluzioni, Messner vede un grande potenziale nelle case della comunità, delle quali attualmente dieci sono in fase di realizzazione come evoluzione dei tradizionali distretti sanitari. «Ciò significa, ad esempio, che è possibile offrire un servizio ambulatoriale per tutto il giorno, anche nei fine settimana».
Il fatto è che in futuro ci saranno sempre più persone con malattie croniche, che ci saranno più anziani con necessità di cure. Questi pazienti dovrebbero essere accolti nelle case della comunità e assistiti vicino a casa. In questo contesto, Messner ha fatto appello anche alla responsabilità personale di ciascuno, perché il 50% dello stato di salute personale di una persona è legato allo stile di vita che conduce. La prevenzione e gli esami preventivi svolgono ovviamente un ruolo importante, secondo il consigliere, ma anche, ad esempio, fattori come il riposo e il tempo per la rigenerazione.
Un altro tema affrontato dalle Donne Coltivatrici Sudtirolesi con Messner è stato la carenza di personale sanitario qualificato. Messner ha sottolineato come il 75% delle professioni sanitarie sia oggi ricoperto da donne. Ciò comporta un aumento dei contratti a tempo parziale e delle assenze legate alla maternità. Di conseguenza, servono nuovi modelli di orario di lavoro, una migliore conciliazione con la cura dei figli piccoli e una maggiore attrattiva del posto di lavoro. «Abbiamo negoziato contratti collettivi migliorativi, riducendo l’orario del personale sanitario non medico da 38 a 36 ore settimanali a parità di stipendio, con possibilità di ore supplementari» ha spiegato Messner. La trasparenza resta per lui una priorità assoluta.
Per l’assessore altoatesino alla sanità è importante che tutto il sistema provinciale sia in rete e collabori tra le branche, all’insegna di “un ospedale, sette sedi”. Siegried Lintner, responsabile del distretto della Bassa Atesina, ha chiesto una tappa intermedia tra l’ospedale e l’assistenza domiciliare, poiché le famiglie sono spesso lasciate sole e sovraccaricate. Messner è consapevole di questo problema: «gli ospedali devono rimanere liberi per la cura dei pazienti acuti. Ciò di cui abbiamo bisogno sono letti intermedi (letti sanitari) o letti di transizione (letti sociali) per i pazienti che hanno ancora bisogno di cure infermieristiche o sociali dopo un trattamento acuto in ospedale».
Lo sforzo atteso dalla sanità dell’Alto Adige è notevole: «dobbiamo svilupparci ulteriormente, risparmiare sinergie, coinvolgere medici di medicina generale e pediatri nelle case di comunità, offrendo un servizio interdisciplinare – ha detto Messner -. Così come il sistema informativo e lo scambio di dati devono essere ulteriormente sviluppati».
Per il Consiglio delle Donne Contadine la digitalizzazione deve funzionare, con Messner che ha fatto riferimento alla tessera sanitaria elettronica: «è una valigia che contiene tutti i dati e i documenti sanitari personali. Per motivi di protezione dei dati, ogni paziente deve dare al medico di famiglia l’autorizzazione per la consultazione. Consiglio a tutti di dare questo consenso».
Infine l’aspetto della medicina di genere, caro alle Donne Coltivatrici Sudtirolesi, sollevato da Elisabeth Tappeiner, responsabile del distretto della Val Venosta. Messner ha fornito informazioni sul piano strategico provinciale per la medicina di genere. Finora, le esigenze delle donne non sono state prese in considerazione nella ricerca medica, o lo sono state troppo poco. I farmaci per le donne hanno spesso bisogno di una composizione diversa, le donne hanno sintomi diversi per determinate malattie. Si continua a lavorare sulla sensibilizzazione, soprattutto in età adolescenziale, come è stato confermato anche durante il colloquio.
In chiusura dell’incontro, si è parlato anche delle possibilità offerte dall’agricoltura sociale, ambito nel quale Messner intravede concrete opportunità, ad esempio nella terapia assistita con gli animali. Ciò che serve è una formazione adeguata, nonché l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture. Esaminare più da vicino se vi sia effettivamente bisogno di tali offerte e come queste possano eventualmente essere realizzate rappresenta sicuramente un compito sensato.
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