Intervenuto ai microfoni di Fcinter1908.it, il giornalista del portale serbo Sportal.rs ha parlato del giovane centrocampista

Gianni Pampinella Redattore
10 novembre 2025 (modifica il 10 novembre 2025 | 22:03)
Aleksandar Stankovic è considerato all’unanimità uno dei migliori giocatori usciti dal settore giovanile dell’Inter negli ultimi anni. Capitano nella Primavera di Chivu, il serbo ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi mesi. La scelta di sposare il progetto del Bruges si è rivelata la migliore possibile.
In Belgio il giovane centrocampista ha trovato continuità mettendosi in mostra anche in un palcoscenico come la Champions League e guadagnandosi la prima convocazione nella nazionale maggiore. “Il Brugge è un grande passo avanti dopo il Lucerna, hanno un buon sistema di scouting e fiuto per trovare questo tipo di giocatori. Forse le cose stanno andando un po’ più in fretta, anche considerando la nazionale serba, ma quando il Brugge paga 10 milioni di euro è normale che gli dia un posto nell’undici titolare”, dice MilošSimanović, giornalista del portale serbo Sportal.rs.
Cosa colpisce di più di Stankovic?—
“Ha alcune caratteristiche del padre, Dejan. È forte con la palla, calmo e capace di inserirsi davanti alla porta avversaria partendo da dietro. E forse la cosa più importante è che non ha paura di prendersi delle responsabilità nonostante la giovane età”.
Cosa pensano di Stankovic in Serbia?—
“La maggior parte delle persone in Serbia non lo conosce, perché è cresciuto in Italia e ha giocato poche partite in Champions League e con la nazionale. Ma sicuramente, fin dal primo pallone toccato, ha avuto il supporto dei tifosi dopo le partite contro Albania e Andorra, nonostante l’errore commesso in Andorra”.
Estate 2026: cosa ti aspetti che accada? Stankovic rimarrà in Belgio per un’altra stagione?—
“Penso che tornerà all’Inter, probabilmente”.
Molti hanno criticato l’Inter per l’accordo che ha portato Stankovic al Bruges. L’Inter può riacquistarlo per 23 milioni di euro nel 2026 o 25 milioni di euro nel 2027. È davvero una cifra così alta per un prospetto come Stankovic?—
“Probabilmente il prezzo è alto. Ma se consideriamo quanto il Brugge ha pagato all’Inter, la cifra è normale. Marotta sta facendo un ottimo lavoro da molti anni all’Inter, è un “guru” dei trasferimenti e sa valutare bene le situazioni. Dal mio punto di vista, l’Inter paga 13 milioni (netti) per prendere un giocatore quasi pronto, con esperienza e minuti in un campionato solido e, cosa più importante, in Champions League”.
Ora che ha ricevuto la sua prima convocazione con la Serbia, pensi che possa seguire le orme del padre, sia in nazionale che a livello di club?—
“Dejan è una leggenda, ha fatto molto per l’Inter, per la Serbia e per il calcio europeo. Forse la pressione è troppo alta per Ale, forse è troppo fissare un obiettivo del genere. Tutto è possibile, ma passo dopo passo”.
I tifosi del Bruges lo hanno adorato fin dal primo momento. Significa che ha avuto un grande impatto—
“Certamente. Ho appena menzionato la responsabilità e il grande palcoscenico: ad Ale piace tutto questo.
Secondo te, cosa dovrebbe fare l’Inter con Stankovic: riacquistarlo o lasciarlo al Bruges per un altro anno?—
“Di comprarlo. Forse è il momento di rinfrescare il centrocampo dell’Inter: alcuni giocatori sono anziani (Calhanoglu, Mkhitaryan), altri sono insoddisfatti (Frattesi). Stankovic porterebbe nuova energia. Se l’Inter aspetta fino al 2027, forse rischia troppo: sappiamo tutti quanti soldi hanno i club della Premier League”.
È stato votato miglior giocatore di ottobre e ha offerto un’ottima prestazione contro il Barcellona in Champions League. Sembra pronto per il grande salto—
“Lo vedo giocare all’Inter, magari inizialmente con minuti limitati ma con un grande futuro davanti”.
Si può già considerare erede di Calhanoglu?—
“Calhanoglu è un giocatore chiave dell’Inter. I tifosi nerazzurri devono avere pazienza perché Stankovic arrivi a quel livello, ma penso che quel momento arriverà sicuramente. L’Inter può dargli delle occasioni in Serie A; secondo me avrà una grande carriera, a patto che non salti i passaggi necessari”.
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