Al nuovo tecnico spetterà il compito quasi proibitivo di rivitalizzare un gruppo spento, ridare fiducia all’ambiente e, soprattutto, iniziare a fare punti per togliersi dalla zona retrocessione.

Il Pescara ha ufficialmente comunicato la fine del rapporto di lavoro con l’allenatore Vincenzo Vivarini. La decisione, nell’aria da giorni, è diventata irrevocabile dopo l’ultima sconfitta interna per 0-2 contro il Monza, che ha spinto la squadra ancora più a fondo in una classifica allarmante. La società biancazzurra ha scelto la linea dura per tentare di dare una scossa all’ambiente, fortemente depresso, e raddrizzare una stagione iniziata sotto i peggiori auspici.

I risultati di Vivarini al Pescara—  

L’avventura di Vivarini sulla panchina del Delfino, iniziata lo scorso luglio tra speranze di rilancio, si chiude nel modo più amaro. Il tecnico lascia la squadra dopo un bilancio sportivo impietoso, vero specchio delle difficoltà incontrate in questi mesi. Le statistiche del suo Pescara sono da incubo: in 12 partite di campionato, l’allenatore ha raccolto la miseria di 8 punti.

Il suo ruolino di marcia si ferma a una sola, isolata vittoria, a fronte di cinque pareggi e ben sei sconfitte. Una media punti di 0,67 a partita, troppo poco per una piazza che ambiva a un campionato tranquillo e che ora si ritrova a lottare per la sopravvivenza.

L’impietosa classifica—  

La classifica di Serie B del Pescara è la fotografia di questa crisi. Dopo dodici giornate, i biancazzurri sono crollati al 19° posto in classifica (a pari punti con lo Spezia), in piena zona play-out. A preoccupare non è solo la posizione, ma l’incapacità della squadra di reagire e la sua fragilità difensiva. Con 25 gol subiti, la retroguardia del Pescara è una delle peggiori dell’intero campionato, a fronte di sole 15 reti segnate. Un equilibrio tattico mai trovato che ha finito per costare la panchina a Vivarini.

La dirigenza è ora al lavoro per trovare un sostituto in tempi brevi. Al nuovo tecnico spetterà il compito quasi proibitivo di rivitalizzare un gruppo spento, ridare fiducia all’ambiente e, soprattutto, iniziare a fare punti per tirare il Pescara fuori dalle sabbie mobili della zona retrocessione.