Sirianni PreziosiVittorio Sirianni

L’esordio del nuovo allenatore De Rossi non è stato proprio felicissimo, chiuso in una gabbia di vetro, a causa della squalifica, ha visto un Genoa molto scombussolato con la Fiorentina. È successo di tutto: mani in area discutibili, un rigore sbagliato, errori difensivi. Peccato.
Dopo la vittoria sul Sassuolo, il Genoa targato “Criscito-Murgita” era riuscito a creare un momento, dal punto di vista psicologico, eccezionale: era tornato l’entusiasmo, i due “ragazzi del cuore rossoblù” avevano dato calore, amore e fatto rinascere quella che si chiama “genonanità”. Purtroppo l’incauto Lopez (che non conosce ancora certe mentalità locali segnate di rossoblù) dopo aver strombazzato che si sarebbe voluto ancora parecchio tempo per il nome del nuovo tecnico, improvvisamente in un baleno ha annunciato De Rossi.
Improvvisamente è sembrato che tutto quel momento magico si sgonfiasse: si sperava e sembrava molto sensato continuare almeno fino al confronto con la Fiorentina, con il “duo di cuore” e forse si sarebbe arrivare, proprio in forza di quel “qualcosa” che solo il calcio sa dare, ma è lontano dalle cose terrene, quei tre punti che avrebbero permesso a De Rossi di partire in modo diverso.
Comunque è arrivato un punto che certo non è da buttare via, ma ha riproposto ancora quei problemi da sempre caratteristici di questo vecchio Genoa.
La speranza ora è che l’era De Rossi sappia risolvere i tanti problemi, visto che le sue trionfalistiche promesse sono arrivate con alcune sue dichiarazioni davvero forti e sembra molto convinte. Ha detto ad esempio: «Vorrei fondermi con l’atmosfera del Ferraris» e ancora «Far diventare un inferno questo stadio».
In verità lo stadio è già infernale per natura sua. Ora è lui, Daniele De Rossi, che dovrà essere “infernale” e scuotere, insegnare, e vincere.
Il Genoa è contento di avere un campione del mondo, ma oggi vorrebbe anche un campione di successi.
La partita, infatti, ha “raccontato” che ci sono alcune situazioni da rivedere, nel senso che il signor Sucu e i suoi amici dovranno prendere in considerazione questa società, senza approfittare di quei tre o quattro giocatori di livello da cedere uno alla volta. Invece dovranno pensare a comprare finalmente qualcuno che possa portare quel valore aggiunto necessario.
E allora, vista la situazione tecnica, va detto che i ruoli da coprire sono: un difensore, un centrocampista inteso come “leader” della manovra e un attaccante vero, perché ormai si è capito che le cinque cosiddette punte esistenti sono valide, ma non tali da risolvere definitivamente il problema del gol.
Si spera che De Rossi sia meno “aziendalista” di Vieira e faccia capire a Sucu e Lopez che la squadra non ha bisogno di moduli particolari, che valgono quel che valgono: ha bisogno di giocatori di livello, che entrino in campo subito pronti a risolvere i problemi tecnici e psicologici.
Le tasche di Sucu (si fa per dire) si sono riempite di circa 60 milioni di cessioni, senza tirare fuori un euro per gli acquisti. De Rossi cerchi far capire alla dirigenza che il il calcio oggi è colorato di assegni e di formule finanziarie anche imprevedibili, ragion per cui si può investire e se fatto con saggezza e acutezza professionale (come ha certamente Sucu) e arrivano in seguito anche ottime entrate.
Vittorio Sirianni