Donald Trump ha annunciato di aver concordato con la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, “di prorogare, per un periodo di 90 giorni, lo stesso accordo che avevamo in essere nell’ultimo breve periodo. Ovvero che il Messico continuerà a pagare una tariffa del 25% sul fentanyl, una tariffa del 25% sulle automobili e una tariffa del 50% su acciaio, alluminio e rame”, ha spiegato il presidente Usa. Inoltre, sottolinea Trump su Truth, “il Messico ha accettato di porre fine immediatamente alle sue numerose barriere commerciali non tariffarie. Nei prossimi 90 giorni parleremo con il Messico con l’obiettivo di firmare un accordo commerciale”, ha aggiunto il presidente americano. La Casa Bianca, inoltre, non esclude di raggiungere nuove intese prima della mezzanotte americana del primo agosto (le sei del mattino in Italia). “So che i leader stranieri stanno telefonando a Trump perché hanno capito che questa scadenza è concreta”, ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt

Messico: “L’accordo commerciale nordamericano resta”

Non è mancata la risposta del Messico: la presidente Sheinbaum ha affermato di aver raggiunto un buon accordo durante la conversazione telefonica con Donald Trump, sottolineando l’importanza di aver salvaguardato la validità dell’accordo commerciale nordamericano. “La chiamata è durata circa 40 minuti e, come abbiamo già annunciato il presidente Trump e noi, l’accordo di base è che per 90 giorni rimarremo nella stessa situazione attuale, mentre dialoghiamo e costruiamo un accordo a lungo termine”. Sheinbaum ha poi aggiunto che “si tratta di un’intesa significativa perché, in primo luogo, i dazi non aumenteranno e, inoltre, l’accordo commerciale nordamericano è salvaguardato. Questo è molto importante. Ricordate che i dazi del 25% riguardano tutto ciò che non è conforme alle norme del trattato. I dazi sulle automobili rimangono in vigore, con uno sconto per i componenti prodotti in Messico, Stati Uniti e Canada, e rimane in vigore la tariffa del 50% per acciaio, alluminio e rame”.  La presidente del Messico ha poi concluso evidenziando che “in questo nuovo ordine mondiale, il Messico continua ad avere il miglior accordo possibile con gli Stati Uniti rispetto ad altre nazioni. Investire nel nostro Paese rimane l’opzione migliore. La nostra strategia negoziale ha funzionato”.

Brasile: “Negoziati con Washington iniziano ora”

Per il governo del Brasile, l’imposizione dei dazi del 50% da parte degli Stati Uniti su quasi metà delle esportazioni brasiliane non segna la fine del confronto politico-commerciale con Washington, ma rappresenta l’inizio di una trattativa, finora evitata dall’amministrazione di Donald Trump. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze, Fernando Haddad, precisando che lo staff del segretario al Tesoro Usa Scott Bessent “ha già risposto al nostro contatto” e presto sarà fissato un incontro tra i due. Nell’occasione “presenteremo alle autorità americane il nostro punto di vista”, ha affermato. Haddad ha riconosciuto come la lunga lista di eccezioni, che risparmia diversi prodotti chiave dell’export brasiliano, rappresenti un segnale incoraggiante. “A nostro avviso c’è stata una certa sensibilità su considerazioni che abbiamo espresso più volte: questi dazi non colpiscono solo i lavoratori brasiliani, ma anche i consumatori americani”. Il ministro ha però definito in generale le misure “molto ingiuste”, sottolineando che “ci sono settori colpiti in modo drammatico”, come quelli della carne bovina, del pesce, del miele e della frutta. Per queste filiere, il governo brasiliano sta ultimando un piano di emergenza che sarà presentato nei prossimi giorni. L’intervento prevederà sostegno alla produzione, tutela dell’occupazione e credito agevolato, calibrati sulle esigenze specifiche di ciascun settore. 

Leggi anche
Dazi Trump, da Ue all’India: come cambiano le tariffe Paese per Paese