Il Senato degli Stati Uniti ha approvato un accordo promosso dai repubblicani e sostenuto da otto democratici per finanziare temporaneamente il governo federale e consentirne la riapertura, ponendo fine al più lungo shutdown della storia del Paese. La misura passa ora alla Camera dei Rappresentanti per l’approvazione definitiva.

Lo shutdown più lungo nella stora del Paese e le minacce di Trump

Lo shutdown, iniziato il primo ottobre, ha lasciato più di un milione di dipendenti federali senza stipendio, sospendendo sussidi e servizi pubblici e causando pesanti disagi nel traffico aereo. Negli ultimi giorni, la situazione si era fatta insostenibile: oltre 1.000 voli cancellati ogni giorno, fino a un massimo di 2.300 registrati ieri, con più di 8.000 ritardi, secondo il portale FlightAware. A complicare la crisi, sono arrivate le minacce di Trump ai controllori di volo che si erano dichiarati malati in segno di protesta. “Tutti i controllori devono tornare subito al lavoro. Chi non lo farà subirà forti decurtazioni”, si leggeva in un messaggio intimidatorio su Truth dove venivano definiti “patrioti” quelli che hanno continuato a

lavorare senza retribuzione. Il sindacato dei controllori di volo (NATCA) ha definito i suoi iscritti “eroi silenziosi”, sottolineando che molti hanno garantito la sicurezza del traffico aereo pur senza ricevere alcun compenso.

 

Cosa prevede il testo approvato dal Senato

Il testo approvato dal Senato è frutto di un compromesso mediato dai leader della commissione Bilancio. Prevede un rifinanziamento del governo fino a gennaio e tre disegni di legge separati per garantire fondi ai programmi di agricoltura, approvvigionamenti militari e agenzie legislative per la maggior parte del 2026. Include, scrive il New York Times, anche una disposizione per annullare i licenziamenti dei dipendenti federali avvenuti durante la chiusura e assicurare il pagamento retroattivo degli stipendi sospesi. Trump, spesso in passato in contrasto con il Congresso sulle spese pubbliche, ha promesso di rispettare l’accordo. Previsto anche il ripristino dei fondi per il programma alimentare SNAP, da cui dipendono oltre 42 milioni di americani a basso reddito.

 

Democratici spaccati 

Non tutti, però, festeggiano. Molti esponenti democratici considerano l’intesa una resa al ricatto repubblicano. Il governatore della California Gavin Newsom l’ha definita “patetica”, mentre il leader della minoranza al Senato Chuck Schumer ha votato contro, sostenendo di non poter “in buona coscienza approvare un testo che ignora la crisi sanitaria”. “Questa battaglia deve e dovrà continuare,” ha promesso

Schumer, accusando i repubblicani di “non agire in buona fede quando si tratta della salute degli americani”. Mentre il Congresso si prepara al voto finale, piu’ di un milione di famiglie americane attende ora il pagamento degli stipendi arretrati e la ripresa dei servizi essenziali.

Come ha ammesso il presidente della Camera Mike Johnson, “il lungo incubo nazionale sembra finalmente al termine”. Ma le divisioni politiche e il malcontento sociale lasciati da questo shutdown rischiano di durare ancora a lungo. 

 

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