Per anni si è discusso, spesso in modo quasi dogmatico, su quale fosse il modo giusto di caricare la batteria del proprio smartphone; c’è chi sostiene che la ricarica rapida rovini la batteria, chi preferisce fermarsi all’80% e chi evita come la peste di lasciare il telefono collegato tutta la notte. Ma quanto c’è di vero in queste convinzioni?
Un esperimento durato sei mesi condotto da HTX Studio ha finalmente messo alla prova, con metodo scientifico e numeri alla mano, tutte queste teorie, e i risultati (che coinvolgono sia smartphone Android che iPhone) potrebbero sorprendere molti utenti.
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La differenza tra ricarica rapida e lenta è minima per la salute della batteria
Per capire davvero come la ricarica influenzi la salute della batteria, i ricercatori hanno utilizzato sei iPhone 12 e diversi smartphone Android, dividendoli in gruppi sottoposti a cicli di ricarica differenti.
L’esperimento, durato 167 giorni e condotto con un sistema automatizzato di scarica e ricarica continua, ha previsto tre scenari principali:
- ricarica veloce contro ricarica lenta -> iPhone caricati dal 5% al 100% con alimentatori standard e rapidi, smartphone Android caricati con potenze da 18 W (ricarica lenta) e 120 W (rapida)
- intervallo 30%-80% -> un secondo gruppo di dispositivi è stato mantenuto sempre tra il 30% e l’80%, per verificare se questa abitudine (spesso consigliata) potesse effettivamente ridurre l’usura
- gruppo di controllo -> un iPhone 12 è stato lasciato fermo, per valutare l’effetto del semplice passare del tempo sulla batteria
Per garantire l’accuratezza, il team ha sviluppato un software personalizzato di discharge loop che scaricava la batteria fino al livello prefissato, attivava automaticamente la ricarica tramite relè e poi la interrompeva, ripetendo l’operazione senza interruzioni.
Dopo 500 cicli di ricarica, equivalenti a circa un anno e mezzo di utilizzo reale, il risultato è stato chiaro: la ricarica rapida non rovina in modo significativo la batteria. Gli iPhone sottoposti a ricarica lenta hanno fatto registrare una perdita dell’11,8% di capacità, mentre quelli con ricarica rapida una perdita del 12,3%, una differenza di appena 0,5% quindi; per quanto riguarda Android gli smartphone sottoposti a ricarica lenta hanno registrato una perdita dell’8,8%, contro l’8,5% di quelli ricaricati con tecnologia rapida (lo 0,3% di differenza).
Insomma, la ricarica veloce non è la nemica della batteria come molti temono, al contrario, la differenza rispetto alla ricarica tradizionale è così piccola da risultare praticamente irrilevante per l’uso quotidiano.
Un altro mito molto diffuso è quello di mantenere la batteria sempre tra il 30% e l’80% di carica per preservarla nel tempo, l’esperimento mostra che qualche beneficio esiste, ma è minimo: su iPhone l’usura si riduce solo del 4% rispetto alla ricarica completa, su Android invece il vantaggio è di circa 2,5%. Numeri così piccoli da fare pensare che non valga la pena sacrificare la praticità quotidiana per ottenere un guadagno quasi impercettibile in longevità della batteria.
HTX Studio ha testato anche un altro luogo comune, lasciare il telefono collegato alla corrente quando è già carico sarebbe nocivo; ebbene, dopo una settimana con sei iPhone collegati (a 1%, 50% e 100%), la capacità della batteria non è cambiata affatto. La conclusione è semplice: l’invecchiamento della batteria è un processo lento e naturale, e lasciare lo smartphone in carica durante la notte non comporta danni tangibili.
Il verdetto finale è sorprendentemente liberatorio: il modo migliore per ricaricare lo smartphone è come si preferisce. In altre parole, si può tranquillamente continuare a collegare il telefono al caricatore quando se ne ha bisogno, o lasciarlo lì fino al mattino, senza troppi sensi di colpa; le tecnologie delle batterie moderne e dei processi di ricarica sono molto più resilienti di quanto si pensasse.
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