Chivu è stato bravo a gestire con prudenza la transizione ma ormai il cambiamento di rotta e strategia è stato già digerito dalla squadra

“Domenica nel nuovo Bernabeu i Miami Dolphins sfidano i Washington Commanders, alta nobiltà della Nfl e delizia per gli appassionati europei. Poteva mai, l’allenatore nerazzurro, perdersi l’evento dell’anno, per di più in uno stadio tanto caro come quello del Triplete? Poteva proprio lui, che dall’amata Nfl cerca continua ispirazione? Del football, sacro agli americani quasi quanto il baseball, Cristian Chivu apprezza lo spirito di lotta e sacrificio, la tenacia nella conquista del territorio e la sottile strategia per correre verso il touchdown: sono esattamente le doti che appartengono a questa sua Inter, verticale e aggressiva come mai, tornata a comandare dopo lungo inseguimento in campionato e prima pure in Champions”. Apre così l’articolo de La Gazzetta dello Sport su come Chivu sia riuscito a cambiare l’Inter.

“È una squadra ormai a misura di Chivu, un gruppo costruito sempre più a immagine e somiglianza dell’allenatore. Il percorso iniziato all’indomani della caduta di Torino, successiva al capitombolo più rumoroso in casa contro l’Udinese, è stato dunque completato domenica sera con tanto di timbro ufficiale in classifica: i nerazzurri hanno agguantato la testa con tre punti rabbiosi, senza mai tremare contro una Lazio friabile. Gli allenamenti più duri, lunghi quasi il doppio rispetto al quadriennio passato, si sentono eccome sulle gambe: la nuova preparazione è un fattore altamente strategico nella nuova era”, aggiunge poi la Rosea.

Chivu è stato bravo a gestire con prudenza la transizione ma ormai il cambiamento di rotta e strategia è stato già digerito dalla squadra. Il percorso in Champions League è stato finora perfetto, in attesa della seconda parte di calendario ben più impegnativa della prima. Chivu comunque ha mostrato leadership e fatto scelte forti.

“Quando si chiedeva la testa di Sommer per colpa dell’errore costato la sconfitta contro la Juve, il tecnico nerazzurro ha provveduto immediatamente a incatenare alla porta il portiere svizzero. Fiducia, come parola chiave per riconnettere tutti sulle stesse frequenze: a vedere il Calha regista di nuovo “totale” e pure curioso capocannoniere del campionato, nessuno penserebbe che è lo stesso centrocampista che in estate batteva i piedi per prendere un battello sul Bosforo. Oggi il Galatasaray è lontanissimo dai pensieri di Hakan, capitano della nazionale turca ma, prima ancora, dottore che tiene il polso alla nuova Inter. La squadra ha abbandonato il vecchio fraseggio estremo e non si fa più cullare dal possesso prolungato della sfera: il diktat è aggredire alti per recuperare palla e servire più velocemente possibile le punte da combattimento e andare in porta con un pensiero rapido. I 37 gol totali non sono certo una casualità”, spiega La Gazzetta dello Sport.