di
Barbara Gerosa
La causa avviata dagli eredi contro il festival organizzato dal Comune e la decisione della vedova di spostare la salma dal cantautore hanno creato scontento nella comunità locale
Il suo rifugio per 25 anni, ma anche la «Brianza velenosa» di «Una giornata uggiosa». La villa al Dosso di Coroldo, accanto a quella di Giulio Rapetti, in arte Mogol. I funerali con migliaia di persone, il festival a lui dedicato al centro di una lunga battaglia giudiziaria tra l’amministrazione e gli eredi. Lucio Battisti, musicista, cantante, poeta, e la sua Molteno: 3.500 abitanti, nella Brianza lecchese. Amore, odio, conflitto. Quasi come in una delle sue canzoni. Nella frazione collinare del paese Battisti ha vissuto dal 1973 fino alla sua morte, avvenuta nel 1998.
E ora che l’amministrazione ha deciso di dedicargli una strada, cambiando il nome di un tratto di via Aldo Moro, che conduce alla casa dell’artista, c’è chi dice no: una petizione con 117 firme protocollata in Comune chiede di rinunciare all’intitolazione dell’arteria al celebre cantautore. I promotori si rivolgono al sindaco, Giuseppe Chiarella, e alla Prefettura, che deve ancora dare il nulla osta alla delibera approvata dalla giunta. Molteplici i motivi addotti. Dalla mancanza di comunicazione ai disagi che deriverebbero dal cambio di nome.
«Vorremmo ricordare — si legge nel documento — che nella via è presente anche una cooperativa, che dovrà intraprendere iter amministrativi onerosi. Se ci avessero convocato, avremmo inoltre potuto far presente lo stato in cui versa via Aldo Moro. Sebbene non formalmente dovuto, sarebbe stato quantomeno opportuno un incontro preliminare nel quale avvisare i residenti, e forse l’intera popolazione, considerando che questa decisione è avvenuta nel totale silenzio. Le rassicurazioni sul generico supporto che gli uffici comunali daranno ai residenti non bastano: non c’è alcun riferimento alle spese che si dovranno sostenere per la nuova denominazione».
Quindi il riferimento al lungo contenzioso che ha visto l’amministrazione vincere in Cassazione la causa avviata dagli eredi Battisti contro il festival organizzato a Molteno, e la decisione della vedova di spostare la salma dal cantautore dal piccolo cimitero del paese. «Le vicende — conclude la petizione — che hanno contraddistinto il periodo seguito alla scomparsa di Battisti, le vie legali per impedire che il Comune promuovesse qualsiasi iniziativa per ricordare l’artista, così come il gesto della traslazione dei poveri resti hanno colpito tutta la comunità moltenese, offendendola dopo decenni di pacifica e rispettosa convivenza».
Una polemica che il primo cittadino non intende in alcun modo rinfocolare. «È arrivato il momento di sanare i rancori del passato onorando la memoria di Battisti — spiega Chiarella —. I tempi sono maturi per mettere pace: c’è stato un riavvicinamento della famiglia a Molteno e tutte le decisioni sono state prese in accordo con la vedova Grazia Letizia Veronese. Riconoscenza verso un artista che ha lasciato all’Italia un patrimonio culturale immenso e riconciliazione sono i sentimenti che ci muovono». Quanto ai presunti disagi il sindaco rassicura: «Non ce ne saranno, grazie alla semplificazione digitale: anche per la cooperativa, basterà una semplice comunicazione al registro delle imprese. Convocherò i cittadini, anche se delle 117 firme raccolte 44 sono di persone che non hanno nemmeno la residenza a Molteno, e ascolterò le loro ragioni. Poi decideremo se proseguire l’iter per l’intitolazione della via, che continuo a ritenere sia un omaggio dovuto. La Brianza velenosa lasciamola solo alle canzoni».
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11 novembre 2025
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