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«Massimo Lovati urlava al telefono assassino di m… per un quarto d’ora». Un testimone anonimo racconta a MattinoCinque di una telefonata dell’ex avvocato del 37enne, indagato per omicidio in concorso di Chiara Poggi.
Cosa ha raccontato il testimone
Secondo il testimone, che sarebbe una persona vicina a Massimo Lovati che ha chiesto di restare anonima, l’avvocato ce l’aveva proprio con il suo assistito Andrea Sempio. «Come lo so? Dopo due giorni è uscita la storia del Dna sotto le unghie di Chiara Poggi.
L’avvocato urlava assasino di m***a, era arrabbiato come non l’avevo mai visto in dodici anni», ha raccontato.
Nei giorni scorsi, in un’intervista a Quarto Grado, Lovati aveva detto di Sempio: «Se avesse bisogno di me lo riprenderei a braccia aperte». Lovati ha parlato anche della consulenza del genetista Pasquale Linarello, poi girata all’ex consulente Luciano Garofano: «L’ho avuta dalla stampa, dagli organi di giornalismo, a mano, non via mail», ha detto l’avvocato, negando così di averla ricevuta dalla polizia giudiziaria o dal procuratore Mario Venditti. Lovati ha anche ribadito di essere stato pagato in contanti dai Sempio. «Io ho ricevuto quanto mi spettava dalla famiglia Sempio nel corso di otto mesi di attività professionale. Andavo a prendere la mia parte, il mio terzo, nello studio Soldani e non ho mai chiesto niente a Sempio, non ho mai avuto rapporti di richiesta di soldi con Sempio».
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