Taipei (Taiwan), 10 novembre 2025 – La principale attrazione del Museo del Palazzo Nazionale di Taipei, capitale dello stato di Taiwan, non è proprio l’opera d’arte che tutti si aspetterebbero. Si tratta infatti di una scultura di giadeite bianca e verde che raffigura un cavolo cinese, luccicante come appena raccolto da un campo e bagnato dalla rugiada mattutina. Nonostante le dimensioni ridotte (neanche 20 cm di altezza), il piccolo monumento occupa da solo una propria sala espositiva e contribuisce notevolmente ad attrarre i circa due milioni di persone che ogni anno visitano la struttura. Un po’ come la Gioconda di Leonardo al Louvre: per vederlo i turisti sono capaci di digerire lunghe file. Molti arrivano solo per lui: così, per evitare delusioni ai clienti, il museo provvede a comunicare puntualmente le date in cui viene prestato ad altre strutture. 

Il significato 

Così come molte altre attrazioni custodite all’interno del Museo del Palazzo Nazionale di Taipei, il cavolo di giadeite è una reliquia imperiale. Un tempo conservata nella Città Proibita di Pechino, durante la guerra civile cinese fu trasferita a Taiwan. Spiega il motivo della sua fama globale Hsu Ya-hwei, professore di storia dell’arte all’Università Nazionale di Taiwan citato dalla CNN, che ha parlato dell’importanza dei colori scintillanti e della tecnica usata dall’autore che è tutt’oggi sconosciuto. La popolarità del manufatto è legata soprattutto al suo valore simbolico: probabilmente parte di una dote pagata all’imperatore cinese Guangxu da una consorte negli anni ’80 del XIX secolo, è stato a lungo associato alla purezza femminile, alla fertilità e all’abbondanza nella credenza popolare. Ad alimentare l’immaginario anche la sua origine misteriosa: nessun testo scritto permette infatti di collocare l’opera nello spazio e nel tempo. 

La storia

Ritrovato nel 1912 all’interno di una pentola di smalto colorato nella Città Proibita, il cavolo in giadeite era stato inizialmente esposto al Museo del Palazzo di Pechino dopo l’approvazione del governo repubblicano cinese. Il manufatto, che in poco tempo incontrò il favore del pubblico, fu trasferito a Taiwan nel corso degli anni ’30 dalle forze repubblicane in fuga. Il tutto avvenne a seguito della vittoria nella guerra civile cinese del leader comunista Mao Zedong, che costrinse indirettamente la rappresentanza repubblicana a portare con sé nell’isola di Taiwan migliaia di casse di manufatti di valore, nelle quali era contenuto anche il prezioso cavolo

Tre anni dopo l’inaugurazione del museo del Palazzo nazionale di Tapei (1965) la fama del cavolo cinese esplose grazie alla diffusione di un francobollo, stampato ben 3,5 milioni di volte. Oggi è uno tra i 700mila oggetti in catalogo ma per milioni di turisti vale da solo il biglietto d’ingresso.