di
Giorgio Bernardini
La più giovane vicepresidente regionale nella storia della Toscana, Diop è il volto che rappresenta sia la politica che la rivoluzione schleiniana nel Pd
«Sono molto felice». Mia Bintou Diop arriva poco prima che Eugenio Giani faccia il suo nome davanti all’assemblea regionale appena rieletta. Ma le voci corrono, tutti sapevano da qualche ora che sarebbe stata lei la grande carta a sorpresa giocata da Emiliano Fossi. Diop è il volto toscano che rappresenta sia la politica che la rivoluzione schleiniana nel Pd.
Nata a Livorno, da padre senegalese e madre italiana, si è impegnata sin da adolescente nelle battaglie del progressismo. È la più giovane assessora nella storia della Regione Toscana, scelta come vicepresidente di Giani.
Da settimane, nel sottobosco delle trattative, si faceva riferimento ad un «rinnovamento radicale, un messaggio», «un nome che avrebbe lanciato un segnale». E Diop è soprattutto questo, un simbolo. Della politica di sinistra che vuole dare di sé un’immagine nuova attraverso istanze ed esperienze che raccontano dell’impegno per i diritti civili e per le battaglie internazionali.
«Sono molto contenta», ha detto frastornata dai flash dei fotografi. Ma determinata a capire sin da ora come interpretare il ruolo da vicepresidente, che probabilmente — la riserva verrà sciolta nelle prossime ore — la porterà ad avere anche delle deleghe pesanti come quelle al Lavoro. Un messaggio politico su cui Giani ha voluto mettere il cappello parlando di lei e di Bernard Dika — neo sottosegretario — come simboli del nuovo che avanza: «Un esempio per l’Italia e per l’Europa del futuro».
Diop «figlia d’arte» della politica livornese, perché suo padre, Mbaye Diop, è conosciuto in città per il suo impegno a favore della comunità senegalese e per la sua passata militanza politica e sindacale. La madre, Laura Paolini, è stata sempre vicina alle istanze della sinistra.
Si è diplomata all’Isis Niccolini Palli, dove è stata anche rappresentante d’istituto; prima ancora aveva fatto parte del Parlamento regionale degli studenti, dove è stata presidente della commissione sanità e politiche sociali. Sino ad oggi è stata nel Consiglio comunale di Livorno: dopo un solo anno il grande salto. Il suo nome era spuntato nelle cronache per la sua precocità — a dieci anni aveva fatto un discorso sullo Ius Soli di fronte a Pier Luigi Bersani, a 20 era stata la più giovane componente della direzione nazionale Pd — oltre che per una polemica accesa rispetto alle sue posizioni sulla Palestina.
Il caso aveva riguardato proprio il suo partito, il Pd, che aveva sollevato polemiche rispetto a una storia di Instagram pubblicata poche ore dopo il 7 ottobre 2023. «Una medaglia», dicono oggi i suoi sostenitori, provando ad accostare il suo impegno civile a una stagione che nel partito avrebbe bisogno di altri volti nuovi. Soprattutto in Toscana.
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11 novembre 2025 ( modifica il 11 novembre 2025 | 12:18)
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