
© Tirreno – Adriatico
L’Unione Ciclistica Internazionale si muove per non farsi trovare impreparata sul fronte delle scommesse e della manipolazione dei risultati delle gare ciclistiche. Il tema è di quelli sempre attuali, in tutto il mondo dello sport, e il massimo organo dirigente del ciclismo ha piena coscienza di questo, considerando che casi di tesserati coinvolti in pratiche illecite o non consentite dai regolamenti, in altre discipline, sono abbastanza frequenti. Per quel che riguarda l’UCI, dal 2019 le norme vietano esplicitamente qualsiasi forma di coinvolgimento nel gioco d’azzardo da parte di tesserati, che siano corridori, dirgenti, tecnici o membri di squadre con altri ruoli.
Un portavoce dell’UCI ha dichiarato che “stiamo monitorando attentamente il mercato delle scommesse per identificare tempestivamente i rischi di manipolazione delle corse“, secondo quel che riporta Velo. La casistica, per quel che riguarda il ciclismo, in ogni sua specialità, non riguarda evidentemente solo il fatto che un tesserato possa scommettere, ma che possano essere messi in atto comportamenti volti a influenzare il risultato delle gare.
I “riflettori” sul tema si sono riaccesi dopo che alcuni campionati di livello mondiale hanno visto loro protagonisti finire sotto indagini giudiziarie per le loro condotte. “La nostra politica è in vigore da anni – le parole del presidente dell’UCI, David Lappartient – Ma solo con trasparenza e vigilanza possiamo proteggere la credibilità del nostro sport”. La stessa UCI si è dotata da tempo di una piattaforma, denominata SpeakUp, che permette di segnalare direttamente all’organo dirigente comportamenti scorretti, anche in forma anonima.
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