Nella Vallata Mediana del Parco Archeologico di Herakleia a Policoro, in provincia di Matera, è stato svelato ieri – 10 ottobre – il nuovo intervento di STUDIO STUDIO STUDIO, il lab interdisciplinare fondato da Edoardo Tresoldi, già impegnato in un grande progetto a Bari nell’area archeologica di San Pietro.
Il grande parco urbano della Lucania, noto per la presenza di importanti resti archeologici (purtroppo mal conservati), torna così a far parlare di sè attraverso una reinterpretazione della rovina, descritta da Marc Augé come quel qualcosa che «fa fugacemente intuire l’esistenza di un tempo puro, non databile […], un tempo perduto che l’arte talvolta riesce a ritrovare». Un concetto esteso, che riconosce proprio nel frammento la presenza del tempo stesso e non solo il passato, una manifestazione tangibile del divenire, di ciò che fu spazio vissuto o architettura abitata.
Siris – questo il titolo dell’intervento – comprende tre opere:
- l’installazione “Rovina Inversa” del duo belga Gijs Van Vaerenbergh
- il percorso scultoreo “Chora” dell’artista spagnola Selva Aparicio
- la sonorizzazione “Arbosonica” dell’artista italiano Max Magaldi, quest’ultima con i contributi originali della poetessa Claudia Fabris, che ha collaborato al concept tematico dell’intervento, e della musicista Daniela Pes, che ha dedicato due composizioni.
“Con Siris – spiega il direttore artistico Antonio Oriente – abbiamo voluto restituire ai siti archeologici la loro natura di spazi aperti alla ricerca e alla creazione contemporanea. Valorizzare il patrimonio significa soprattutto riattivarne la funzione pubblica e simbolica intrecciando linguaggi diversi. Ogni intervento nasce dall’ascolto del territorio e dalla volontà di costruire una continuità tra passato e presente, tra la materia delle rovine e il patrimonio immateriale delle esperienze. Siris è, in questo senso, un laboratorio permanente: un luogo dove la tutela incontra la sperimentazione e dove l’arte torna a essere strumento di conoscenza collettiva.”

foto: © Roberto Conte
Non è un caso che l’opera del duo belga Gijs Van Vaerenbergh si intitoli proprio “Rovina inversa”.
Filosoficamente, infatti, la rovina rappresenta il rovescio dell’opera: se quest’ultima tende all’eterno, alla conservazione, la rovina accetta la finitezza e ne fa il proprio linguaggio, mostrando che l’eternità esiste solo se si comprende l’idea di una fine.
Con il lab interdisciplinare STUDIO STUDIO STUDIO, Tresoldi porta avanti una ricerca parallela e tangente alla sua, che lascia spazio a nuove voci artistiche per intersecare il concetto di tempo e memoria, ma anche di ignoto.
“Il tempo, secondo Sant’Agostino, è una “distensione dell’anima” che tiene insieme passato (memoria), presente (intuizione) e futuro (attesa) – commenta l’artista Edoardo Tresoldi – Quest’anima ci attraversa come un gioco, accende il pensiero creativo e la fantasia. È così che l’archeologia diventa il luogo dell’immaginazione, della poesia e della meraviglia; uno spazio di ricerca ed espressione che, con STUDIO STUDIO STUDIO, ho scelto di condividere con autori di diversa provenienza e natura.”
È come che la rovina sia la manifestazione di un sentimento ambiguo che oscilla tra nostalgia del tempo che fu e ostentazione di bellezza (e in un certo senso di pace), evidenziando il concetto del restare anche quando tutto sembra finito. In questo senso, l’artista ha una posizione privilegiata, perché può tradurre la rovina in visione, restituendone la vera essenza, dimostrando che nulla scompare, ma tutto si trasforma e lascia tracce.
Nel Parco di Herakleia, infatti, le opere degli artisti emergono da un paesaggio rigoglioso e sfaccettato che racconta una storia millenaria, tessuta da profonde dinamiche naturali e antropiche.
L’iter progettuale e le connessioni nel territorio: nuovi modi di conoscere l’archeologia nella contemporaneità
Iniziato nel 2024 grazie all’accordo con la Direzione Generale dei Musei, il progetto – concluso nella primavera 2025 – è guidato dalla volontà di far comprendere la complessità archeologica anche ai non addetti ai lavori, con l’obiettivo di restituire al visitatore una narrazione multiforme in dialogo sia con le testimonianze del passato sia con gli elementi paesaggistici, antropologici e sociali che hanno plasmato la fisionomia attuale del luogo.
Il risultato è una rievocazione del concetto di sacro attraverso la valorizzazione dell’elemento architettonico-umano del Tempio Arcaico e di quello ancestrale-naturale del Bosco Sacro, resa armonica dall’elemento sonoro, attributo proprio della manifestazione del divino nelle culture mediterranee.
Non una dimensione didattica standard, dunque, ma un approccio sperimentale basato sull’interpretazione artistica autoriale dei resti archeologici, della loro storia e dell’ecosistema attuale, costruendo interventi reversibili e non invasivi, che si inseriscono nel paesaggio senza intaccare in maniera definitiva l’integrità materiale.
Le opere di Siris rappresentano il completamento dell’Ecomuseo Archeologico, immaginato per ridare luce ai reperti delle colonie greche che qui si insediarono a partire dal VII secolo a.C. e per rinsaldare la relazione tra queste presenze, il vicino Museo Archeologico Nazionale della Siritide e il contesto circostante, a sua volta ridefinito da una serie di azioni volte a garantirne una migliore fruizione.
“Siris” rientra nel progetto di “Valorizzazione aree sacre del Parco Archeologico di Herakleia e realizzazione di un Ecomuseo”, promosso dal Ministero della Cultura e finanziato con fondi del Programma Operativo Nazionale (PON) “Cultura e Sviluppo” – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2014-2020. La realizzazione, curata sotto la responsabilità dell’architetto Giuliano Zerillo, è stata gestita dal Segretariato Regionale per la Basilicata del Ministero della Cultura, istituto oggi cessato a seguito del recente riassetto organizzativo del Ministero, con il trasferimento delle funzioni alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata. Il Parco Archeologico di Herakleia è uno dei siti compresi nella rete dei Musei e Parchi Archeologici Nazionali, gestiti dai Musei Nazionali di Matera – Direzione Regionale Musei Nazionali Basilicata.
Le fotografie di Roberto Conte, dalla luce del mattino fino al buio della notte










foto: © Roberto Conte

foto: © Emanuele Taccardi
SIRIS
Luogo: Parco Archeologico di Herakleia, Policoro (MT)
a cura di STUDIO STUDIO STUDIO di Edoardo Tresoldi
Direttore artistico: Antonio Oriente
Parte del progetto di “Valorizzazione aree sacre del Parco Archeologico di Herakleia e realizzazione di un Ecomuseo” nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) “Cultura e Sviluppo” Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2014-2020
Promosso dal Ministero della Cultura Il Museo Archeologico Nazionale della Siritide e il Parco Archeologico di Herakleia sono gestiti dalla Direzione Regionale Musei Nazionali della Basilicata del Ministero della Cultura
Artisti: Gijs Van Vaerenbergh Selva Aparicio e Max Magaldi
con i contributi originali di Claudia Fabris e Daniela Pes
Documentario: Giovanni Troilo
Fotografie: © Roberto Conte
© RIPRODUZIONE RISERVATA
pubblicato il: 11/11/2025