di
Erica Dellapasqua

Vittorio Sgarbi stasera da Bruno Vespa nella trasmissione «Cinque minuti» commenta la richiesta di sostegno avanzata dalla figlia Evelina

La richiesta di Evelina di chiedere un amministratore di sostegno «la trovo fuori misura e fuori logica». Risponde così Vittorio Sgarbi alla domanda di Bruno Vespa, che nella puntata di «Cinque minuti», in onda questa sera su Rai1, alla fine dell’intervista – in occasione dell’uscita del suo nuovo libro «Il cielo più vicino. La montagna nell’arte» – torna sulle vicende familiari che hanno visto protagonista il critico d’arte, chiamato in causa dalla figlia Evelina, convinta che il padre stia male e che per questo abbia bisogno di un amministratore di sostegno.

Quella di Evelina «mi è sembrata una richiesta che nasceva dal desiderio di ottenere un’attenzione che non aveva ottenuto prima – afferma Sgarbi – quindi di trovare un padre, quello che si era atteso e non si era trovato, per cui l’idea che io avessi dei problemi interiori, dei turbamenti e delle difficoltà o dei disagi è una forma di risposta, un modo con cui ha cercato di mettersi in evidenza e di far vedere quello che lei chiedeva e voleva. Quindi – conclude – capisco quello che ha fatto, ma lo trovo fuori misura e fuori logica».



















































«Dopo il ricovero per depressione sto bene»

E alla domanda di Vespa su come stia oggi (il critico d’arte è stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per una forte depressione nei primi mesi del 2025, ndr), Sgarbi risponde: «Sto bene. E’ stato un lungo percorso per vedere cose interiori ed esteriori e ne sono uscito con questo libro che racconta l’esperienza della realtà, l’esperienza di quello che si vede, l’esperienza di quello che si ha dentro, che si sente, di cui si ha necessità».

Nel libro – prosegue – «c’è la storia dell’arte e la natura, c’è il rapporto con i grandi maestri, il rapporto con la realtà fisica, c’è il rapporto con la grandezza interiore e l’altezza esteriore che le montagne indicano andando verso il cielo».

La nuova querela di Barbara Hary

Prima, nel pomeriggio, intervenendo alla trasmissione «La Volta Buona» su Rai1, l’avvocato Lorenzo Iacobbi, legale di Evelina Sgarbi, aveva dichiarato: «Barbara Hary, madre di Evelina, ha ritenuto, al fine di tutelare la propria onorabilità e quella della figlia, di fare querela denuncia in sede penale e in sede civile verso tutti coloro che si rendono complici diffondendo cifre e informazioni palesemente false di questa macchina del fango che è partita ai danni della mia assistita e che si è tradotta purtroppo anche in atti di violenza fisica alla udienza del 28 ottobre».

«Ribadisco – ha continuato il legale – che la mia assistita Evelina Sgarbi non ha mai chiesto un tutore per il proprio genitore, che avrebbe significato interdizione per Vittorio Sgarbi, ma semplicemente un amministratore di sostegno, che significa un aiuto temporaneo nella gestione della propria persona e delle proprie risorse, nell’esclusivo interesse del padre e della sua salute. Abbiamo ricusato la giudice, attendiamo di sapere se la decisione del collegio del tribunale Civile di Roma arriverà prima della sentenza di Paola Scorza visto che la giudice ha rigettato la nostra richiesta di sospensiva in attesa di questa pronuncia».

La firma del libro, la giudice ricusata

Evelina e il suo legale avevano deciso di ricusare la giudice dopo l’udienza di ottobre. «Sono rimasta allibita – aveva dichiarato Evelina – dall’atteggiamento della giudice che durante l’udienza era tutta preoccupata dall’aspetto mediatico e non ha posto nessuna attenzione né ha fatto cenno alla salute di mio padre».

«Anzi – aveva continuato la figlia di Sgarbi – dopo aver accettato il libro in dono si è preoccupata di chiederne immediatamente l’autografo, addirittura accettando battute inerenti la firma falsa, in un clima troppo ispirato al ‘volemose bene’, quasi che il mio essere giovane significasse poter essere trattata come una cittadina di serie B – aggiunge -. Il mio legale Iacobbi ha sollevato formalmente un fatto serio, quello della firma posta sul modello privacy del Gemelli – modulo con cui qualcuno mi ha impedito di avere notizie sulla salute di mio padre – che secondo i tecnici da noi consultati non sembra essere quella autografa di Vittorio Sgarbi, e credo meritasse attenzione e magari approfondimenti anziché una pacca sulla spalla».


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11 novembre 2025 ( modifica il 11 novembre 2025 | 21:19)