Il giallo della vite danneggiata

Nei giorni scorsi ha tenuto banco un piccolo grande giallo correlato alle condizioni di salute di Marc Marquez in relazione alla tanto chiacchierata vite nella spalla destra che si sarebbe piegata con il tempo causando qualche problema al campione spagnolo di MotoGP. La questione era divampata con le parole del dottor Angel Charte, che nelle prime interviste in merito aveva detto che la vite era “stata riparata”, salvo poi ritrattare suscitando anche l’intervento chiarificatore del team manager della Ducati, Davide Tardozzi, che nel sabato delle qualifiche in Portogallo aveva spiegato come non ci fosse alcun intervento supplementare per mettere a posto la vite, e che a Borgo Panigale non risultavano altre operazioni chirurgiche in programma nel prossimo futuro.

Marc Marquez fa chiarezza

A mettere la parola fine sulla questione è ora proprio Marc Marquez, che ha concesso una lunga intervista al quotidiano spagnolo As, parlando anche delle proprie condizioni cliniche: “Quando sono caduto in Indonesia mi hanno fatto una radiografia e si è vista questa vite piegata. Il mio fisioterapista, Carlos García, mi ha detto però di non preoccuparmi perché ho corso così per tutto l’anno. È una questione che risale al 2019, quando mi sono operato alla spalla dopo essermi rotto l’omero. Quell’intervento non è andato bene perché una vite si è rotta del tutto e una si è piegata. Sta peggiorando, ma è qualcosa con cui convivo. Solo io e i miei medici sappiamo che cosa c’è dentro quel braccio. Ma sto lavorando per il 2026 in modo che la gente possa parlare dei miei risultati (e non delle condizioni fisiche, ndr)”.

“Quando cado – aggiunge il pilota di Cervera – sento qualcosa nella spalla destra che non va bene, e che mi mette in allarme. In Indonesia ero tranquillo, ma dentro di me ero anche un po’ preoccupato anche se per fortuna l’incidente non ha influito sugli infortuni precedenti. I medici mi dicono che, se rispetto i tempi di recupero, non ci saranno conseguenze e quindi è per questo che non metto sotto sforzo il mio corpo e aspetto. Essere più o meno competitivo nel 2026 dipenderà dalla mia forma fisica, non dal fatto che io faccia o meno i test di Valencia, o dal fare qualche gara in più nel 2025. Questa è la mia priorità per questo inverno”.

La (delicata) riabilitazione dopo l’infortunio di Mandalika

Un infortunio che comunque per Marc Marquez è tutt’altro che banale, anche se per fortuna non ha coinvolto ossa già infortunate: “Quando sono arrivato a Madrid, hanno visto davvero com’era la situazione. I dottori mi hanno avvertito che ci sarebbe voluto del tempo, perché c’era l’interessamento di legamenti e ossa. Il piano iniziale era più conservativo e non prevedeva alcun intervento chirurgico, ma mi avevano già avvisato che quando l’infiammazione fosse diminuita, mi sarei svegliato con la clavicola fuori posto. Poi hanno visto che era una frattura instabile e quindi mi hanno operato. Ma è una lesione che non ha influito sulle lesioni precedenti. I test di Sepang? Non posso confermare al 100% che ci sarò, ma spero di essere in sella a una moto ben prima dei test di Sepang, rispettando però i tempi, le radiografie e le TAC. Ma la riabilitazione recupero sta andando molto bene”.

Non è mancata infine anche una spiegazione sulla reazione, molto pacata e conciliante, nei confronti di Marco Bezzecchi, che con il suo errore gli ha causato l’ultimo di una lunga serie di infortuni: “Ora ho 32 anni, ho molta esperienza e ho visto che questi sono eventi che nelle corse possono succedere. Nessuno crea volontariamente una situazione di pericolo. È vero che a 20 anni l’avrei vista diversamente, ma a 32 sono quello con più esperienza in MotoGP e non ha senso linciare un pilota che commette un errore perché il giorno dopo potrei essere io quello a commetterne uno. Bisogna crescere e sento che, a 32 anni, lo sono”. “L’infortunio l’ho definito ingiusto e lo è, perché è arrivato in un momento di festa. Ma dall’altro lato è arrivato anche nel momento migliore della stagione, perché era già tutto deciso”, ha concluso Marc Marquez.