Utenti persi nel dedalo dei servizi sanitari. Ecco cosa testimonia l’autrice della lettera sopra. Un sistema complesso, come sempre più articolate sono le esigenze di chi chiede legittimamente di essere assistito dal Servizio sanitario nazionale, per il quale c’è più di un “filo d’arianna”, tanto che anche per quelli è necessaria una mappa. Comunque, presentarsi al pronto soccorso senza un vaglio da parte del proprio medico è un azzardo trascinato da un enigma: sono da Pronto soccorso o da Centro di assistenza e urgenza? Ho sintomi che s’inquadrano tra quelli elencati dal Cau o è meglio che vada direttamente al Ps? Diciamocelo (e diciamolo anche a chi ci accoglie al triage…): mica è semplice essere medici di se stessi. E spesso la paura, o il dolore (quasi sempre soggettivo), fanno 90. E si corre dove, per antiche abitudini, appare più rassicurante. Ma non è cosa da poco, potrebbe voler dire un’attesa di un’ora contro quella di 10/12 ore. Tutti gli utenti comunque, prima o poi, vengono valutati. Detto ciò, non sarebbe male – come suggerisce la lettrice – rendere esplicita anche al Ps l’elencazione dei sintomi, come quella che accoglie gli utenti del Cau, che ne consigliano l’accesso.
“Cureremo di più questa parte informativa” promette la dottoressa Paola Ceccarelli, responsabile dei distretti sanitari Cesena-Valle Savio e Rubicone. Intanto però ricorda che già da tempo esiste un Cau al Bufalini aperto sette giorni su sette, dalle 8 alle 20 per i casi, così li definiscono gli esperti, «di bassa intensità clinica”. “Gli altri Cau – elenca la dottoressa Ceccarelli – sono a Mercato Saraceno e Cesenatico (24 ore, sette giorni su sette), a San Piero in Bagno (dalle 9 alle 16) e presto a Savignano sul Rubicone”.
Ma per il momento la tempistica dell’apertura di nuovi Cau appare rallentata. “Ad oggi, tuttavia – commenta Paola Ceccarelli – hanno dimostrato di essere efficaci. Al Cau del Bufalini accedono circa 540 utenti la settimana, dunque circa 77 al giorno. Del totale il 92 per cento viene dimesso, il 10 per cento è indirizzato ad una prestazione specialistica. Solo il 4 per cento per cento viene indirizzato all’ospedale, a dimostrazione che la scelta degli utenti è largamente centrata. Vi fanno riferimento in generale persone con problematiche ortopediche (22 per cento) e dermatologiche (20 per cento). Seguite da quelle oculistiche, otorinolaringoiatriche e intestinali”.
“In costanza di un dolore acuto e altamente debilitante – chiarisce la dottoressa Ceccarelli – è più opportuno andare al Ps. Ma se un paziente ha dei dubbi può prima accedere prima al Cau. Lì, personale specializzato lo indirizzerà alla struttura più opportuna. I tempi di attesa al Cau del Bufalini si aggirano sui 38 minuti, mentre l’espletamento medio, ossia presa in carico e diagnosi, ha un tempo medio di 36 minuti. Ma dipende dai giorni, i più affollati sono dal venerdì al lunedì».
E per chi è un po’ smanettone (non escluse persone di una certa età…) c’è una app interessante. È stata rilasciata su AppStore (per dispositivi Apple) e su PlayStore (per dispositivi Android) e si chiama ‘Pronto Soccorso Romagna’: ogni 30 minuti aggiorna ed elenca la presenza dei cittadini nel Ps e nei Cau dell’Ausl Romagna. Geolocalizzando la posizione del cittadino, l’App offre in primo piano i dati del Pronto Soccorso più vicino, ma consente di consultare le informazioni di tutti e 7 i Pronto Soccorso: Ravenna, Faenza, Lugo, Cesena, Forlì, Rimini e Riccione. Scelta la struttura è possibile anche attivare la navigazione interattiva con le indicazioni stradali per raggiungerla. Alle 14,43 di ieri il Ps del Bufalini mostrava 29 pazienti da visitare, 15 in trattamento, 2 in osservazione, 4 in dimissione. Per i 19 codici verdi l’attesa media era di 142 minuti. Il Cau elencava 2 pazienti in trattamento e 2 da visitare.