Riccardo Magrini.
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Hanno fatto molto discutere i drastici giudizi di Roger De Vlaeminck su Tadej Pogacar (QUI le sue parole): la leggenda del ciclismo belga, qualche giorno fa, ha detto che i paragoni tra Pogacar e Merckx sono assurdi, che Tadej non arriva nemmeno alla caviglia del Cannibale e che De Vlaeminck stesso, se corresse oggi, non si staccherebbe quando lo sloveno accelera in salita. Abbiamo chiesto a riguardo l’opinione di Riccardo Magrini, che per diversi anni ha corso in gruppo con De Vlaeminck ed è poi rimasto nel mondo del ciclismo come direttore sportivo e poi come commentatore su Eurosport.
«Stimo tantissimo Roger come ciclista e tra di noi c’era anche un bel rapporto personale, perché quando correva alla GIS Gelati veniva spesso a Montecatini e abbiamo fatto diverse serate insieme», ha detto Magrini. «Nonostante questo, la sua uscita su Pogacar mi sembra completamente fuori luogo. È assurdo paragonare epoche diverse: è un vizio comunque quello di cercare somiglianze tra i campioni di oggi e quelli del passato, ma è semplicemente sbagliato. Troppe cose sono cambiate, dai rapporti alla preparazione all’alimentazione. Merckx è stato Merckx, Hinault è stato Hinault, Pogacar è Pogacar. Punto. A volte sento dire: “Se ci fosse stato Merckx…”: ma che senso ha? Merckx non c’era, ha vissuto la sua epoca e ha fatto il suo corso».
«Forse De Vlaeminck è invecchiato un po’ troppo, diciamo così: quando invecchi, tendi a pensare solo a quello che hai fatto te. Io sotto questo aspetto mi sento privilegiato, perché grazie al mio ruolo di commentatore riesco ad apprezzare molto il ciclismo attuale. Al massimo si può discutere se il ciclismo di oggi sia bello o no, magari c’è qualche nostalgico a cui non piace. A me personalmente Pogacar piace molto e non capisco chi dice che non ha avversari, o che rende le gare noiose. Il ciclismo attuale è pieno di fenomeni: si può al massimo desiderare un po’ di agonismo in più in certe gare, qualche sfida tra fenomeni in più, come abbiamo visto alla Sanremo di quest’anno. Ma complessivamente non ci si può lamentare».
«Il discorso di De Vlaeminck proprio non lo capisco: è come chiedersi come si comporterebbero Sivori o Maradona nel calcio di oggi, contro le difese attuali. Roger è stato un campione e lo sarebbe stato in ogni epoca, ne sono sicuro, ma non ha senso nemmeno domandarsi se avrebbe tenuto o no un’accelerazione di Pogacar. Io vivo il ciclismo in modo diverso: mi godo il momento, mi godo i fenomeni di oggi come mi sono goduto quelli del passato, senza bisogno di fare confronti».