L’inflazione è stabile a livello generale. Nel mese di luglio 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,7% su base annua, in linea con il dato del mese precedente.

Ma è una stabilità che nasconde importanti variazioni nei diversi comparti merceologici, confermando un’inflazione articolata e tutt’altro che uniforme. E le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme.

Vacanze e beni alimentari tra i rincari record

Per l’Unione Nazionale Consumatori (Unc), l’inflazione pari a +1,7% significa, per una coppia con due figli, un rialzo complessivo del costo della vita pari a 608 euro su base annua, di questi ben 375 se ne vanno solo per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, e 395 per il carrello della spesa.

Divisioni di spesa
Famiglia media
Coppia con 1 figlio
Coppia con 2 figli
Inflazione annua di luglio
Prodotti alimentari e bevande analcoliche 259 332 375 +4,1% Bevande alcoliche e tabacchi 11 15 14 +2,1% Abbigliamento e calzature 11 16 19 +0,9% Abitazione, acqua, elettricità e combustibili 8 9 9 +0,2% Mobili, articoli e servizi per la casa 8 10 11 +0,6% Servizi sanitari e spese per la salute 21 24 24 +1,5% Trasporti -10 -16 -17 -0,3% Comunicazioni -41 -53 -59 -4,6% Ricreazione, spettacoli e cultura 9 12 15 +0,7% Istruzione 6 10 18 +3,1% Servizi ricettivi e di ristorazione 54 76 92 +2,9% Altri beni e servizi 82 114 107 +3,2% Totale rincaro annuo
418
548
608
+1,7%
Carrello della spesa
274
352
395
+3,4%

Aumenti che l’Unc definisce “balzi inaccettabili”, soprattutto considerando che molti avvengono in piena stagione estiva. Anche le spese bancarie (+4% mensile) e i servizi ricreativi registrano rincari significativi, rendendo sempre più difficile la gestione del bilancio familiare.

L’Unione Nazionale Consumatori (Unc) ha stilato la top ten dei rincari mensili, elaborando i dati Istat:

  • pacchetti vacanza nazionali +16,1%;
  • villaggi vacanze, campeggi, ostelli della gioventù e simili +15,7%;
  • servizi di rilegatura testi e download di e-book +10,3%;
  • voli internazionali +7,7%;
  • spese bancarie e finanziarie +4,0%;
  • supporti con registrazioni di suoni, immagini e video +3,7%;
  • piscina, palestra, stabilimenti balneari, ingresso in discoteca +3,7%;
  • trasporto marittimo +3,4%;
  • gasolio per riscaldamento +3,3%;
  • gasolio per mezzi di trasporto +3,1%;
  • affitto garage, posti auto e noleggio mezzi di trasporto +3,1%.

L’inflazione in Italia

Analizzando i dati dell’Istat rispetto a quelli di giugno, l’inflazione tendenziale riflette un’accelerazione dei prezzi in alcune voci chiave. Tra questi spiccano:

  • i beni alimentari non lavorati, che salgono dal +4,2% di giugno al +5,1%;
  • i beni alimentari lavorati, che passano da +2,7% a +3,1%.

Crescono anche i servizi vari (+2,2%) e i servizi legati ai trasporti (+3,4%). Un altro elemento significativo è l’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che passano dal +2,8% al +3,4%.

In controtendenza i beni energetici regolamentati, che passano dal +22,6% al +16,7%. Ancora più marcata la flessione per i beni energetici non regolamentati, che registrano un calo del -5,8% (era -4,2% a giugno), contribuendo ad attenuare la pressione inflazionistica complessiva.

Assoutenti, stangata alimentare da 6,7 miliardi di euro

Gli italiani devono affrontare una stangata alimentare che, a parità di consumi, vale 6,7 miliardi di euro annui in termini di maggiore spesa per l’acquisto di cibi e bevande. Lo calcola Assoutenti dopo i dati sull’inflazione diffusi oggi dall’Istat. Spiega il presidente Gabriele Melluso:

A luglio i listini di prodotti alimentari e bevande analcoliche crescono del +4,1% su anno, con punte del +5,1% per gli alimentari non lavorati. In termini di spesa, ciò equivale ad un aggravio da +375 euro annui per una famiglia con due figli.

Dai latticini alla carne, passando per uova, riso, burro, cioccolato, frutta fresca e bevande, tutti i prodotti alimentari di più largo consumo stanno registrando sensibili rincari. Una situazione che preoccupa perché si tratta di beni primari di cui i cittadini non possono fare a meno, i cui aumenti incidono sulla capacità di spesa delle famiglie erodendo i redditi e cambiando profondamente le abitudini alimentari degli italiani.