Roma, 11 novembre 2025 – Il sole torna a farsi turbolento. Dopo le espulsioni di massa coronale del 7 e 9 novembre, è stata registrata una nuova CME (coronal mass ejection) associata a un brillamento solare di classe X5.1, tra i più potenti del ciclo attuale. I suoi effetti si faranno sentire sulla Terra soprattutto nella giornata di domani, mercoledì 12 novembre, quando è prevista una tempesta geomagnetica ‘severa’, ovvero una perturbazione estremamente intensa del campo magnetico che avvolge il nostro pianeta, causata da un flusso eccezionalmente forte di particelle cariche e campi magnetici emessi dal Sole, la “massa coronale” appunto.
Nel pomeriggio di oggi lo Space Weather Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha elevato la categoria della tempesta solare attesa domani da 3 a 4. Cosa significa e quali possono essere le conseguenze?
I rischi sulla Terra
Il materiale espulso dalla corona solare impatterà con la magnetosfera terrestre verso metà giornata. La risposta magnetica potrebbe essere intensa con ripercussioni sul funzionamento delle tecnologie radio, satellitari, e dei sistemi elettrici.
In caso di tempeste di categoria 4 i rischi elencati dal Noaa sono: problemi diffusi ai sistemi di alimentazione a causa degli sbalzi di tensione, problemi di ricarica e tracciamento in superficie per i veicoli spaziali, problemi prolungati alla navigazione satellitare, comunicazione radio ad alta frequenta compromessa, e comunicazione radio a bassa frequenza interrotta.
La buona notizia è che nonostante gli impatti tecnologici, le tempeste geomagnetiche non rappresentano un pericolo diretto per la salute delle persone sulla terra: l’atmosfera terrestre fa infatti da scudo protettivo. Il rischio di radiazioni aumenta per astronauti o passeggeri e piloti di voli ad alta quota.

L’agenzia americana Nooa prevede una tempesta geomagnetica di categoria 4 per il 12 novembre
Aurora boreale anche in Italia, quando vederla?
C’è poi il risvolto suggestivo delle tempeste solari, rappresentato dalle cosiddette aurore boreali, spettacolari colorazioni del cielo tipiche delle latitudini polari. Più la tempesta sarà intensa e più le aurore saranno visibili a latitudini basse. Con tempeste di categorie 4 sono state osservate aurore fino in Alabama e Nord California. Parliamo della 45esima latitudine, dove si colloca anche il Nord Italia. “Le prossime 24-48 ore saranno cruciali – avverte Luigi Latini su IconaMeteo – : chi si trova lontano dalle luci cittadine e con cieli sereni potrebbe osservare deboli bagliori rossastri o archi luminosi, segni visibili della straordinaria connessione tra Sole e Terra in questa fase di intensa attività”.
Come sempre accade in questi casi, le previsioni sono sempre incerte. “L’intensità della CME non sarà nota con maggiore certezza finché non arriverà a 1 milione di miglia dalla Terra – avvisa la Noaa – e non verrà osservata dagli osservatori del vento solare in quella posizione”. È a quel punto che gli esperti potranno emettere eventuali allerte. Per avere un’idea più precisa di cosa succederà non ci resta dunque che pazientare fino all’ultimo.