Bonny ed Esposito si stanno dimostrando all’altezza della situazione, ma uno degli attaccante è sempre il perno attorno a cui ruota tutto

Quest’anno l’attacco di Chivu è molto più ben assortito della passata stagione. Bonny ed Esposito si stanno dimostrando all’altezza della situazione, ma uno degli attaccante è sempre il perno attorno a cui ruota tutto.

“È l’Inter che gira attorno a Lautaro, non è Lautaro che gira attorno all’Inter. Se, l’anno passato, lui e il gemello Thuram soffrivano di solitudine celeste, mentre vedevano viaggiare alle loro spalle come asteroidi impazziti Arnautovic, Correa e Taremi, quest’anno nel cielo di Chivu si sono aggiunti due astri luminosi: Bonny e Pio hanno dimostrato di non essere semplici satelliti. Ogni punta interista però, nessuna esclusa, orbita rigorosamente attorno al capitano, che va in campo più o meno sempre, anche perché partecipa meno alle rotazioni scientifiche del tecnico e, soprattutto, riesce a incastrarsi bene con ogni pezzo del puzzle. Lautaro divide felicemente le responsabilità con chiunque, da centravanti cangiante quale è. Lo staff interista sfrutta, infatti, quella innata capacità del Toro di essere prima e seconda punta insieme. Cacciatore d’area e, nello stesso tempo, uomo di movimento offensivo. Soprattutto nell’immediato, con il ritorno definitivo di Marcus dall’inizio, che permetterà la riconnessione della ThuLa già nel derby, Lautaro si vestirà comunque da 9, nonostante il 10 che porta da sempre sulla schiena a Milano. In questi 40 giorni spesso l’argentino è stato gomito a gomito con Bonny, una specie di replicante di Marcus ma sei anni più giovane, e in quei casi la posizione di Martinez è stata la stessa. In fondo, è quella che più ha occupato negli ultimi anni felici in Italia, ma non l’unica come dimostra questo nuovo presente. Per rendersene conto, basterebbe vedere la semplicità con cui l’argentino sia riuscito ad assistere quel bestione di Pio, lui sì centravantone senza se e senza ma”, analizza La Gazzetta dello Sport.

“Il Lautaro-centrismo nerazzurro, storicamente, prescinde dalle soste e dai faticosi viaggi intercontinentali. All’argentino è sempre bastato un paio di allenamenti per poi partire immediatamente dall’inizio in campionato, come accaduto l’ultima volta prima di Roma-Inter, unico scontro diretto vinto quest’anno. Questa sosta, però, assume contorni anomali e ha conseguenze differenti sul fisico del capitano. La trasferta sarà, infatti, una soltanto, anche se piuttosto complicata nel cuore dell’Africa. Immediatamente dopo la passerella angolana, Lautaro saluterà la compagnia di Scaloni e, da quel momento, potrà pensare soltanto all’amata Internazionale: una insperata settimana di sedute per preparare come si deve la sfida che più brama. Non più una partita da giocare con il minimo di benzina nel serbatoio ed è una novità felice rispetto al passato. Nel dettaglio, l’argentino rimetterà piede a Milano già domenica, lunedì godrà come i suoi compagni del giorno libero (l’ultimo dei tre) e poi martedì pomeriggio ad Appiano sarà regolarmente in campo per la lunga preparazione anti-Diavolo: il derby arriva dopo il ritorno al gol contro la Lazio che ha interrotto quattro partite di digiuno. Sarà regolarmente assieme ai due colleghi francesi, Thuram più Bonny, rimasti nel centro sportivo durante tutta la sosta, più Pio, reduce invece da nuova convocazione in azzurro. Insomma, tutta la quaterna offensiva insieme: è la batteria di attaccanti che fa felice Chivu, un piccolo chimico che sperimenta nell’abbondanza, smonta e rimonta le coppie, ma con Lautaro come certezza. Su 14 presenze dell’argentino, 13 sono state dall’inizio: solo nella prima di Champions ad Amsterdam non è servito il suo apporto, mentre contro il Sassuolo a San Siro si è limitato ad aggiungere 26’ entrando dalla panchina”.

“I 4 gol segnati dall’argentino in campionato sono stati divisi, due e due, quando aveva come partner un francese, ma in questo attacco il beneficio è reciproco: i compagni fanno benone a Lautaro e viceversa. Così i due giovani leoni, sia Pio che Ange-Yoan detto semplicemente “Angelo”, hanno goduto entrambi di un assist del Toro. Sarà un caso, ma c’era sempre in campo il capitano quando Esposito e Bonny segnavano i loro cinque gol nerazzurri in A: l’azzurrino uno soltanto, il francesino quattro. Fa meno notizia il fatto che, delle tre reti realizzate da Thuram, due siano arrivate con Martinez al fianco: sarà questa la coppia da derby, ben sapendo che anche le altre sarebbero pienamente all’altezza”, chiude Gazzetta.