Il mercato immobiliare italiano si prepara ad affrontare un autunno all’insegna del caro-mutuo. Secondo i dati pubblicati da Bankitalia per il mese di settembre, il Tasso Annuo Effettivo Globale (Taeg) sui nuovi prestiti per l’acquisto della casa ha toccato il 3,71%, registrando un ulteriore incremento rispetto al 3,67% di agosto. Sebbene l’aumento possa apparire contenuto, questo dato segna la continuazione di un trend avviato mesi fa, destinato a influenzare profondamente le scelte di famiglie e potenziali acquirenti.

Cosa cambia per le famiglie un Taeg più alto

Il Taeg, che include non solo gli interessi ma anche tutte le spese accessorie del finanziamento, è l’indicatore più trasparente del costo reale di un mutuo. Il suo progressivo rialzo, trainato dalle decisioni della Banca Centrale Europea nel tentativo di domare l’inflazione, si traduce direttamente in un aggravio del peso della rata mensile per le famiglie. Chi sta valutando di sottoscrivere un mutuo oggi si trova ad affrontare condizioni significativamente più onerose rispetto a solo un anno fa, quando i tassi viaggiavano su livelli storicamente bassi.

Un dato particolarmente significativo che emerge dal report è il crollo della quota di prestiti con tasso a durata iniziale fino a 1 anno, scesa all’11,5% dal 16,4% di agosto. Questo calo verticale indica una chiara tendenza dei mutuatari a rifuggire dal rischio associato ai mutui a tasso variabile. In un contesto di rialzi dei tassi, la scelta di un finanziamento a tasso fisso, sebbene attualmente più costoso in partenza, appare come una strategia difensiva per proteggersi da futuri e ulteriori aumenti delle rate.

Cala il costo del credito per imprese e consumo

Il fenomeno del caro-mutuo non è isolato ma si inserisce in un contesto creditizio più ampio. Bankitalia rileva che, per contrasto, il Taeg sul credito al consumo si è leggermente attenuato, assestandosi al 10,24% (da 10,29%). Anche i tassi per le imprese non finanziarie mostrano una lieve flessione, passando dal 3,39% al 3,38%. Tuttavia, per i finanziamenti di piccolo importo (fino a 1 milione di euro), il costo del denaro rimane elevato, al 4,01%.

Questo scenario crea una doppia pressione sull’economia delle famiglie: da un lato, il costo per l’accesso alla casa; dall’altro, le difficoltà nel sostenere le spese correnti attraverso il credito al consumo, i cui tassi rimangono a livelli molto alti.

Codacons: “+216 euro annui su un mutuo da 150mila euro”

I tassi di interesse continuano a salire con effetti negativi sul mercato dei mutui e sulle tasche di milioni di famiglie. Lo afferma il Codacons, commentando il report di Bankitalia secondo cui è proseguito a settembre l’aumento dei tassi praticati dalle banche sui nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni, con il Taeg che si è attestato al 3,71%.

I dati di Bankitalia confermano purtroppo il nostro allarme relativo alla crescita dei tassi praticati dalle banche – spiega il Codacons – Il mancato taglio da parte della Bce, che nelle ultime quattro riunioni ha lasciato i tassi di interesse invariati, si sta riflettendo sul mercato, con conseguenze negative per le famiglie.

Con i nuovi dati, se si considera un mutuo da 150mila euro a 30 anni,

questo equivale ad un maggior esborso da +18 euro a rata, +216 euro all’anno. Su un mutuo da 120mila euro della durata di 25 anni, l’aggravio è di 14 euro a rata, +168 euro annui.