Il tennista torinese: “Mi sto allenando, se il telefono squilla… Musetti è rimasto amico anche se l’ho battuto a Parigi. Ero allo stadio per il derby, ho visto un Toro combattivo come piace a me”

12 novembre 2025 (modifica alle 09:22) – TORINO

E adesso arriva Sonny. Lorenzo Sonego non si vede ma c’è. A Torino, durante le Finals, tra un impegno e l’altro con gli sponsor, fa gruppo con i quattro italiani in campo, si allena con Berrettini, parla con Volandri e sotto sotto spera nel colpaccio. Perché forse, visto il finale di stagione in crescendo del torinese, la tentazione di chiamarlo in Davis a Filippo Volandri potrebbe essere venuta. Lui ci spera, lavora per convincere il capitano, per farsi trovare pronto anche all’ultimo minuto. C’è tempo fino a lunedì per cambiare la formazione annunciata un mese fa. Lorenzo, qualche giorno a casa nel finale di stagione. Ma sulla tratta Torino-Bologna ci sono molti treni… 

Non ha ancora ricevuto chiamate per la Davis che inizia la settimana prossima? 

“Al momento non ho sentito nulla. Sto cercando di allenarmi per tenermi pronto nel caso squillasse il telefono. Sto bene, arrivo da una serie di partite molto positiva, quindi l’obiettivo è solo farmi trovare pronto se dovessi servire in Nazionale. Sto qui, lavoro sodo e poi vedremo cosa deciderà il capitano per la settimana prossima”.

Facciamo uno spot: se dovesse essere convocato cosa porterebbe alla squadra? 

“A parte il mio tennis e il massimo impegno, la mia allegria, la grinta quando c’è da lottare, la voglia di fare spogliatoio, un po’ di musica”. 

Dopo la rinuncia di Jannik c’è stata la solita polemica, ma lui stesso ha detto che la squadra è perfettamente in grado di lottare e vincere anche senza di lui. Cosa ne pensa?

“Sinner è un giocatore fortissimo e averlo in squadra fa la differenza, però è vero. C’è tanto valore nella rosa azzurra. Da Musetti che è un top 10, a Cobolli che ha fatto una grande stagione, poi il doppio, Berrettini che è un uomo squadra, è esperto e può fare la differenza. Ci siamo io, Arnaldi che ha fatto vincere pure lui la Davis e poi Darderi, che è in grande crescita. C’è una bella concorrenza”. 

A proposito di Musetti, a Parigi l’ha battuto costringendolo ad allungare la strada per qualificarsi. Confessi: l’amicizia ha tenuto? 

“Ha tenuto, ha tenuto (sorride). Il tennis è uno sport in cui, quando entri in campo contro qualcuno, l’amicizia la devi mettere da parte, perché ognuno gioca per vincere e non c’è spazio per i sentimenti. Però adesso sono venuto a fare il tifo, a sostenerlo. Questo è quello che conta di più in questo momento. Fuori dal campo siamo amici, ci vogliamo bene, ma in campo ognuno deve pensare a fare il suo”. 

Anche con Sinner c’è sempre una grande amicizia e stima. Quando l’hanno inquadrata sul maxischermo durante il match contro Aliassime, Jannik ha sorriso. Molto strano durante una partita… 

“Sì, quella scena ha fatto ridere tutti. Mi ha impressionato che abbia sorriso proprio prima di servire poi abbia ripreso la concentrazione senza sbagliare nulla. È unica questa sua capacità di rientrare completamente dentro il punto in un attimo. Qui, alle Finals, l’ho visto benissimo: mentalmente, fisicamente, tennisticamente. Ama queste condizioni, indoor gioca a un livello molto alto e in questo momento in questa condizione è il giocatore più forte che c’è al mondo”.

Nelle ultime settimane qualcosa in lei, Lorenzo, sembra proprio ‘scattato’. Che cosa è cambiato? 

“Sicuramente qualcosa a livello di atteggiamento, di testa. Forse stanno semplicemente arrivando i frutti del lavoro fatto negli ultimi anni. Nel tennis, a volte, ci vogliono davvero anni per mettere dentro gli automatismi giusti, per riuscire a fare le cose corrette senza neanche pensarci. Tu continui ad allenarti, a insistere, a curare i dettagli e sembra che non cambi nulla, poi a un certo punto le cose iniziano a girare. È lì che capisci che servono tanta pazienza e tanta fiducia lungo il percorso”. 

A 30 anni ha ancora voglia di crescere, di migliorare? Quali sono gli obiettivi per la prossima stagione? 

“Dobbiamo metterci a sedere col team per programmare nel dettaglio la prossima stagione, a parte ovviamente gli Slam. Non so ancora se punteremo su una superficie in particolare, io mi trovo abbastanza bene su tutte, vedremo. A livello di classifica però vorrei cercare di stare stabilmente intorno alla Top 20”. 

Il cuore è sempre granata? 

“Certo, la squadra non si cambia. Ero allo stadio per il derby, ho visto un bel Toro combattivo come piace a me”.

Dopo l’eventuale impegno in Davis, che cosa prevedono i suoi programmi? 

“Sicuramente una vacanza, lo scorso anno siamo stati in Sri Lanka, quest’anno penso alle Maldive…”. 

Almeno, al caldo, potrà cantare i suoi tormentoni raggaeton. Ma vista la stagione, ha pensato di buttarsi su una bella hit natalizia? 

“No, lì c’è troppa concorrenza. Tra Mariah Carey e Michael Bublé… Però magari ci penso. Lo metto nei programmi per la prossima stagione…”.