Ferrara Ore 17.17 dell’11 novembre 2025: 50 pazienti in trattamento (6 codici rosso, 11 arancio, 25 azzurro e 8 verde) e 30 in attesa (3 arancio, 18 azzurro, 9 verdi). Il Pronto soccorso di Cona continua ad essere un crocevia di storie, racconti, disperazione e ricerca di soluzioni. In quella struttura si radunano decine di persone che cercano una risposta ai loro malanni di salute. C’è chi vi arriva per necessità impellenti, chi con urgenze impreviste e chi ambisce a superare un malessere che lo ha spaventato. Il sogno di tutti è entrare, venire immediatamente presi in carico e andarsene il prima possibile con delle risposte certe oppure essere ricoverati con un posto letto senza rimanere su una barella in condizioni precarie. I racconti della vita al Pronto soccorso di Cona sono per la gran parte negativi, la frustrazione del paziente e molto spesso dell’accompagnatore offusca la professionalità e disponibilità del personale sanitario, chiamato ad affrontare problemi di ogni tipo e lo stress psicologico di coloro che si trovano a misurarsi con un ambiente così particolare e complicato. Ma nelle ultime settimane l’ospedale di riferimento del territorio estense è di nuovo finito sotto pressione.
Attraverso il sito ferrarasalute.it è possibile tenere monitorato l’afflusso di persone al Pronto soccorso e proprio consultandolo per più giorni e sempre alle stesse ore si può fare un primo raffronto. È ciò che abbiamo fatto per una settimana consecutiva, sollecitati anche dalle missive e dalle segnalazioni che arrivavano (e arrivano) alla Nuova. L’analisi empirica non può tenere conto delle complessità quotidiane che il personale affronta ma aiuta a farsi un’idea di quante persone ogni giorno si rivolgono a Cona. Il motivo? L’azienda sanitaria parla di una costante presenza di persone con malattie croniche e non si può certo contestare questa prima, parziale spiegazione visto che pochi giorni fa, proprio analizzando le principali malattie del territorio ferrarese è emerso come su 340mila residenti, sono 140mila quelli che convivono con una patologia. A ciò vanno aggiunti anche i malanni di stagione. Il clima certamente non aiuta a debellare i virus che stanno condizionando la vita di tanti ferraresi. Le alte temperature pomeridiane che si sono registrate fino a pochi giorni fa hanno accentuato i problemi respiratori e quelli gastrointestinali. La natura, in pratica, sta giocando la personale partita contro la salute pubblica.
Ora che il termometro è calato repentinamente la situazione potrebbe anche migliorare nel Pronto soccorso più importante della provincia ma già all’orizzonte si iniziano a scorgere i tipici malanni di stagione. Arriveranno le febbri alte, le polmoniti e tutto ciò che è tipicamente invernale. A Cona ci si attrezza ma intanto ci si domanda anche come ridurre la pressione sugli ambulatori e il personale che con professionalità si sottopone a turni talvolta assai complicati. Il filtro dei Cau e di tutte le altre strategie operative funziona, ma ancora in troppi non ne conoscono l’esistenza e le opportunità e proprio su quello sarà necessario un cambio di paradigma e di mentalità, ma è scontato dire che un cittadino che non sta bene cerca immediatamente una risposta salvifica e forse la credibilità di certi centri non ha ancora raggiunto quella di un Pronto soccorso che soffre e che cerca ogni giorno di smistare centinaia se non migliaia di persone.