Da nicchia quali erano fino a non più di dodici mesi fa, le ruote con raggi in carbonio sono diventate il trend del momento, articolo che sembra non poter mancare nella gamma prodotto di chi realizza ruote destinate al segmento “road race”.
Le Roval Alpinist CLX III
I raggi in carbonio sono registrabili
Dopo le “storiche” Lightweight, Mavic, poi ancora dopo Syncros e Cadex, hanno oggi in catalogo ruote con raggi in carbonio Roval (qui le nuovissime Alpinist CLX III), Vision, FFWD, Newmen, solo per citarne alcuni.
Raggi in carbonio con forma aero per le Newmen Street usate dal team Intermarché-Wanty
Inoltre, sappiamo che in occasione della stagione agonistica 2025 appena conclusa, anche dei corridori che utilizzano ruote di marchi “minori” stanno testando ruote prototipo con raggi in carbonio.
È ad esempio il caso dell’italiana Ursus, che ad alcuni rider della PicNic Post NL avrebbe fornito dei set ancora non sul mercato, appunto con raggi in carbonio.
Nuove top di gamma
Si dice che rispetto a quelle con raggi in acciaio, le ruote con raggi in carbonio permettono prima di tutto di risparmiare peso; inoltre consentono un livello di rigidità laterale molto maggiore a quelle con raggiata “tradizionale”.
Le Mavic Cosmic Ultimate 45: cerchi da 45 mm, raggi in fibra e peso la coppia di soli 1260 grammi: rispetto ad uno con raggi in acciaio, i set con raggi in carbonio risparmiano tra i 150 e i 200 grammi la coppia
In effetti, a giudicare da quel che propongono le case costruttrici, le ruote con raggi in carbonio di recente apparizione hanno velocemente spodestato dal vertice delle rispettive gamme prodotto i modelli “tradizionali” con raggi in acciaio (o in alluminio); quanto meno lo hanno fatto da un punto di vista del prezzo, nel senso che il costo di prodotti simili è sensibilmente più alto. Di conseguenza le ruote con raggi in acciaio si sono spesso deprezzate, appunto perché “relegate” al secondo posto in gamma.
Ruote con raggi in carbonio: due tipologie
Resta il fatto che oltre al prezzo elevato, delle ruote con raggi in carbonio spesso si critica la delicatezza in caso di urto o anche la complessità e i costi elevati in caso di rottura di uno (o più) raggi, la difficoltà a intervenire nella centratura e a detta di alcuni anche la difficoltà di guida proprio a causa della estrema rigidità che hanno ruote del genere.
«Se vogliamo parlare di ruote con raggi in carbonio occorre fare chiarezza e distinguere le cose – ci spiega Andrea Rovaris, che oltre a lavorare per Lightweight è un grande esperto del carbonio e dei suoi processi di lavorazione. – Possiamo distinguere due grosse tipologie di ruote con raggi in carbonio: ci sono quelle dove il raggio è elemento a sé, rispetto a cerchio e mozzo, che viene semplicemente montato al posto dei più tradizionali raggi in acciaio.
«Poi ci sono le ruote, come ad esempio succede a Lightweight, in cui raggio, cerchio e mozzo sono elementi solidali tra loro, a formare una struttura senza soluzione di continuità. Questo tipo di architettura, introdotta la prima volta proprio da Lightweight, prevede il raggio in carbonio “rim-to-rim”, che partendo dal cerchio e passando per il mozzo non si interrompe sulla flangia di quest’ultimo, ma la oltrepassa dirigendosi verso la parte opposto del cerchio. Se e con quale angolo, all’altezza del mozzo, il raggio cambi direzione, dipende dal costruttore e dai suoi obiettivi. I vantaggi di una ruota così concepita, vanno ben al di là della sola riduzione del peso.
«Una ruota rim to rim risponde in maniera estremamente diversa alle sollecitazioni. Non è necessariamente più scomoda, anzi, ha doti di compensazione superiori, ma soprattutto ha una maggior rigidità laterale, che si traduce in una risposta più efficiente, in maggior stabilità e una guidabilità estremamente diretta e precisa, a causa di una latenza molto ridotta».
Cosa cambia?
Tradotto in sensazioni di guida? «Per dirla in pratica, dal momento in cui diamo impulso ad un cambio di direzione, alla virata effettiva c’è necessariamente un ritardo, per quanto difficile da percepire. Questo ritardo è dato dallo spostamento del peso che sollecita via, via le parti della ruota. Essendo una ruota rim to rim come Lightweight priva di soluzione tra le parti o di inserti come i nipples, quel ritardo si riduce drasticamente, e questo cambia sensibilmente il comportamento della bici, favorendo padronanza e fluidità di guida».
Sulle Meilenstein Art i raggi “intersecano” le falde proseguendo sul dorso opposto del cerchio
Probabilmente questo è esattamente quel che può accadere guidando le Meilenstein Art, ultime arrivate nella linea Lightweight, ruote che però hanno fatto notizia più che altro per il loro prezzo: 6.500 euro…
Lo spaccato di una Lightweight mostra l’esclusivo sistema di fissaggio dei raggi in fibra sul dorso del cerchio
Pur se con interpretazioni tecniche di volta in volta diverse, di ruote con raggi in carbonio che rientrano in questa seconda tipologia, sul mercato ce ne sono anche altre, generalmente si tratta di modelli che non a caso sono arrivati sul mercato prima della recente “ondata” di ruote con raggi in carbonio, proprio perché adottano una struttura diversa, che a livello costruttivo è oggettivamente più complessa e costosa: nella “famiglia” cui appartengono le Lightweight possiamo allora far rientrare anche le Syncros Capital SL (che lo scorso anno abbiamo avuto l’occasione di provare su una Scott Addict RC in versione Ultimate), le Cadex 40 (a loro volta provate in occasione del lancio della Giant TCR Advanced SL) e ancora le Mavic Cosmic Ultimate 45, solo per citare alcuni dei modelli più famosi e “blasonati” all’interno di questa tipologia.
Cosa abbiamo provato (e percepito) noi
Le nostre impressioni a guidare ruote simili? Senza scendere troppo nel dettaglio la nostra modesta opinione è che sono soprattutto le ruote con raggi in carbonio di tipo solidale con mozzi e cerchio a impressionare prima di tutto per il loro rapporto rigidità/leggerezza/reattività allo scatto.
Lo sono al punto che, una volta su strada, ti accorgi che tutto quel patrimonio di performance assoluta, per certi versi e in certe situazioni può anche essere complesso da “far proprio” e governare: in un certo senso ruote del genere portano anche oltre l’estremo prestazioni, caratteristiche e funzioni che fanno al caso di una ruota da gara.
Probabilmente questo è anche il motivo per cui tante squadre professionistiche sponsorizzate da marchi di ruote che producono modelli con raggi in carbonio spesso non utilizzano modelli simili, ma preferiscono talvolta le ruote “classiche”, con raggi in acciaio. Abbiamo appena detto “anche”, appunto, perché l’altro motivo potrebbe appunto essere il costo elevato che comporta una fornitura di questi set …e anche i costi delle eventuali riparazioni.
Raggi e flange dei mozzi delle Cadex Max 40 realizzano un corpo unico
In effetti, sempre per restare nell’ambito dei modelli menzionati, i prezzi di listino delle ruote che rientrano in questa categoria sono in assoluto importanti (il più basso è 3500 euro la coppia per le Cadex Max 40); in senso relativo, inoltre, bisogna considerare l’oggettiva maggiore complessità che subentra nel malaugurato caso in cui su ruote del genere ci siano rotture dei raggi…
Per agevolare il cliente in caso di danni accidentali Lightweight ha una politica di crash replacement particolarmente favorevole: il costo di un nuovo set in caso di danni è dimezzato se avviene nei primi 2 anni, del 30 per cento in meno se è tra i 2 e i 5 anni e del 20 per cento in meno quando oltre i 5 anni.
Diverso è il caso delle ruote con raggi in carbonio “assemblati”: diciamo che in questo caso il feeling che abbiamo percepito noi è quello di ruote che al netto di qualche grammo in più dovuto ai nippli e al sistema di ingaggio sui mozzi in alluminio risultano comunque molto “race” e adatte a chi ha in testa principalmente la performance, ma in questo caso l’impressione è quella di un set in un certo senso meno estremo dal punto di vista della conduzione e della guidablità, con in più il vantaggio di una centratura che può essere registrata con (relativa facilità. E naturalmente di oggi che posso essere eventualmente sostituiti. Questo, almeno, è quello che avevamo percepito qualche mese fa provando una coppia di Vision Metron RS 45.
Le Vision Metron 45 RS che avevamo provato qualche mese fa: raggi in carbonio registrabili
Il recente ingresso di ruote con raggi in carbonio che si montano in modo “tradizionale” su cerchio e mozzo ha risolto efficacemente gli eventuali limiti di cui si diceva sopra: ciò che di fatto è successo è che i progressi maturati nell’ambito composito hanno reso i raggi costruiti in fibra adatti dal punto di vista qualitativo e più facilmente disponibili sul mercato. Per i produttori di settore si è quindi aperta una opzione in più di includere questa nuova, leggerissima, tipologia di set nella loro offerta prodotto.
Sì, perché pur se con gli adattamenti tecnici dei vari casi (dovuti alle tensioni più elevate tollerate da un raggio in carbonio, tali da giustificare eventuali adattamenti strutturali del dorso del cerchio e delle flange del mozzo) possiamo dire che i vantaggi di una ruota con raggi in carbonio anziché in acciaio sono comunque quelli relativi alla leggerezza e alla possibilità di ottenere rigidità più elevate.
Si tratta di due caratteristiche che sono in grado di cambiarne parecchio la natura del set che si va a costruire e delle sue reali caratteristiche di guida.
I raggi in carbonio delle Vision Metron RS 45. Nippple in alluminio
La differenza è che in questi casi i prezzi sono più bassi rispetto ai modelli con raggio “solidale” con mozzi e cerchi; inoltre, più ampi sono i margini e i costi di intervento nel caso di rottura. Non dimentichiamoci, infatti, che un raggio in carbonio ha anche una resistenza a trazione (ovvero quella che permette al raggio di “tirarlo” lungo il suo asse fino a condirlo a rottura) anche doppia rispetto a un raggio in acciaio; il contrario accade se si parla di resistenza all’urto, che ad esempio potrebbe essere quella cui può essere sottoposto un raggio in caso di incidente. In questo caso il carbonio soffre tantissimo rispetto all’acciaio, che anziché rompersi, generalmente, si piega.
Provare ruote con raggi in carbonio: un’occasione per tutti
A proposito di ruote, prove e feeling: approfittiamo dell’occasione per segnalarvi che proprio in queste settimana Cadex ha lanciato il programma TryCadex, che offre la possibilità a chiunque effettui una semplice prenotazione di provare le ruote del marchio presso il rivenditore aderente alla campagna più vicino a casa sua, inclusi i numerosi modelli della collezione che utilizzano raggi in carbonio.
Qui la lista dei punti vendita inclusi in questo programma.
«I raggi in acciaio non tramonteranno»: parola di Ursus
«Secondo noi le ruote con raggi in carbonio non andranno mai a soppiantare quelle con raggi in acciaio» – a parlare è Marco Giacomin, che della italiana Ursus è product-manager e che abbiamo interpellato anche per sondare sulle indiscrezioni in merito alla nuova ruota con raggi in carbonio cui starebbe lavorando la sua azienda.
Le Proxima Team Edition, ad oggi il top di Ursus, ruote da gara disponibile al prezzo molto comeoptitivo di 1.700 euro. Le stiamo testando su questa Giant. I raggi, in acciaio, sono dei Sapim CX. Ma a breve potrebbe in Casa Ursus potrebbe arrivare la prima ruota con raggi in carbonio…
Come era facilmente intuibile Giacomin tiene la bocca cucita a riguardo, ma ci lascia comunque informazioni che lasciano presagire parecchio su ciò che questo marchio veneto farà nel prossimo futuro.
«Le ruote con raggi in carbonio sono indiscutibilmente le migliori dal punto di vista prestazionale. Il primo grosso vantaggio è quello della leggerezza, che tra l’altro è dislocata nella parte periferica della ruota, quindi con ulteriori benefit per la performance. Inoltre, la maggiore resistenza a trazione dei raggi apre orizzonti e possibilità nuove dal punto di vista delle architetture di raggiata che puoi realizzare e dei vari tipi di rigidità che puoi ottenere. Ma si tratta di ruote sicuramente più delicate di quelle con raggi in acciaio, visto che in caso di incidente questi sono più soggetti a rompersi. E i costi di un raggio in carbonio non sono quelli di un raggio in acciaio. A nostro avviso la ruota con raggi in acciaio (e ovviamente con cerchio in carbonio, ndr) rimarrà comunque la scelta migliore per l’amatore che vuole una ruota per la performance, me che allo stesso tempo deve badare ai costi. Detto questo, di sicuro la ruota con raggi in carbonio è sicuramente prodotto più adatto a corridori di livello World Tour».
Come quelli che sponsorizzate voi, appunto.
«È chiaro che anche noi stiamo investendo in questo. Al momento non posso dire se e quando arriverà la nostra ruota con raggi in carbonio, ma di sicuro non sarà di quelle con raggio unito strutturalmente al cerchio o alle falde dei mozzi, perché in questo caso non solo i costi di produzione lievitano tantissimo. A salire sono anche i rischi connessi a una eventuale rottura, che in questi casi diventa una situazione costosissima. Noi la vediamo così sia da una prospettiva commerciale di ciò che andiamo a fare, ma anche per la nostra storia di produttori prima di tutto di mozzi».

