Ankara ha confermato la morte dei venti soldati turchi che erano a bordo dell’aereo cargo militare schiantatosi ieri nell’est della Georgia. Il Ministero della Difesa turco ha diffuso i nomi e le foto delle vittime, senza commentare ancora le possibili cause dell’incidente del C-130. “I nostri eroici compagni d’armi sono diventati martiri l’11 novembre 2025”, si legge in un comunicato del dicastero riportato dalla tv statale Trt. Ankara ha aggiunto che le indagini di una squadra turca sui resti dell’aereo militare sono iniziate alle 6:30 ora locale (le 4:30 in Italia), in coordinamento con le autorità georgiane.

L’aereo precipita nel vuoto, girando su se stesso, mentre dalle estremità delle ali si alzano colonne di fumo grigio e altre parti del velivolo scendono in caduta libera staccate dal corpo principale fino allo schianto.
I pochi video diffusi su internet che immortalano la caduta dell’aereo militare turco mostrano una zona rurale e collinosa sullo sfondo dell’esplosione provocata dall’impatto con il suolo. Lo schianto è avvenuto in una località in Georgia a 5 chilometri dal confine con l’Azerbaigian, il Paese dal quale l’aereo militare cargo C130 con a bordo 20 persone, tra cui i membri dell’equipaggio, era decollato per dirigersi verso la Turchia.

Video Le immagini dello schianto dell’aereo militare turco

 

Le autorità georgiane hanno aperto un’inchiesta sull’accaduto, ma restano ancora ignote le cause. Mentre continuano le operazioni per recuperare le parti dell’aereo e i corpi delle persone a bordo. Anche Ankara ha mandato sul posto una squadra per partecipare alle ricerche. Da quando si è diffusa la notizia dello schianto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato in contatto con le autorità georgiane per seguire gli sviluppi.

Partito in mattinata da Trabzon, città turca sul mar Nero, l’aereo è atterrato nella città azera di Ganja in tarda mattinata e dopo poco più di due ore è ripartito per rientrare in Turchia. Secondo i media azeri i soldati a bordo avevano partecipato ad una parata militare svoltasi a Baku.

Il C130 è scomparso dai radar circa 27 minuti dopo il decollo, poco dopo essere entrato nello spazio aereo georgiano e, secondo le autorità di Tblisi, non ha inviato alcun Sos che segnalasse situazioni di emergenza o richiesta di soccorso. Secondo canali militari citati dai media azeri, l’aereo era accompagnato da un drone non identificato e da un elicottero, restati in volo per 40 minuti.

Ufficialmente non è stata ancora dichiarata la morte delle persone a bordo, ma i principali ministri del governo di Ankara hanno già espresso le condoglianze alle loro famiglie usando l’espressione “martiri”, termine che in turco indica la morte dei militari in servizio. Condoglianze alla Turchia sono state espresse anche da vari Paesi, tra cui l’Azerbaigian, la Georgia e la Russia, mentre il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha inviato un messaggio di solidarietà al popolo turco.

Restano da chiarire molti dettagli dello schianto dell’aereo, probabilmente un Lockheed C130E Hercules di 57 anni, inizialmente in servizio presso la Royal Saudi Air Force trasferito all’aeronautica militare turca nel 2010. Mentre l’autorità statale turca per la radio e la televisione ha chiesto ai media del Paese di pubblicare solo informazioni prese da fonti “ufficiali” e di non diffondere le immagini dello schianto, molti utenti sui social network hanno sostenuto che lo schianto dell’aereo non sia stato un incidente ma si tratti di un sabotaggio.

“Gli aerei non si rompono e precipitano senza interferenze dall’interno o dall’esterno. O c’è qualcosa che esplode all’interno (magari trasportava munizioni) o è stato abbattuto”, ha scritto su X l’accademica turca Deniz Ulke Kaynak, mentre numerosi utenti sostengono simili teorie nei loro messaggi. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA