L’intervista completa del campione serbo a Piers Morgan: “Una vicenda piena di campanelli d’allarme. C’è stata mancanza di trasparenza, incoerenza, e poi la comodità di una squalifica tra gli Slam, così da non perdersi nulla… Però lui è stato bravo a gestire la tempesta mediatica e continua a dominare”

Martina Sessa

12 novembre – 13:23 – MILANO

Dal trailer dell’intervista si era già capito che Novak Djokovic non avrebbe usato giri di parole: “La questione del doping è una nuvola che seguirà Jannik Sinner, così come la nuvola del Covid seguirà me”. L’intervista di Piers Morgan, noto e controverso giornalista britannico, all’ex numero uno del mondo entra nel merito della vicenda Clostebol e affronta il tema con toni diretti. Djokovic ribadisce concetti che aveva già espresso in passato: “Penso che non l’abbia fatto apposta, ma ovviamente è responsabile”. “Quando è successo, sono rimasto sinceramente scioccato. Credo che non l’abbia fatto di proposito. Ma il modo in cui è stato gestito l’intero caso è pieno di campanelli d’allarme”, ha spiegato Djokovic nel podcast Piers Morgan Uncensored. Come già sostenuto nei mesi precedenti, per Nole il punto cruciale della vicenda è la disparità di trattamento. “Se fosse stato il numero 500 del mondo, penso che sarebbe stato squalificato”, provoca Morgan. Il serbo non esita a replicare: “C’è stata mancanza di trasparenza, incoerenza. E anche la comodità di una squalifica tra gli Slam, così da non perdersi nulla: è stato molto, molto strano. Quindi non mi piace proprio come è stato gestito quel caso. Si sentivano le voci di tanti altri giocatori, sia uomini che donne, che avevano avuto situazioni simili, denunciare sui media che era un trattamento di favore”. 

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L’accordo tra Jannik Sinner e la Wada, siglato a inizio febbraio, ha comportato una squalifica di tre mesi per il tennista italiano. Una sanzione che gli ha fatto saltare i Masters 1000 di Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid, ma nessuno degli appuntamenti Slam. “Voglio credergli – continua Djokovic – penso che non l’abbia fatto di proposito, ma ovviamente è responsabile. Le regole dicono questo: sei responsabile quando accade una cosa del genere. Tuttavia, quando vedi altri atleti ricevere anni di squalifica per episodi simili, e in questo si è trattato di tre mesi, non è giusto”. L’opinione di Djokovic sul caso Clostebol non è un attacco diretto a Sinner, che nel 2025 ha raggiunto tutte e quattro le finali Slam, vincendone due: “Non è facile per lui. Provo empatia e compassione. Ha saputo gestire la tempesta mediatica che di tanto in tanto torna a farsi sentire, con grande maturità e costanza. Gli faccio i miei complimenti: nonostante tutto, continua a dominare e a giocare in modo straordinario, vincendo Slam”.