Paul Seixas è uno degli uomini più attesi per la prossima stagione. Gli exploit raggiunti in questa sua prima stagione da professionista, iniziata ad appena 18 anni, hanno ampiamente confermato le alte aspettative nei suoi confronti. Se la vittoria non è arrivata, il talentino francese si è messo in mostra sin dalla sua prima corsa, conclusa in quinta posizione, poi raccogliere risultati praticamente in ogni uscita in un crescendo che, dopo averlo visto trionfare al Tour de l’Avenir, nel finale di stagione lo ha visto brillare ai Mondiali, prima di conquistare il podio agli Europei di Drôme-Ardèche per poi chiudere in settima posizione Il Lombardia.
Capace in precedenza di chiudere in ottava posizione una corsa dura come il Giro del Delfinato, in mezzo a molti corridori che si stavano preparando per il Tour de France, per il talento di una Decathlon CMA CGM che non ha esitato a farne il suo uomo di riferimento per il futuro annunciando le sue grandi ambizioni (tra cui la conquista della Grande Boucle nel 2030) il prossimo anno sarà dunque un momento molto importante nella sua carriera già luminosa. Il dibattito principale al momento è se farlo partecipare al GT transalpino, oppure se sia meglio schierarlo a Giro d’Italia o Vuelta a España, finanche concentrarsi ancora sulle corse a tappe di una settimana, per fare esperienza.
Interrogativi che ovviamente si sono posti anche in squadra: “Senza girarci intorno, tutti gli scenari sono possibili” – commenta il direttore delle prestazioni Jean-Baptiste Quiclet alla rivista Vélo Magazine – Potrebbe disputare una stagione senza GT, oppure potrebbe partecipare al Giro, al Tour o alla Vuelta. Dipenderà anche da come cadranno i Grandi Giri nell’anno e dalla possibilità di aumentare il numero di esperienze formative nelle gare di una settimana”.
La partecipazione a un grande giro eventualmente andrà anche valutata rispetto gli obiettivi da fissarsi per un corridore così giovane. “Ci sono due punti di vista opposti – precisa – Il primo è in qualche modo simile al ‘progetto Lenny Martinez’ […] Anche Lenny ha detto che vuole vincere un Grande Giro nei prossimi tre anni e ha corso il Tour in un ruolo libero. D’altra parte, sviluppare le capacità per diventare un leader in un Grande Giro è un processo lungo e continuo. E per raggiungere questo obiettivo, è necessario puntare alla costanza, alla concentrazione quotidiana e al sacrificio, che ti rafforzano fin dal tuo primo Grande Giro”
Le ottime prestazioni nelle corse di un giorno non escludono tuttavia anche di dare centralità alle classiche. “Diversi progetti si scontrano – aggiunge – Gare di un giorno, Monumento, Mondiali, Europei e Grandi Giri […] Una cosa è certa: dovrà fare delle scelte per poter vincere. Ci adatteremo alle circostanze durante la stagione. Soprattutto, non vogliamo interrompere lo slancio positivo, perché con il passare dei mesi vediamo un nuovo Paul”.
Ad ogni modo, il fattore comune di qualsiasi scelta deciderà di fare è la grande pressione a cui sarà sottoposto, a prescindere dalle dichiarazioni di intenti o di obiettivi che squadra e corridore vorranno porsi. “Qualunque cosa faccia Paul, tutti gli occhi saranno puntati su di lui – ammette Quichet – Non saremo in grado di proteggerlo dalla pressione anche se correrà senza ambizioni di classifica. Ma quel che conta è ciò che lui ritiene più utile per la sua futura ambizione di fare classifica”.
