I maltrattamenti, le botte e le minacce andavano avanti da mesi. L’uomo, 46 anni, nato in Romania e residente a Limbiate, in provincia di Monza e Brianza, è ora in carcere. La donna, che aveva già denunciato il marito a giugno e che voleva separarsi da lui, si è salvata chiudendosi in auto
Insulti, minacce e violenze culminate in un’aggressione con benzina. È successo a Seregno, in provincia di Monza e Brianza, dove un uomo è stato arrestato dopo aver cercato di dare fuoco alla moglie. Le vessazioni duravano ormai da mesi ma l’ultima aggressione è avvenuta una settimana fa, il 5 novembre, dopo che la vittima aveva deciso di separarsi e aveva cambiato casa. Il marito l’ha seguita con il GPS dell’automobile e si è appostato fuori dal luogo di lavoro: quando la donna è uscita, come si legge nell’ordinanza di arresto, l’ha “immobilizzata” davanti alla sua macchina, minacciata e poi le ha gettato in faccia della benzina. Lei è riuscita a rifugiarsi in auto e l’aggressore è scappato.
L’arresto
L’uomo, un 46enne originario della Romania e residente da tempo a Limbiate (Monza e Brianza), è stato arrestato su ordinanza del gip di Milano Luca Milani nelle indagini della Procura e dei carabinieri. Dopo l’ultima aggressione dalla quale la donna si è salvata, il marito si è presentato spontaneamente in una caserma dei carabinieri, a cui ha consegnato “un accendino, il cellulare, una bottiglia da 500 ml e una da 60 ml contenenti entrambe liquido trasparente, verosimilmente benzina”. E anche la scatola di un sistema Gps, che ha detto di aver “installato sull’auto dell’ex moglie” per controllarla.
La denuncia a giugno
Dalle indagini è emerso che la donna, sottoposta a continue violenze e maltrattamenti da molti mesi, già lo scorso giugno aveva denunciato il marito e voleva lasciarlo. Negli ultimi mesi, stando anche ai racconti a verbale della donna e dei suoi familiari, il 46enne, spesso alterato dall’abuso di alcol, l’avrebbe aggredita, anche davanti ai figli, “sia verbalmente che fisicamente” e costringendola a vivere tra vessazioni e “mortificazioni”. Il giorno dell’aggressione, come evidenza il gip nelle esigenze cautelari della misura in carcere, l’uomo è arrivato “a mettere in pericolo l’incolumità della vittima con un gesto che avrebbe potuto avere conseguenze molto più pesanti”, se lei non avesse avuto la “prontezza di chiudersi in auto”. Inoltre, lo stesso 46enne aveva provato a denunciare la donna, sostenendo che lei non contribuisse alle spese della famiglia e non si occupasse delle “faccende domestiche”.
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