Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti, ricorda il grande scrittore, comico, attore e conduttore. Un racconto, il suo, pieno di aneddoti interessanti e di momenti importanti che hanno segnato l’esistenza di Faletti, dal loro primo incontro sino alla scoperta della malattia.
Giorgio Faletti, il ricordo della moglie
Scomparso a soli 63 anni nel 2014, Giorgio Faletti ha saputo lasciare il segno e non è stato mai dimenticato. Con la sua ironia e il suo talento, lo scrittore e comico ha segnato la cultura televisiva e non solo. Lo sa bene sua moglie Roberta Bellesini che è rimasta sempre al suo fianco, dandogli forza anche nel periodo più buio della malattia.
La 53enne ha raccolto monologhi, canzoni e romanzi in un volume intitolato Io Dico e curato insieme a Chiara Burattini. Un modo per ricordare e omaggiare Faletti, ma anche per scoprire qualcosa di più sulla persona oltre il personaggio. Intervistata dal Corriere della Sera, Roberta ha ricordato il primo incontro con Faletti.
“Avevo 15 anni, con gli amici ci si trovava sui motorini davanti al bar Cocchi di Asti – ha spiegato -. Sentimmo un rombo. E una Ferrari rossa si fermò a pochi metri. Scese Giorgio Faletti, accompagnato da una modella bellissima con le gambe lunghe otto metri. Pensai: “Però, che sborone”. Lo avevo riconosciuto, perché lo guardavo a Drive In. Ma la brutta impressione svanì subito. Aveva una faccia talmente simpatica, da ragazzino. Giorgio non era proprio il tipo che si vantava, questo però l’ho scoperto dopo”.
Poi l’incontro, davanti alla tv per vedere una partita di calcio a casa di amici e l’inizio di una storia d’amore travolgente. “Mi colpirono i suoi occhi grigio-azzurri, limpidi, ti sembrava davvero di leggerci dentro – ha ricordato Roberta -. Chiacchierammo seduti sul divano del suo disco appena registrato, promise di mandarmi il cd, a fine serata mi accompagnò a casa. Per qualche mese non ci siamo più rivisti, solo qualche telefonata. Poi abbiamo cominciato a frequentarci”.
“Lui era un personaggio famoso, più grande di me di 20 anni – ha spiegato -. Mamma ne aveva uno meno di lui. Preoccupata, mi disse: “Fossi in te ci andrei con i piedi di piombo”. E così fu. Dopo qualche mese Giorgio mi chiese: “Che devo fare ancora per corteggiarti?”. In effetti si capiva che il suo interesse per me era serio, mi aveva pure portato a conoscere sua madre. Gli sfizi se li era già tolti. E ho capitolato”.
La malattia di Giorgio Faletti
Una vita, quella di Faletti, costellata di successi, spezzata troppo presto da un tumore ai polmoni. Una malattia che lo scrittore scoprì per caso durante un esame. “Soffriva di ernia del disco. Durante una risonanza di controllo, trovarono una metastasi: tumore al polmone”, ha spiegato la moglie. Da lì la scelta di trasferirsi a Los Angeles per sottoporsi ad alcune cure sperimentali. “Non era arrabbiato con la vita. E nemmeno triste – ha ricordato Roberta -. Nonostante tutto è stato un bel periodo. Abbiamo vissuto a Venice, Santa Monica, Hollywood, cambiavamo casa ogni mese, lì non ti fanno affitti più lunghi”.
Sino alla sua scomparsa, il 4 luglio 2014 a Torino. “Sono passati 11 anni e non l’ho mai nemmeno sognato – ha concluso la moglie -. Però nei momenti importanti compare sempre una piuma. Come il titolo del libro pubblicato dopo la sua morte. Le conservo tutte in un cassetto. Non credo sia un caso, ma un segno. Giorgio c’è. Anche se non posso vederlo, è vicino a me”.