I prossimi live saranno nel 2026 a Roma e a Bologna. Ospiti della data milanese Elisa, Jovanotti e Cesare Cremonini. IL RACCONTO

Una frase. E’ stata sufficiente una frase per mettere da parte anni complicati: “Sto pensando alla vita ed è bellissimo essere qua” dice con un filo di fiato Luca Carboni appena si accendono le luci sul suo concerto milanese, il primo da tanto, troppo tempo. In mezzo c’è stata una malattia che non la ha avuta vinta. E così, nonostante sia autunno inoltrato al Forum di Assago si respirava aria di Primavera, perché è proprio con questo brano che Luca Carboni ha scelto di iniziare il concerto, di far germogliare una rinascita artistica ma soprattutto umana. Uno show che ha sfiorato le tre ore e che ha avuto tre super ospiti: in ordine di apparizione Jovanotti, Cesare Cremonini ed Elisa. Subito dopo Primavera la scaletta (superlativa) prevede Ci stiamo sbagliando, quella che recita “cento milioni di cuori e di matti…arioooo….arioooo” e l’artista bolognese così la incornicia nella sua storia: “Questa canzone è la partenza di un viaggio incredibile, è bello scoprire quanti milioni di persone hanno fatto un viaggio con me, cento milioni di cuori! Buon concerto”. Ora la festa è davvero iniziata ed è anche colorata poiché Fragole Buone Buone, oltre a essere accolta da un boato, dipinge il Forum del colore della fragola; più storicizzante l’iconografia di Sarà un Uomo che proietta sul videwall una versione 2.0 dell’uomo vitruviano. Luca ogni tanto ha la voce che si rompe per l’emozione e la tensione, a sostenerlo una super band e la sua gente: “Nei miei momenti difficili mi ripetevo che se fossi tornato su un palco sarei ripartito dalla primavera, dalla rinascita. Stasera parlo poco, do voce alla musica e ai disegni. Stasera canto anche canzoni particolari a partire da questa che ha compiuto quarant’anni ed è La Mamma“. Brano immenso che porta con se quel verso straniante “come sarà una mamma mentre fa l’amore”.

carboni

OSPITI ELISA, JOVANOTTI E CREMONINI

Caro Gesù ha una iconografia laica potente e diventa una denuncia ante-litteram con versi quali “le case in affitto che non esistono più”; la melanconia della tromba è qui particolarmente struggente. La Mia Città è un portico accogliente come quelli di Bologna tinteggiati da un rosso cubano che richiama Che Guevara. Viaggio libero nella scaletta in questo racconto di un concerto che ha portato con sé un’anima da diario di vita. Inno Nazionale porta la bandiera tricolore sul videowall mentre Mi ami Davvero è l’incipit di un florilegio di frasi d’amore degne della poesia stilnovista: “scrivi una lettera per me ogni tanto la leggerò perché l’amore fa piangere lo so” oppure “l’amore che cos’è nessuno ce lo può spiegare può fare tutto tranne che male”. Le Ragazze parte super rock ed è più bella la città con una festa dentro al cuore: “Sto cercando -racconta- di finire un piccolo libro che parla di posti dove ho vissuto cose belle ma anche cose brutte. La cosa più bella è una casa col cortile e una finestra che si affacciava sulla fermata dell’autobus numero 13, nella via dove all’epoca stavo con mio fratello. Poi a un certo punto l’autobus non passava più e di notte mi chiedevo cosa faceva che non lo sentivo”. Il viaggio, non dell’autobus ma quello di Luca, rimane negli anni Ottanta, per l’esattezza nel 1987, con due perle epocali: Farfallina e Silvia lo Sai, quest’ultima con una intrigante impronta blues. Accadde qualcosa di speciale nel 1992 e a raccontarlo è uno dei due protagonisti che appare sul palco (in)atteso ed è Lorenzo Jovanotti: “Nel 1992 feci un tour improbabile, all’inizio ci credeva solo Luca…io per la prima volta mi sono esibito in un palazzetto, all’epoca suonavo nei locali. Non solo mi convinse ma mi esaltai, fu un incontro di uomini, di quelli per i quali le amicizie non finiscono mai”. La seconda sorpresa si chiama Cesare Cremonini e a raccontare un pezzetto di storia è Carboni: “Lui c’è sempre ed essendo vicini al Natale ci siamo visti a Bologna e scrivemmo il testo insieme”. Così è Nata San Luca: “Quella di Luca è una storia di una unicità , una storia di coraggio”, dice Cremonini e Luca ha il groppo in gola. E per loro due “forse Bologna è una regola che conosci soltanto tu”. Sulle prime note di Vieni a Vivere con Me appare, leggiadra, Elisa: “E’ un sogno essere qua, tu per me sei una leggenda vivente”, dice a Luca. Il finale non è per chi ha il cuore sensibile: Mare Mare è cantato da Luca Carboni con Elisa, Jovanotti e Cremonini, un momento che resterà nella storia della musica italiana e si chiude con Una Grande Festa e Ci Vuole un Fisico Bestiale.

Approfondimento
Elisa illumina Milano: dance, pop e tanta anima

carboni

LUCA CARBONI: “IL MIO E’ UN RACCONTO PIU’ CHE UN CONCERTO”

Da poco la mezzanotte ha inghiottito il ritorno sul palco di Luca Carboni e lui appare, stanco, affaticato ma con un sorriso da Oscar, per raccontare una rinascita farcita di entusiasmo: “Milano è andata subito esaurita mi è piaciuta questa esperienza perché potrebbe fare nascere una serie di concerti unici: dieci concerti altrettante serate diverse. Non un tour dunque ma momenti a distanza di tempo. Costruire cose diverse sviluppa più energia e ci aggiungo che non avendo un disco nuovo da cantare ero più libero nelle scelte tra cui canzoni non popolari”. Gli ho chiesto qualche delucidazione sulla scaletta, soprattutto sulla scelta di presentarsi con Primavera: “Apro con quella canzone perché è rinascita e cambiamento. Quello che ho vissuto è stato drammatico al primo impatto, è stato un trauma ma ho reagito e ne sono uscito. Ora mi sento diverso e i valori che do alle cose sono differenti”. Nessuna novità discografica nell’immediato seppure qualcosa nel cassetto c’è ma “è figlio del vecchio Luca anche se conserva il germe di qualche canzone che devo iniziare a lavorare”. Uno dei momenti più applauditi è stato il duetto col bolognese Cesare Cremonini: “San Luca è una canzone che mi appartiene, tante interviste le ho fatte proprio nella trattoria vicino al Santuario. Sono grato a Cesare per avermi coinvolto. Ci vedevamo spesso ma senza conoscerci poi è cambiato il nostro rapporto. Ho avuto tanti aiuti da diverse zone del nostro mondo nel mio periodo buio. Anche da Lorenzo che viveva un momento difficile”. Tornando al tema discografico Carboni aggiunge che “se riesco vorrei pensare a un disco particolare, aggiungo che non ho scritto nulla sulla malattia potrebbero esserci riferimenti. In concerto ho voluto fare un racconto senza preoccuparmi che i pezzi vecchi assomigliassero ai nuovi. È libertà. All’inizio sul palco ero terrorizzato, da tempo non avevo intorno tanto affetto e tante persone, a tratti temevo di non gestire la respirazione. È andata bene e mi sento pronto per la sfida. L’emozione è stata arrivare in fondo!”.

Approfondimento
Katy Perry in concerto, a Bologna l’unica data italiana di “The Lifetimes Tour”. VIDEO

TAG: