Il cielo del beach volley italiano si presenta diviso in due sopra Adelaide. Da una parte, il sole brillante di Valentina Gottardi e Reka Orsi Toth, pronte a inseguire un sogno iridato con la forza delle migliori. Dall’altra, nuvole dense sul fronte maschile, dove risultati e fiducia scarseggiano. Ai Mondiali 2025 l’Italia si affida all’entusiasmo delle sue regine, mentre i re della sabbia cercano ancora la strada per tornare a splendere.
Nel tabellone femminile, le speranze azzurre sono affidate alla coppia Valentina Gottardi e Reka Orsi Toth, l’unico binomio capace di tenere il passo delle grandi potenze mondiali. Dopo una stagione lunga e dispendiosa, le due azzurre arrivano in Australia con la consapevolezza di potersi misurare alla pari con le migliori, come dimostrato dai risultati ottenuti nei tornei Elite 16. Il trionfo a Amburgo, la vittoria di Yucatan (per Gottardi assieme a Scampoli) e il secondo posto di Alanya, e le buone prestazioni contro coppie come Duda/Ana Patricia, Cheng/Shaw e Müller/Tillmann hanno confermato la loro crescita tecnica e mentale.
L’intesa tra Gottardi e Orsi Toth è ormai consolidata: difesa e attacco della prima e la potenza a rete della seconda costituiscono una combinazione equilibrata, capace di adattarsi ai ritmi altissimi del circuito. Il lavoro tecnico impostato da Caterina De Marinis e dallo staff federale e la continuità di rendimento nei tornei (tamti quinti posti) hanno permesso alle azzurre di stabilizzarsi nella top ten del ranking mondiale. A differenza del recente passato, l’Italia femminile può presentarsi a un Mondiale con legittime ambizioni di podio.
Le avversarie, però, sono di livello straordinario. In cima al ranking spiccano le brasiliane Thamela/Victoria, Carol/Rebecca e Duda/Ana Patricia, ma anche le statunitensi Nuss/Brasher e Cannon/Kraft, oltre alle tedesche Müller/Tillmann e alle lettoni Graudina/Samoilova, ormai presenze fisse nelle fasi finali dei tornei più prestigiosi. In questo contesto competitivo, un piazzamento tra le prime otto sarebbe già un risultato significativo, ma Gottardi e Orsi Toth hanno dimostrato di poter andare oltre, soprattutto quando la pressione sale.
Molto diversa la situazione del beach volley maschile, dove l’Italia ha vissuto una stagione piuttosto complicata. Le coppie attualmente impegnate nel circuito internazionale — Ranghieri/Alfieri, Cottafava/Dal Corso e Rossi/Viscovich non sono riuscite a mantenere con continuità il livello mostrato nelle ultime stagioni. Il solo podio conquistato nel 2025, il terzo posto di Alfieri e Ranghieri nel Challenge di Nuvali, fotografa con chiarezza la crisi di risultati del settore.
Dopo un avvio di stagione promettente (vittoria sui vice-campioni olimpici Ehlers/Wickler su tutte), Cottafava e Dal Corso hanno perso progressivamente terreno, faticando a entrare nei tabelloni delle qualificazioni degli Elite 16. Gli automatismi di coppia si sono incrinati, e la brillantezza che aveva fatto ben sperare nella prima parte della stagione è venuta meno, complici anche dei problemi fisici. Anche Rossi e Viscovich, la seconda coppia federale, non sono riusciti a compiere il salto di qualità atteso: i risultati altalenanti e le eliminazioni premature hanno ridotto la loro presenza nei tornei di alto livello.
La sensazione è che manchi continuità tecnica e soprattutto fiducia. L’Italia maschile paga il confronto con nazioni che hanno saputo rinnovarsi con efficacia: la Norvegia dei fenomeni Mol/Sorum, la Svezia dei campioni olimpici Ahman/Hellvig per ora anche Nilsson Holting e Andersson, i cechi Perusic/Schweiner e persino le nuove coppie emergenti di Francia e Australia. A questi livelli, il gap di efficienza al servizio e di aggressività a muro diventa difficilmente colmabile.
Con un solo piazzamento di rilievo e nessuna coppia stabilmente tra le prime venti del ranking, il Movimento maschile italiano guarda il Mondiale da casa dopo tanti anni in cui la presenza era stata massiccia con Lupo/Nicolai che pure non hanno avuto mai feeling in carriera con la rassegna iridata che li ha visti al massimo chiudere al quinto posto ad Amburgo. Servirà una riflessione profonda sul lavoro tecnico e sulla programmazione, perché l’attuale distanza dai vertici internazionali rischia di trasformarsi in un solco strutturale ma la certezza è che si stia lavorando duramente in vista del prossimo anno con qualche novità che, si spera, possa rimettere in carreggiata il movimento azzurro maschile.