Secondo l’Istat il 25,4% degli italiani ha interrotto l’attività fisica. Per contrastare il fenomeno del «drop-out sportivo», Vero Volley ha presentato la prima «filiera dello sport» riconosciuta da Regione Lombardia, modello unico in Italia.In Italia, più di una persona su quattro ha smesso di fare sport. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Istat sulla pratica sportiva: il 25,4% della popolazione – oltre 14 milioni di cittadini dai 3 anni in su – ha interrotto l’attività fisica continuativa in un certo momento della vita. Un fenomeno, quello del cosiddetto drop-out sportivo, che colpisce in particolare i più giovani: oltre un milione e mezzo di ragazzi tra i 10 e i 24 anni ha abbandonato una disciplina. Le motivazioni sono molteplici: mancanza di tempo, impegni scolastici o lavorativi, perdita di interesse, pigrizia. Ma, sottolineano gli esperti, anche la scarsità di impianti e spazi adeguati gioca un ruolo decisivo.Il dato preoccupa soprattutto se confrontato con il resto d’Europa: secondo il rapporto Coni 2024, l’Italia resta fanalino di coda rispetto a Germania, Francia e Spagna, sia per numero di praticanti regolari sia per la quota di «super-sportivi» che si allenano quotidianamente. E il problema non è solo sociale o sanitario: dietro ogni giovane che smette di praticare sport, spesso c’è anche un potenziale tifoso o sostenitore che si allontana, con ricadute economiche per l’intero sistema.Per affrontare questa crisi, il consorzio Vero Volley ha ideato un progetto innovativo, destinato a fare scuola: la prima «filiera dello sport» italiana, approvata da Regione Lombardia lo scorso 30 ottobre. L’iniziativa è stata presentata ufficialmente il 6 novembre durante l’evento Vero Volley Next: parliamo di futuro, ospitato al Duomo Space di Milano, alla presenza di istituzioni, esperti e rappresentanti del mondo sportivo.Nel corso dell’incontro, dedicato a temi come sostenibilità economica, impatto sociale e nuovi modelli di sviluppo, sono intervenuti tra gli altri Alessandra Marzari, presidente di Vero Volley; Martina Riva, assessore allo Sport del Comune di Milano; Filippo Giordano della SDA Bocconi; Andrea Boaretto del Politecnico di Milano; Ada Rosa Balzan, esperta di ESG e consulente Onu; e Gianpaolo Martire, direttore marketing di Vero Volley. «L’unione permette sostenibilità, confronto e innovazione», ha spiegato Marzari. «L’obiettivo della filiera è generare valore e sinergie tra le organizzazioni, massimizzando il ritorno sociale e andando oltre la semplice dimensione finanziaria».Il progetto, infatti, punta a creare una rete di società sportive capaci di cooperare e accedere insieme a bandi per progetti di innovazione, internazionalizzazione, sostenibilità e coesione sociale. In altre parole, una struttura che non solo unisce le realtà del territorio, ma diventa uno strumento concreto di crescita. «Partecipare come filiera, e non come singola società, ci permette di rendere più efficienti interventi importanti, come la ristrutturazione di palestre scolastiche o la creazione di nuovi impianti di prossimità», ha spiegato Martire. «In questo modo si genera un valore sociale reale, rendendo la pratica sportiva più accessibile e sostenibile».Una «rete viva», come la definisce ancora Marzari, «in cui collaborazione e fiducia diventano i veri motori dello sviluppo. Entrare nella filiera significa contribuire a generare valore per il territorio: solo unendo idee, risorse e visioni potremo costruire un’economia più innovativa, solida e capace di guardare lontano». Con la nascita della prima filiera dello sport riconosciuta da una Regione, Vero Volley apre dunque un percorso nuovo: un modello che ambisce a contrastare l’abbandono sportivo non solo con i numeri, ma con un cambio di mentalità.

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Ernesto Maria Ruffini (Ansa)