di
Simona Marchetti
Intervistato dal “Mirror” durante il suo tour di conferenze, l’icona punk ha paragonato il presidente Usa alla sua vecchia band, con cui i rapporti sono pessimi da anni
Ancora oggi non riesce a capacitarsi del successo di “God Save the Queen”, che nel 1977 venne bandito dalle radio inglesi per colpa del testo. «Volevamo solo farci una risata, pensavamo “nessuno ci ascolterà, chi se frega? Non c’è una possibilità”. A quei tempi la Famiglia Reale era sacrosanta e non ti era nemmeno permesso di avere un’opinione su di loro», ha spiegato l’ex frontman dei Sex Pistols, John Lydon, altrimenti noto con lo pseudonimo di Johnny Rotten, in un’intervista al “Mirror”, nella quale ha ribadito di non avere alcuna intenzione di riunirsi con la vecchia band, a maggior ragione dopo aver perso la causa presso l’Alta Corte di Londra per impedire agli ex compagni di usare i brani per la serie “Pistol” di Danny Boyle. «Nei loro confronti non provo pietà, rabbia o odio. Non provo nulla», ha detto infatti il cantante dei Public Image Ltd, attualmente impegnato in un tour di conferenze dal vivo, dal titolo “Untamed, Unscripted & Uncensored”.
Irriverente e provocatorio come sempre, Lydon non ha fatto sconti a nessuno. Tantomeno ai politici, a cominciare da Donald Trump, di cui aveva appoggiato la corsa alle presidenziali del 2020 e che in passato aveva addirittura definito «un possibile amico, perché terrorizza i politici e questo è una gioia per me», mentre oggi ha notevolmente corretto il tiro. «L’ho incontrato una volta sola e non mi è piaciuto», ha ammesso il cantante, ricordando l’episodio in cui è avvenuto il suo incontro con l’attuale presidente Usa. «Eravamo ai VH1 Music Awards, dove mi avevano invitato per il mio programma “Rotten Radio” e con me c’era anche la mia adorabile moglie. Trump stava entrando con Jennifer Lopez e Nora le ha calpestato il vestito, strappandole lo strascico. Si sono infuriati con noi, è stato un fiasco magnifico. Trump è i Sex Pistols della politica», è stato il lapidario commento di Lydon.
Dopo aver ricordato Sid Vicious, morto di overdose a soli 21 anni («ho cercato di farlo smettere, ma ho imparato che le persone non ti perdoneranno mai per aver cercato di aiutarli a uscire da una droga che ritengono possa far loro bene») e la sua stessa dipendenza dalla metanfetamina di 20-30 anni fa («ho dovuto uscirne da solo. Ma ce l’ho fatta»), l’icona del punk ha rivelato di aver smesso di bere sei mesi fa. «Dopo la morte di mia moglie Nora (scomparsa ad aprile 2023 dopo una lunga battaglia contro la demenza, ndr) ho iniziato a usare l’alcol per scacciare il dolore. Non ho assolutamente paura della morte. Ovunque lei sia andata, voglio essere lì», ha concluso Lydon.
12 novembre 2025
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