Ci sono concerti che non sono solo concerti. Quello di Luca Carboni, al Forum di Assago, è stato uno di quei momenti rari in cui la musica smette di essere intrattenimento e diventa un gesto di coraggio, un atto di vita, una serata che resterà nella memoria della musica italiana.
Dopo il tumore ai polmoni diagnosticato nel 2022, l’artista bolognese è tornato sul palco davanti a quindicimila persone. Due ore e mezza di emozione, gratitudine e verità, culminate in un applauso che sembrava non finire mai. «Avevo detto che se fossi tornato sul palco dopo tutto questo tempo avrei iniziato cantando Primavera», ha spiegato entrando in scena. «La primavera è la rinascita, la bellezza di rinascere. Dopo quello che mi è successo, si può nascere un’altra volta».

Nino Saetti
Parole semplici e potentissime, che hanno aperto una serata costruita come un racconto di una carriera e di un uomo. Silvia lo sai, Farfallina, Gli autobus di notte, Inno nazionale, Mare Mare, Ci vuole un fisico bestiale: brani che attraversano quarant’anni di musica, eseguiti con la stessa delicatezza e la stessa attualità che lo hanno sempre reso unico. Un ritorno atteso, che Carboni ha scelto di vivere senza troppi calcoli: «Avevo paura di farlo. Mi hanno convinto i miei collaboratori. La malattia mi ha portato in una dimensione nuova, non per forza negativa, ma più distaccata da certe logiche: il marketing, la promozione, gli orpelli. Mi interessava fare qualcosa di vero».
La paura, confessa, non era una formula retorica. «Avevo paura di non farcela fisicamente, di non reggere. Mi ero preso una lunga pausa dal canto. Ho dovuto lavorare tanto sulla respirazione, sul diaframma, perché dopo l’operazione era cambiato tutto. Non sapevo se ce l’avrei fatta. Mi ero quasi abituato a restare defilato, in silenzio. E invece sì: quando ho visto il Forum pieno, esaurito in pochi giorni, ho pensato che forse dovevo fidarmi ancora della musica».
Quella fiducia Carboni l’ha ritrovata anche grazie agli amici che non lo hanno mai lasciato solo: Cesare Cremonini, Jovanotti, Elisa, tutti presenti – sul palco – nella sua notte speciale.
Cremonini gli ha dedicato parole piene di stima: «Una serata straordinaria. La tua è una storia di unicità, in un Paese in cui si cercano sempre paragoni». E Carboni ha ricordato come tutto fosse iniziato proprio da lui, da quella telefonata: «Un giorno Cesare mi ha chiamato e mi ha detto: “Ho una canzone che mi piacerebbe cantare con te”. Era San Luca. L’ho ascoltata in macchina e ho sentito che mi apparteneva. Io sono cresciuto sotto il santuario di San Luca, con la mia famiglia. Quella canzone era casa. E quando poi sono andato ospite del suo concerto a San Siro, la scorsa estate, ho capito che ero tornato a vivere».