E’ notizia di questi giorni il passaggio di Andrea Cobalchini dalla Gottardo Giochi Caneva alla General Store. Di lui ci aveva parlato Ivan Ravaioli, raccontando il viaggio della sua squadra alla Philippe Gilbert Juniors. In quel momento sembrava che il giovane veneto classe 2007 dovesse approdare direttamente alla MBH Ballan. Ma le cose in questa fase dell’anno cambiano come le nuvole quando c’è vento. Nel team di Valoti e Bevilacqua sono arrivati Buratti e Zoccarato, l’UCI ha cambiato i regolamenti per i pro’ U23 e così l’approdo nella continental veronese è parso il passo giusto (in apertura la vittoria nella cronoscalata di Palù di Giovo a fine settembre / photors.it).

Leggere il suo nome ha acceso un ricordo di tanti anni fa, di quando un altro Cobalchini – suo padre Carlo – era uno dei dilettanti più in evidenza. Un podio nella cronosquadre ai mondiali militari, una ventina di vittorie. Incrociò le ruote con giovani talentuosi come Simoni, di cui fu compagno di squadra ed è ancora amico, Pantani e quelli che nei primi anni Novanta si giocavano i traguardi migliori. Poi decise con coraggio di scendere da quel treno che andava troppo forte. Rinunciò a una carriera, ma ne uscì a testa alta, raccontando verità a quel tempo scomode. Smise circa dieci anni prima che nascesse suo figlio e tutti i cimeli – le bici, i caschi, gli album fotografici e i nastri VHS – li lasciò nella casa di famiglia. Fu andando da suo nonno infatti, che Andrea iniziò a incuriosirsi vedendo quel materiale nel garage.

Andrea Cobalchini, Gottardo Giochi Caneva 2025Andrea Cobalchini, classe 2007 – 60 chili per 178 – ha corso con la Gottardo Giochi Caneva

Andrea Cobalchini, Gottardo Giochi Caneva 2025Andrea Cobalchini, classe 2007 – 60 chili per 178 – ha corso con la Gottardo Giochi Caneva

Testa a testa con Rosato

Dopo un ottimo 2025 con tre vittorie e sei podi, il ragazzo ha ricominciato ad allenarsi da poco, ma in modo ancora blando. Quest’anno oltre alla prima stagione da U23 lo aspetta la maturità in un Istituto Tecnico Economico con indirizzo internazionale, per cui studia economia aziendale più tre lingue: spagnolo, tedesco e inglese. Dice sorridendo che in certe materie fa più fatica che in altre e che di base preferisce pedalare. A volte lo fa anche con suo padre, che un paio di uscite a settimana se le concede ancora. Ricorda che la prima volta che riuscì a batterlo fu da giovanissimo, quando lo precedette in volata. Poi si ferma, ci pensa, sorride e conclude che probabilmente Carlo lo lasciò vincere.

«Sono molto contento della stagione che ho fatto – dice – soprattutto della mia crescita. Anno dopo anno sono riuscito a migliorare e a raggiungere un livello molto alto. Sono quasi più contento delle prestazioni che dei risultati. Ho fatto anche tanti secondi posti dopo aver dettato il ritmo in salita. Poi purtroppo, non essendo abbastanza veloce, sono stato battuto. Me la sono giocata spesso con Rosato, un cliente parecchio scomodo. Negli anni scorsi non riuscivo proprio a stargli a ruota, quest’anno sono riuscito anche a batterlo. Sono contento di essere riuscito ad arrivare al suo livello. Ora per fare la differenza devo cercare di crescere ancora un po’ in salita. Siamo amici, è una bella rivalità, ma la vedo dura di poterlo battere in volata, perché ancora sono abbastanza fermo».

Andrea Cobalchini 2025 (foto Bolgan)I progressi dell’ultima stagione hanno visto Cobalchini fare spesso il ritmo in salita, pagando semmai allo sprint (foto Bolgan)

Sandrigo-Monte Corno 2025, Andrea Cobalchini (photors.it)Alla Sandrigo-Monte Corno arriva infatti con 6″ di ritardo da Rosato (photors.it)

A Montecampione, rimonta quasi perfetta dopo il salto di catena: preceduto da Proietti e Rosato

Andrea Cobalchini 2025 (foto Bolgan)I progressi dell’ultima stagione hanno visto Cobalchini fare spesso il ritmo in salita, pagando semmai allo sprint (foto Bolgan)

Sandrigo-Monte Corno 2025, Andrea Cobalchini (photors.it)Alla Sandrigo-Monte Corno arriva infatti con 6″ di ritardo da Rosato (photors.it)

Trofeo Pian Camuno Memorial Angelo Felappi 2025, Mattia Proietti Gagliardoni, Andrea Cobalchini, Giacomo RosatoA Montecampione, rimonta quasi perfetta dopo il salto di catena: preceduto da Proietti e Rosato

Impegno, disciplina e poca pressione

Basta uno sguardo per rendersi conto che il suo fisico ha ancora tanto da sviluppare e di conseguenza i margini potrebbero essere notevoli. Sessanta chili per 178 centimetri, le vittorie e i risultati migliori sono venuti negli arrivi in salita più impegnativi. Sul Monte Grappa, come pure a Sestriere e a Monte Campione. Quel giorno gli è caduta la catena a inizio salita e ha perso parecchio tempo per rimetterla a posto. La rimonta è stata potentissima, ma alla fine gli sono sfuggiti soltanto Rosato e Proietti, che ha vinto.

«Visto come si allenano e come sono seguiti tanti miei coetanei – ragiona – penso di avere ancora margini. Ho iniziato da G1 e sin dagli esordienti ero un po’ indietro come maturazione fisica. I miei hanno voluto che facessi sport perché da ragazzino ero un po’ sovrappeso e avevo bisogno di fare attività. Ancora adesso mi manca una fisicità da uomo fatto, per questo con il mio vecchio preparatore Dario Giovine abbiamo sempre lavorato in prospettiva futura, anche se ormai devi dimostrare tutto il tuo valore da junior, altrimenti fai fatica a trovare una squadra per continuare a correre in bici. Io ho sempre cercato di viverla con passione, con impegno, con costanza e disciplina, dandomi però gli spazi giusti. Perché magari dai il meglio da junior e più avanti ti perdi».

Collegno-Sestriere 2025, 104,5 chilometri, Andrea Cobalchini, Gottardo Giochi CanevaA Sestriere il 24 agosto una delle vittorie più belle di Cobalchini

Collegno-Sestriere 2025, 104,5 chilometri, Andrea Cobalchini, Gottardo Giochi CanevaA Sestriere il 24 agosto una delle vittorie più belle di Cobalchini

La famiglia di Caneva

A Caneva c’è arrivato nel 2025, dopo aver fatto il primo anno nel Team Tiepolo di Udine. E probabilmente l’incontro con Ivan Ravaioli è stato decisivo per il salto di qualità.

«Ivan è stato un riferimento – dice – perché sa tenere tutto a bada. Se c’erano dei problemi, delle insicurezze o anche dei punti su cui magari avevamo idee diverse, anche solo per le gare da fare, cercava sempre di darmi la sua motivazione. Però ascoltava anche quello che gli dicevo e alla fine ha sempre cercato di venirmi incontro. Mi ha dato sempre una grande mano anche su cose banali, come vestirmi per la gara, cosa mangiare. Era sempre pronto ad aiutarmi, è stato veramente un gran direttore sportivo. Abbiamo creato una bella famiglia, tra tutti i compagni non ci sono mai stati momenti di conflitto, è stato un bell’anno».

Andrea Cobalchini, Gottardo Giochi Caneva 2025 (foto Bolgan)Il posizionamento in sella è una delle differenze più evidente fra il ciclismo di Andrea e quello di Carlo Cobalchini (foto Bolgan)

Andrea Cobalchini, Gottardo Giochi Caneva 2025 (foto Bolgan)Il posizionamento in sella è una delle differenze più evidente fra il ciclismo di Andrea e quello di Carlo Cobalchini (foto Bolgan)

I consigli di papà Carlo

Che cosa significa avere un padre corridore, sia pure di un’epoca lontana e soprattutto tanto diversa? Di cosa parlano quando ragionano di ciclismo? E quali consigli ha dato Carlo Cobalchini a questo figlio così promettente?

«Nel nostro scoprire entrambi come si sta evolvendo il ciclismo – racconta – mio padre cerca di aggiornarsi, però racconta spesso come funzionava nei suoi anni. I dilettanti di prima e seconda serie, il servizio militare. E poi mi racconta che al tempo dovevi fare almeno 3-4 anni da dilettante prima di passare professionista, mentre qua se non passi subito, sei già da buttare. Ogni tanto mi fa notare come sia cambiato il ciclismo, sotto tutti i punti di vista. Mi parla spesso delle gare o anche semplicemente delle bici, di come venivano messi in sella: un’altra cosa che adesso è cambiata molto. Ha cercato di farmi vivere il ciclismo come se non fosse l’unica soluzione, anche se mi ha sempre appoggiato perché sa che è la strada che voglio provare a intraprendere. Mi è stato vicino con i fatti più che con le parole, dandomi tutti i mezzi possibili per riuscire a emergere. E’ sempre stato un mio sostenitore».

La General Store gli è piaciuta al primo sguardo. Finora ha avuto a che fare con il team manager Beghini, con il diesse Calosso e con il nuovo preparatore che gli ha dato le basi per ripartire. Ha notato la grande organizzazione e preso nota dei prossimi appuntamenti. Nel weekend sarà in ritiro con la squadra per un team building, in cui avrà modo di conoscere tutto il resto dello staff. A dicembre andranno in ritiro a Benidorm. E’ un altro passo verso il grande gruppo, con la sensazione che in futuro sentiremo parlare di lui.