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Redazione Economia
Il premio andrà solo a metà dei negozi, secondo i sindacati, perché l’azienda lamenta «la distanza dei punti dai centri, il ridotto afflusso di clienti e la concorrenza agguerrita». La replica del gruppo: «Correlato al raggiungimento di specifici obiettivi prefissati»
Sembra essere tornati indietro di dieci anni, quando la conflittualità all’Ikea era una consuetudine e i sindacati del commercio agitavano lo spettro dello sciopero ad oltranza (ne avevamo scritto qui). Ora lo scenario si ripete. I consumi languono, gli italiani tendono a rimandare l’acquisto di beni durevoli, complice il carovita trascinato da tre anni di maxi-inflazione. E dunque s’inasprisce anche il rapporto con i lavoratori. Ikea Italia procedette alla disdetta (unilaterale) del contratto integrativo, mentre ora la trattativa per il suo rinnovo si è arenata. Il nodo della discordia, adesso, stando alle proteste dei sindacati, è l’«inutile presa in giro del premio di partecipazione».
Sciopero il 5 dicembre
E allora sciopero per il prossimo 5 dicembre, in prossimità delle festività natalizie, quando s’immagina il danno possa essere più importante. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs vanno all’attacco della multinazionale svedese, spiegando che «oltre il 50% dei negozi non percepirà alcun premio e la restante parte riceverà importi del tutto irrisori». «Il 6 novembre – raccontano le tre sigle – la dirigenza Ikea ha incontrato le organizzazioni sindacali per illustrare i risultati del premio di partecipazione 2025. La fotografia emersa è sconcertante: migliaia di lavoratrici e lavoratori non vedranno riconosciuto il proprio impegno e la loro professionalità».
La distanza dei punti vendita
Le tre sigle contestano le motivazioni della direzione di Ikea che si è messa di traverso sul premio di partecipazione. Secondo i sindacati i vertici italiani di Ikea «la distanza dei punti vendita dai centri urbani, il ridotto afflusso di clienti o la concorrenza più agguerrita», hanno per forza di cose comportato un ridimensionamento dell’incentivo. Ma si tratta di giustificazioni, secondo i confederali del commercio, «deboli e non credibili. È la stessa Ikea – ricordano – ad aver scelto di aprire piccoli centri urbani, i cosiddetti Paop, proprio per ridurre le distanze e avvicinarsi ai clienti. Ora ci si chiede: perché queste aperture non bastano più? E quanto hanno inciso sui costi complessivi e quindi sul raggiungimento del premio?».
Crisi di modello?
Saremmo di fronte quindi ad una crisi di modello o soltanto al tradizionale gioco delle parti in vista di un accordo che stenta ad arrivare? «I sindacati chiedono di capire anche perché i clienti entrano meno nei negozi: se c’è un problema di prezzi, strategie di marketing o rifornimenti. Tutte domande senza risposta», attaccano. «Alla nostra richiesta di rivedere il sistema premiante per garantire un riconoscimento equo – spiegano Filcams, Fisascat e Uiltucs – Ikea ha risposto che ogni modifica potrà avvenire solo con il rinnovo del Contratto integrativo aziendale. Una posizione che suona come un ricatto inaccettabile, anche perché in passato il sistema è stato modificato anche al di fuori del rinnovo contrattuale».
I premi alle figure apicali
Nel frattempo – aggiungono – «arrivano notizie di premi economici erogati alle figure apicali. Un doppio trattamento che giudichiamo inaccettabile e offensivo verso il personale dei negozi e dei magazzini. Infine di fronte alla nostra proposta di riconoscere almeno un importo simbolico a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, l’azienda ha risposto con un secco ‘no: non abbiamo risorse accantonate».
La replica di Ikea
«L’azienda, pur nel pieno rispetto del diritto di sciopero, desidera fornire alcuni chiarimenti, auspicando una pronta ripresa di un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte», fa sapere Ikea Italia in una nota. «Per quanto concerne il premio di partecipazione, esso costituisce un sistema premiale strettamente correlato al raggiungimento di specifici obiettivi prefissati. Purtroppo, il mancato conseguimento di tali obiettivi non consente, per l’anno in corso, di erogare il premio a tutti i co-worker. Rimane il rammarico per non aver raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto integrativo che avrebbe consentito a tutti i coworker di fruire un premio di gran lunga migliorativo rispetto all’attuale sistema premiante», prosegue l’azienda. Ikea «conferma la propria disponibilità a sottoscrivere il Contratto in qualsiasi momento – anche con una durata ridotta rispetto alla normale vigenza – sulla base della proposta aziendale, la quale si presenta evidentemente migliorativa».
12 novembre 2025 ( modifica il 12 novembre 2025 | 18:50)
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