di
Emily Capozucca

Il ceo Fassi: «Il laboratorio creativo è quasi unico, sezioniamo i prodotti, li apriamo, li lavoriamo, li costruiamo, li prototipiamo». In arrivo 16 aperture in Francia e 5 in Spagna

Visitare il quartier generale di Azzano San Paolo, alle porte di Bergamo, di Legami è un po’ come entrare nella fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Solo che qui a farla da padrone ci sono quaderni, matite, articoli da regalo, tra giochi, portachiavi, i più svariati accessori e, ovviamente, non possono mancare le iconiche penne cancellabili con gli animaletti. Un mondo a colori che è cresciuto via via con gli anni e che punta ora a chiusura bilancio 2025 (a fine marzo 2026) a superare i 300 milioni di ricavi. 

Le radici

Un mondo, inoltre, che a dispetto della tecnologia che avanza, si focalizza sull’analogico. «Ogni oggetto racconta una storia» sottolinea il direttore generale Massimo Dell’Acqua. La società d’altronde, ha inizio nel 2003 grazie all’idea creativa di Alberto Fassi (fondatore e ceo) di ridare nuova vita alle cinghie vintage che tenevano legati insieme i libri. Da qui il nome Legami, con l’accento tonico che cade sulla seconda sillaba (sono in tanti a chiederselo). Un oggetto semplice, quasi banale, che Fassi reinterpretò con sette colori, sette emozioni e sette modi di esprimersi: «In quel primo prodotto c’erano già tutti gli elementi che avrebbero definito l’identità di Legami negli anni successivi: semplicità, utilità, emozione e reinterpretazione creativa» spiega Dell’Acqua.



















































Dopo un’esperienza in una società di revisione, Fassi capì che quella non era la sua strada. Fu un master in creatività e la sfida di mettere in pratica la teoria con un oggetto concreto a dargli la spinta a creare la prima “cinghia per libri”, il prodotto con cui tutto ebbe inizio. «Noi non vendiamo semplicemente “cartoleria”: vendiamo sentimenti – specifica il direttore generale -. Ogni prodotto Legami nasce per suscitare un’emozione, un ricordo, un legame personale. È per questo che molti articoli riportano frasi o messaggi che evocano esperienze e momenti di vita». «Non c’è un modello a cui mi sono ispirato, vogliamo lanciare il nostro modello» afferma Fassi, accogliendo i giornalisti nel suo laboratorio per la prima volta. È qui che vengono creati i prototipi delle nuove collezioni, progetti che nascono da tentativi, idee e sperimenationi. «Il laboratorio creativo è quasi unico — racconta — sezioniamo i prodotti, li apriamo, li lavoriamo, li costruiamo, li prototipiamo» afferma il ceo.

L’internazionalizzazione

La società, che conta 1.400 dipendenti di cui 200 nell’head quarter bergamasco, sin dall’inizio ha anche puntato alla crescita e all’internazionalizzazione. Già dal nome, Legami Milano, dove quel Milano (pur avendo la sede a Bergamo) voleva trasmettere l’idea di poter competere con i mercati esteri. L’espansione internazionale rappresenta un pilastro strategico per il brand, con vendite che nel 2024 hanno superato i 120 milioni di euro: a oggi il 48% del fatturato arriva dall’Italia, il 37% da Germania, Spagna Francia e Uk mentre il restante 15% da altri Paesi. I ricavi totali a fine anno fiscale 2024 si è attestato a 245 milioni con una crescita del 73% con 44 milioni di utili e un Ebitda superiore ai 50 milioni in crescita rispetto ai 7 milioni del 2023.

La crescita

Solo nel 2016, l’azienda fatturava circa 10 milioni di euro e aveva già iniziato a vendere in Francia e Spagna. In quell’anno, per accellerare lo sviluppo entrano Alto Partners e Rancilio Cube
Nel 2018 è stata lanciata la prima penna ricaricabile, un prodotto iconico, che apre la strada al mondo del collezionabile, e nel 2019 il sito e-commerce, per la prima volta gestito direttamente e chiude l’anno con 29 milioni di fatturato, nel 2022 raggiunge i 75 milioni di fatturato. Il 2023 segna una nuova fase: entra il fondo Dea Capital, con una quota del 42%, mentre il fondatore mantiene il 54% e il restante 4% è diviso tra Dell’Acqua e il presidente Giuseppe Soda. «Questa nuova struttura ci ha permesso di chiarire la nostra direzione strategica e di rafforzare la crescita internazionale» ha detto Dell’Acqua. «Oggi operiamo attraverso tre canali integrati: wholesale, e-commerce e retail diretto. L’approccio omnicanale è parte della nostra identità: non facciamo promozioni, non abbassiamo i prezzi, ma garantiamo la stessa accessibilità ovunque».

Gli obiettivi

Durante il Covid, nonostante le difficoltà, «non ci siamo mai fermati – aggiunge-. Anzi, abbiamo raddoppiato le referenze, arricchendo l’offerta e rafforzando il legame con i clienti. Da quel momento il retail ha assunto un ruolo sempre più centrale». Negli ultimi tre anni, l’azienda ha triplicato il proprio fatturato e moltiplicato per oltre dieci volte l’Ebit, passando da 4,6 milioni nel 2022 a 45,4 milioni nel 2024. Attualmente siamo presenti in Italia, Francia (6 negozi, soprattutto a Parigi) e Spagna (4 negozi tra Madrid e Barcellona). Tutte le boutique sono a gestione diretta: non le chiamiamo “negozi” perché vogliamo offrire un’esperienza, non solo un punto vendita.
Parallelamente, collaboriamo con oltre 10.000 rivenditori in 70 paesi e abbiamo oltre 600 corner in catene come Feltrinelli, El Corte Inglés e Barnes & Noble, che ha segnato l’ingresso nel mercato nordamericano. Oltre all’obiettivo dei 300 milioni di ricavi per fine marzo c’è anche quello di raggiungere 180 punti vendita diretti, con oltre metà del giro d’affari generato all’estero. Tra le prossime aperture, ne sono previste 16 in Francia e cinque in Spagna, oltre a ulteriori partnership internazionali. «Sono più di 40 milioni i clienti che hanno già visitato le nostre boutique — spiega Dell’Acqua —. Siamo molto focalizzati sull’Europa centrale, ma guardiamo con interesse agli Stati Uniti, anche se aspettiamo di capire come evolverà la tematica dei dazi». Mentre per quando riguarda una possibile quotazione il manager ammette che sono state fatte delle riflessioni ma che per i momento il focus è «sul business, sull’innovazione e sulla crescita delle persone. Il modello di governance attuale ci consente di lavorare con serenità, senza la pressione dei mercati».

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12 novembre 2025 ( modifica il 12 novembre 2025 | 18:28)