di
Gianna Fregonara
Giornata di tensione alla Camera dopo l’intervento del ministro durante la discussione della legge che introduce il consenso dei genitori per poter affrontare i temi nelle scuole medie e superiori. L’opposizione: fermiamo tutto
È ancora polemica sul disegno di legge che introduce il consenso dei genitori per poter trattare temi di educazione sessuale nelle scuole medie e superiori. A creare il nuovo caso, dopo quello dell’emendamento della Lega votato in commissione e poi ritirato dalla stessa lega in Aula due giorni fa, è stato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha chiesto di intervenire durante la discussione degli emendamenti e ha perso le staffe attaccando l’opposizione e i contenuti del dibattito: «Ritengo che molte affermazioni fatte dall’opposizione non corrispondano a verità. Sono indignato che voi abbiate detto che questa legge impedisce la lotta contro i femminicidi e che scoraggia la lotta alla violenza di genere. Voi lo avete affermato, vergognatevi, tutto questo non c’è in questa legge», ha detto Valditara, rivolgendosi ai banchi delle minoranze.
Apriti cielo: «Quel “vergognatevi” deve essere ritirato, parole così indegne non sono solo una offesa nei confronti dell’opposizione, ma sono una offesa nei confronti del Parlamento», ha detto il deputato del Partito democratico, Andrea Casu. «Sono gravi e irresponsabili le parole e le accuse rivolte dal ministro Valditara ai rappresentanti delle opposizioni. Nel testo originario del suo disegno di legge è scritto che “per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria sono escluse in ogni caso le attività didattiche e progettuali nonché eventuali attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualità”», rincara la responsabile scuola pd Irene Manzi.
«Il ministro Valditara è stato arrogante in Aula rivolgendo parole sgradevoli e false verso le opposizioni. Lei qui è ospite del Parlamento, deve chiedere scusa, adesso. Se il ministro non si scusa, qui fermiamo tutto», ha sottolineato l’esponente di Alleanza verdi e sinistra, Marco Grimaldi.
«Valditara dovrebbe dare segni di sobrietà, lei è il ministro dell’Istruzione e non della distruzione della prerogativa democratica di quest’Aula», ha insistito il parlamentare del Movimento cinque stelle, Andrea Quartini. In sostegno del ministro è intervenuta la deputata della Lega Simonetta Matone: «Inviterei le opposizioni a smentire le parole del ministro Valditara punto per punto».
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A chiudere l’incidente ha provato lo stesso ministro che è intervenuto di nuovo per spiegare: «Voglio subito chiarire che le mie affermazioni non avevano carattere personale, ma politiche. Le mie erano contestazioni di natura politica. Mi dispiace se qualcuno di voi si sia sentito offeso, ma ribadisco che questo disegno di legge non indebolisce in alcun modo la lotta ai femminicidi e alla violenza di genere».
Poi il ministro ha preso a via della Puglia per un appuntamento pregresso, tra le proteste dell’opposizione. Ma l’incidente non si è chiuso e per tutto il pomeriggio è continuata la protesta dell’opposizione che ha chiesto di convocare una capigruppo perché la maggioranza censurasse le parole del ministro e per chiedere il ritorno in commissione del provvedimento. Quel che è certo è che l’approvazione, prevista per mercoledì 12 novembre, è rinviata.
12 novembre 2025 ( modifica il 12 novembre 2025 | 18:08)
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