BRUXELLES. Il numero dei migranti sbarcati in Italia in seguito a operazioni di ricerca e soccorso «è di un’entità tale da creare obblighi sproporzionati rispetto alla situazione generale nell’Unione», per questo Roma ha diritto a beneficiare degli appositi fondi Ue, ma soprattutto del nuovo meccanismo di solidarietà che obbliga tutti gli altri Paesi a dare un contributo. Lo ha stabilito la Commissione dopo aver concluso il suo primo ciclo annuale di gestione della migrazione nel quadro del nuovo Patto.
Le regole entreranno in vigore formalmente a partire da giugno del prossimo anno ed è in quel momento che scatteranno gli obblighi per tutti gli Stati membri. Sulla base delle loro dimensioni, la Commissione definirà l’entità del contributo nell’ambito dei cosiddetti “pool di solidarietà” e gli Stati contributori potranno scegliere se aiutare i Paesi più esposti accogliendo una quota di migranti, oppure se versare un contributo finanziario (20 mila euro per ogni persona assegnata), se fornire un’assistenza di tipo tecnico o materiale (per esempio nella gestione delle frontiere) oppure se compensare la quota di migranti che dovrebbero accogliere con i cosiddetti “dublinanti”, vale a dire con i richiedenti asilo che si sono spostati in Europa attraverso i movimenti secondari e che dovrebbero tornare nel Paese di primo ingresso. Su questo punto, però, ieri è arrivato un avvertimento del commissario agli Affari Interni, Magnus Brunner: «L’Italia ha diritto al meccanismo di solidarietà, ma deve anche rispettare gli obblighi previsti dal Patto in termini di responsabilità, i due aspetti devono andare di pari passo». A luglio, e poi ancora a ottobre del prossimo anno, la Commissione valuterà la situazione: nel caso in cui individuasse «carenze sistemiche» per quanto riguarda gli obblighi in materia di responsabilità, gli altri Stati potrebbero rifiutarsi di mettere in pratica la solidarietà.
Il caso
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08 Novembre 2025
L’entità del contributo che verrà richiesto ai Paesi è stata stabilita dalla Commissione, ma poi dovrà essere approvata dagli stessi (a maggioranza qualificata). La Commissione ha deciso di non rendere noti i numeri, ma il regolamento prevede un minimo di 30mila ricollocamenti l’anno per l’intera Unione. Stando al report, i Paesi beneficiari oltre all’Italia saranno Cipro e la Grecia (a causa dello “sproporzionato” numero di arrivi nell’ultimo anno), ma anche la Spagna (per gli stessi motivi dell’Italia).
In generale, secondo il report della Commissione, nel periodo in esame (dal 1° luglio del 2024 al 30 giugno del 2025) gli arrivi irregolari di migranti sono calati del 35% rispetto all’anno precedente: 223 mila, contro 342mila. Nella rotta del Mediterraneo Centrale, quella che riguarda l’Italia, il calo è stato ancor più significativo: poco più di 70mila arrivi rispetto ai quasi 120mila dell’anno precedente, una diminuzione del 40%. Questo, secondo la Commissione, è «in parte dovuto alla forte cooperazione con le autorità tunisine». Le partenze dalla Libia, invece, «restano alte e con un’ulteriore crescita, siccome le reti di trafficanti hanno sfruttato la crescente instabilità nella regione». Per quanto riguarda le persone sbarcate sulle coste europee in seguito a operazioni di ricerca e salvataggio, la Commissione ne ha registrate 97mila nell’anno in oggetto, di cui circa 40mila in Italia, altrettante in Spagna, il resto principalmente in Grecia (il 10) e Francia (il 7%). Ed è sulla base di questi numeri che Bruxelles ha deciso di far scattare il meccanismo di solidarietà anche per Roma e Madrid. Sempre ieri, la Commissione ha lanciato anche un piano per il «reinsediamento e l’ammissione umanitaria» di 15.230 richiedenti asilo che si trovano in Paesi extra-Ue e che dovranno essere accolti dagli Stati Ue su base volontaria: 9 Stati membri hanno già presentato le loro offerte. La quota è pari al 6,4% degli arrivi irregolari registrati da Frontex nel 2024. Dal 2015, ricorda l’esecutivo europeo, i programmi di reinsediamento sponsorizzati dall’Ue hanno permesso di accogliere 135 mila persone bisognose di protezione internazionale.