di
Fulvio Fiano

Il 24enne, reo confesso, è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla relazione affettiva e di occultamento di cadavere, quest’ultimo reato in concorso con la madre che viene processata separatamente

Da una parte i genitori di Ilaria Sula che indossano una t-shirt bianca col suo volto, dall’altra, nel gabbiotto degli imputati detenuti, l’assassino che a marzo gli ha portato via quella figlia, il 24enne Mark Samson, reo confesso dell’omicidio. Alle loro spalle, nella prima udienza per il femminicidio del quartiere Africano, studentesse e studenti della Sapienza, colleghi di studi della 22enne, amici di università che vittima e omicidio frequentavano.

Le tre coltellate e l’abbandono del cadavere in campagna

Jeans grigio, blusa nera, Samson resta a lungo piegato in avanti da seduto, quasi a rannicchiarsi. È accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla relazione affettiva e di occultamento di cadavere, quest’ultimo reato in concorso con la madre che viene processata separatamente con rito ordinario.



















































Prima ancora della sua confessione, dopo una settimana di bugie e depistaggi, la procura aveva già raccolto prove a sufficienza per poter procedere poi arrivare alla richiesta di processo immediato (saltando quindi la fase preliminare) che ha portato Samson nell’aula della prima sezione della corte d’Assise. Ilaria Sula, famiglia albanese residente da anni a Terni, si era recata nell’appartamento di via Homs dove l’ormai ex fidanzato le aveva chiesto di passare per scambiarsi degli oggetti. Dopo aver dormito lì, la studentessa venne aggredita, tramortita e poi uccisa con tre coltellate al collo. Poi caricata in una valigia coperta con dei sacchi neri e abbandonata in un dirupo nella zona di Capranica Prenestina.

Università Sapienza parte civile

Intanto, l’università Sapienza ha chiesto di costituirsi parte civile. A rappresentare l’ateneo dove sia Ilaria che Samson studiavano è l’avvocato Roberto Borgogno. «Ilaria aveva manifestato grande impegno e interesse negli studi – ha sottolineato il penalista – mentre l’imputato no. Proprio la scoperta che l’imputato fingeva di aver conseguito esami è stato uno dei motivi dell’assurda uccisione».

Tra le altre richieste di costituzione di parte civile ci sono anche le associazioni Penelope Lazio, Associazione italiana vittime vulnerabili e «Insieme a Marianna» per il contrasto alla violenza sulle donne. La Corte scioglierà la riserva alla prossima udienza fissata per il prossimo 9 dicembre.


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12 novembre 2025 ( modifica il 12 novembre 2025 | 17:31)