E’ passato qualche giorno ed è già tempo di tornare a parlare di Tour de France Femmes e lo facciamo con una delle protagoniste più attese. Di certo la più attesa dagli italiani: Elisa Longo Borghini. Il percorso, lo ricordiamo, va da Losanna a Nizza: nove tappe molto interessanti, su tutte quella del Mont Ventoux.
Dopo il classico periodo di stop invernale, la portacolori della UAE-ADQ ci racconta di aver ripreso gli allenamenti. La corsa al 2026 è dunque partita. E in questa corsa speriamo, e lo spera Elisa stessa, che ci sia anche il Tour Femmes per lei.


Elisa, che te ne sembra in generale di questo Tour Femmes?
Sembra un percorso duro, perché non si può dire che sia semplice, ma a differenza di quello dell’anno scorso, sembra più aperto. O meglio, ci sono molte tappe aperte a più ragazze, più da fughe, da attaccanti a caccia di tappe. Tuttavia, non ci sono salite molto lunghe fino al Ventoux. C’è solo una salita vera in avvio, nella seconda tappa: il Col de la Faucille, 11 chilometri al 6,3 per cento. Però è all’inizio di tappa, prima di entrare in Francia.
Avevamo fatto un articolo sul Tour Femmes con Giada Borgato e si diceva: ok il Mont Ventoux, però effettivamente c’è spazio per attaccare. E’ una Grande Boucle in cui forse la squadra conta tantissimo. E’ così anche per te?
Sì, se qualcuno vuole tentare le famose imboscate o comunque un attacco da lontano, ci può stare. In generale, secondo me, può arrivare qualche fuga. Fughe che possono incidere sulla classifica? Credo che l’ago della bilancia sarà il Mont Ventoux. Ma per il resto il percorso è molto nervoso, un su e giù continuo. La squadra ormai conta sempre. E per me non sono frazioni per fughe da atlete di classifica. Puoi anche perdere qualche secondo, ma credo che le tre tappe cruciali siano: la cronometro, la tappa del Ventoux e l’ultima. E’ lì che si deciderà tutto.
E quanto inciderà questo Ventoux? Cosa ne sai?
Non molto, a dire il vero. L’ho sempre visto in televisione. E’ chiaramente una salita mitica che secondo me scolpirà la classifica generale dopo la cronometro e lo farà in modo quasi definitivo. Il Ventoux arriva dopo la crono e una tappa lunga. La fatica inizierà a sentirsi. Sarà una salita lunghissima, un’ora di scalata circa.






Paolo Slongo, il tuo coach, sarà già al lavoro!
Ah, non lo so: quando stacchiamo, stacchiamo! Di certo questa è una di quelle tappe che vai a vedere. Una ricognizione, quasi sicuramente, si farà.
E Nizza? Anche quella è tosta.
E’ l’ultima tappa, Nizza-Nizza. Poi uno dice: ok, sono solo 99 chilometri, ma è un continuo sali e scendi sul Col d’Eze. Tuttavia non la vedo come una tappa utile per le primissime posizioni, ma più per definire la top 10.
Della cronometro di Digione invece cosa ci dici?
E’ abbastanza lunga, con i suoi 21 chilometri e una salitella nel mezzo. Mi ricorda molto la crono del Tour Femmes 2023, che poi era la stessa del Tour maschile del 2019. Per me è una prova per specialiste, che potranno trarne un bel vantaggio.
Vista questa crono e il miglioramento che ha mostrato in salita, potrebbe essere il tracciato giusto per Marlen Reusser?
Sicuramente Reusser ha dimostrato di essere forte nelle corse a tappe quest’anno. A Burgos, alla Vuelta, al Giro: è sempre stata tra le favorite. Certamente è un Tour Femmes che ben si adatta alle sue caratteristiche, ma come dicevo prima lo è proprio perché è aperto a diversi tipi di atlete.


Quindi quali sono le favorite?
Direi i soliti nomi. Demi Vollering, occhio a Anna van der Breggen e alla stessa Pauline Ferrand-Prevot. Magari ci sono meno salite per lei, che è più scalatrice, ma ha dimostrato che quando si mette in testa un obiettivo lo raggiunge quasi sempre.
C’è qualche zona del percorso che conosci meglio?
Direi la parte svizzera. Primo perché non è poi così lontana da casa mia, e secondo perché sono le strade del Romandia. Sono strade belle, ampie, tutto sommato non difficilissime. Anche se poi, andando a vedere bene, la prima tappa è data come “flat”, piatta, ma nel finale c’è uno strappo di 2,5 chilometri. Mi sembra perfetta per Lotte Kopecky.
E questo arrivo potrebbe già far male? Potrebbe esserci qualche sorpresa proprio perché all’inizio?
Potrebbe, ma sarebbe comunque una questione di secondi. Può anche succedere che qualcuna arrivi un po’ troppo fresca, vada fuorigiri nei primi cavalcavia e paghi nel finale. Ma insomma… siamo nel WorldTour e ormai certe cose non succedono più.
Ultima domanda, Elisa: c’è qualche tappa che ti piace di più?
Guardate, non fatemi dire niente sul Tour Femmes riguardo a me. Non mi pongo e non mi ponete obiettivi, classifica generale, tappe, ambizioni varie. Per come mi è andata sin qui questa corsa, la mia corsa stregata, voglio solo finirlo.