amatori oppure agonistiI granfondisti sono considerati amatori oppure agonisti? Due concetti che si somigliano, ma che sono il fulcro delle discussioni degli ultimi giorni.
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Dalla recente querelle sulla Convenzione tra FCI ed ACSI, emerge il dubbio interpretativo su cosa sia l’attività nel ciclismo: siamo considerati amatori oppure agonisti? Il riferimento, ovviamente, è all’art. 2.1 del regolamento degli enti di promozione sportiva. Questo articolo, in sintesi, consente agli EPS di effettuare attività amatoriale e dilettantistica “libera”, mentre quella “agonistica di prestazione” deve rispettare quanto sancito dai Regolamenti tecnici delle Federazioni Sportive Nazionali, quindi viene regolato da convenzione.
Per capire meglio abbiamo chiesto quindi di nuovo il contributo di Andrea Capelli, ex presidente del SAN, che si è reso disponibile a fornirci la sua personale visione sul tema.

Amatori e agonisti: due definizioni fondanti per la risoluzione degli accordi di convenzione tra FCI ed Enti. I ciclisti che partecipano alle Gran Fondo in quale categoria rientrano?

Certamente in ambito ciclistico c’è una distinzione tra attività agonistica ed attività amatoriale. La ritroviamo chiaramente nelle Norme Attuative per il settore strada 2026. Ai punti 1.4.3 e 1.6 viene fatto un netto distinguo tra amatori ed agonisti, limitando la partecipazione degli amatori a solo alcune prove denominate “agonistiche”. Al punto 1.6 si parla anche chiaramente di categorie amatoriali e di categorie agonistiche, come entità differenti. Anche all’art. 11 del Regolamento Tecnico Fuoristrada viene chiaramente distinta una “attività agonistica” ed una “attività amatoriale”.

Ma quali sono allora le categorie agonistiche?

Ce lo indica l’art. 12 del Regolamento Tecnico Strada FCI: le categorie che svolgono attività agonistica sono quelle degli Esordienti, Allievi, Juniores, U23, Elite sc ed Elite. Anche nell’art. 8 del Regolamento Tecnico Fuoristrada FCI, troviamo un distinguo evidente tra categorie agonistiche ed amatoriali, con due specifici elenchi differenziati.

Chi decide quali categorie siano agonistiche e quali no? Esiste una definizione o una legge dello Stato per identificare l’agonismo?

Il compito di definire il perimetro dell’agonismo è demandato alle Federazioni Sportive Nazionali, dal CONI, da un punto di vista sportivo, e, da un punto di vista sanitario, dalle prescrizioni del DM 18/2/82. Non esiste, tuttavia, una definizione univoca di agonismo.

Agonismo e competizione sono la stessa cosa?

Potremmo tranquillamente pensare che siano sinonimi. Per le norme sportive però non è detto che l’attività agonistica coincida esattamente con tutte quelle attività che prevedano una classifica. Il CONI stesso, all’interno di una nota, nel fac simile di convenzione tra FSN ed EPS (delibera n. 68 della Giunta Nazionale del 26 febbraio 2019), invita anche a prestare attenzione sull’utilizzo del termine agonismo, indicando che la parola agonismo può avere significati e valenze diverse.

Ci spieghi meglio…

Nel dibattito tra una FSN (la FISE) e due Enti, conclusosi con la pronuncia del Consiglio di Stato, sez. V, n. 5054 del 5 giugno 2024, la FISE stessa indica che “l’attività “agonistica”, contrapposta a quella “amatoriale”, non è definita dalla presenza di premi o classifiche, ma piuttosto dal suo contenuto tecnico”. E ancora che riconosce “come legittimo lo svolgimento in forma non agonistica delle discipline CIO/FEI anche da parte di enti diversi dalla stessa, anche con tesserati FISE e con l’attribuzione di classifiche e premi”.

Qui abbiamo un esempio del fatto che l’attività agonistica non sia meramente collegata alla presenza di una classifica, ma che per il riconoscimento della stessa sia necessario un diverso contenuto tecnico. E’ anche riconosciuta la possibilità, ad enti diversi, di svolgere un’attività con classifiche e premi, che non sia considerata, di fatto, agonistica.

In sintesi?

L’attività agonistica è un’attività di competizione che prevede un certo tasso tecnico, ogni Federazione ha il compito di definirla. L’attività amatoriale è un’attività distinta da quella agonistica. Può anche prevedere delle classifiche, senza per questo essere considerata strettamente agonistica. D’altronde anche l’attività delle categorie giovanili, tra i 7 ed i 12 anni, non è considerata agonistica, ma prevede l’istituzione di classifiche.

Quindi un Ente di Promozione Sportiva può svolgere un evento ciclistico che abbia una classifica, ma che non sia considerato agonistico?

Rispondo con la già citata nota che il CONI stesso propone, ovvero che “gli EPS possono praticare “attività sportive con finalità ricreative ed eventualmente anche di risultato, con classifiche, che non siano agonistiche”.

Le Norme Attuative Amatoriali FCI in vigore parlano di attività agonistica?

Le Norme Attuative Amatoriali parlano di attività amatoriale competitiva o non competitiva, all’art. 1.1. Preferimmo, nella stesura delle norme degli anni scorsi, non usare volutamente il termine “agonistica” per non far confusione.

Ma per lo svolgimento dell’attività amatoriale competitiva viene richiesto il certificato agonistico. Quindi gli amatori che volgono questo tipo di attività, non sono forse agonisti?

La FCI stessa ci indica la necessità della produzione di un certificato di idoneità agonistica a partire dai 13 anni, ma indica anche che questa assimilazione all’accezione agonistica avvenga semplicemente “Ai fini della certificazione di idoneità alla pratica sportiva ciclistica”. Gli articoli 1.2 e 1.2.2 delle norme attuative amatoriali si esprimevano in tal senso. La richiesta di esibire un certificato medico di tipo agonistico è, a mio modo di vedere, una doverosa tutela sanitaria per il partecipante.

Quindi non è il certificato medico in sé che qualifica un atleta come agonista, o un evento come agonistico, ai fini sportivi?

Il certificato agonistico è richiesto, ad esempio, anche per i partecipanti delle randonnée, che non sono eventi competitivi. Il razionale di questa scelta è di tutelare chi si confronta con percorsi particolarmente lunghi e difficili, richiedendo uno screening medico di valenza superiore. E’ una scelta che venne effettuata di concerto con la Commissione di Tutela della Salute, con il supporto scientifico di chi si occupa, da anni, di cardiologia dello sport.

Tra attività amatoriale e agonistica, come inquadra l’attività ciclistica di un Ente di Promozione Sportiva?

Ritengo che la prima ricada nelle possibilità intrinseche dell’Ente, seppur siano presenti delle classifiche, mentre la seconda sia possibile solo mediante la stipula di una convenzione con la Federazione Sportiva Nazionale di riferimento per la disciplina. In questo senso ritengo che la FCI abbia, per il tramite dei propri stessi regolamenti, definito già in modo netto che attività agonistica ed amatoriale siano due cose distinte.