di
Giovanni Caprara

Scossa di magnitudo 8.8: è tra le più forti di sempre. Feriti in Russia, allarme nel Pacifico

«Un terremoto che segna la storia perché è tra i dieci più potenti mai registrati sulla Terra. Ma la sua origine lontana 120 chilometri, al largo dalla costa della penisola di Kamchatka nel nord-est della Russia, è stata una salvezza». 

Fabio Florindo, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Ingv, decifra un fenomeno che impressiona per i suoi numeri avendo raggiunto una magnitudo di 8.8 della scala Richter, come hanno registrato gli strumenti dell’Istituto a Roma. La città di Petropavlovsk-Kamchatsky di 180 mila abitanti affacciata sul Pacifico non ne ha risentito, anche se le immagini trasmesse hanno mostrato grandi navi nel porto muoversi pericolosamente spinte dalle ondate.



















































Il fenomeno tsunami

Il sussulto dalle profondità marine ha scatenato uno tsunami e il Pacific Tsunami Warning Center alle Hawaii dieci minuti dopo l’evento ha lanciato un’allerta a tutti i Paesi affacciati sull’Oceano Pacifico. Le previsioni diventate inquietanti, con possibilità di onde alte anche quattro metri a seconda dei luoghi, hanno provocato diverse conseguenze, a cominciare dalle Hawaii, dove il governatore ha dichiarato lo stato d’emergenza ordinando la chiusura dei porti principali e dell’aeroporto internazionale di Hilo mentre a Honolulu le partenze dei turisti sono state scaglionate. Preoccupazioni sono emerse nelle Isole Marchesi in Polinesia francese e alle Galapagos. In Colombia le spiagge sono state evacuate e così nella zona della centrale di Fukushima in Giappone sulle cui coste si sono registrate onde alte al massimo 1,3 metri mentre in California si sono raggiunti i 50 centimetri. Tra le altre conseguenze: alcuni feriti in Russia e caos nei trasporti ferroviari in Giappone.

La grande paura

Così al Pacific Center delle Hawaii, dove sono stati constati livelli delle acque appena 30 centimetri oltre la norma dopo il metro iniziale, sono cessate le preoccupazioni, l’allarme è declassato in avviso e i voli sono stati ripresi normalmente. Tranquillo si è dichiarato anche il portavoce del Cremlino, confermando che nella penisola non si sono registrate vittime. Una grande paura per fortuna senza drammi umani, come invece si temeva dal momento che l’area fa parte della famosa cintura di fuoco che segna il pianeta con una catena di vulcani. «Lungo la fascia colpita avviene lo scontro tra la placca del Pacifico e quella Nordamericana e la prima scende sotto la seconda alla velocità di otto centimetri all’anno — spiega Florindo —. È così che immergendosi provoca l’innalzamento di strutture vulcaniche frequentemente attive». Ed è per questo che qui ci si aspettano sempre forti terremoti.

Le altre scosse

Non a caso proprio nell’area ora interessata sono avvenuti due dei dieci più violenti mai verificatisi sul pianeta: l’ultimo risale al 1952 raggiungendo una magnitudo 9, molto vicina a quella odierna. Già nei giorni scorsi si era scatenata una sequenza sismica con elevata intensità tra 6 e 7 gradi della scala. Come non bastasse, dopo la scossa principale la terra ieri ha continuato a tremare violentemente con cinquanta repliche tra i 5 e 7 gradi. «Quando l’intensità è tanto elevata — precisa Florindo — il suolo può scorrere anche di dieci metri lungo la faglia con una rottura capace di propagarsi in tempi lunghi di diversi minuti per liberarsi dell’energia accumulata nel tempo. La faglia scatenatasi ieri era lunga 400 chilometri».

Le previsioni

L’incubo dello tsunami, che per molti sismi di questo tipo rappresentano il pericolo maggiore, è svanito in fretta. «È difficile prevedere gli effetti — aggiunge il presidente dell’Ingv — perché dipendono strettamente dalla morfologia dei fondali». Rimane il brutto ricordo, però senza lacrime e disastri.

30 luglio 2025 ( modifica il 31 luglio 2025 | 07:23)