Secondo Aristotele, la verità totale non si raggiunge mai né si è mai completamente lontani da essa. Un concetto non così complesso, se approfondito. Sono due i modi per raccontare una verità scomoda. Il primo è farsi accompagnare dal vino, la condizione favorita dagli antichi. Il secondo, più facile, è esporla col sorriso. Scherzando, in fondo, si dice sempre la verità. È la strada scelta anche da Stanislav Lobotka qualche settimana fa – e non qualche ora fa – per fotografare il momento di questo Napoli. Le sue parole sono diventate oggetto di un tamtam mediatico che ha investito in pieno una città silente, per metà stordita dalla sconfitta contro il Bologna di domenica, per metà in riflessione dopo le parole di Aurelio De Laurentiis poche ore dopo.

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«Spero che Conte non ascolti questo podcast, se no mi mette a correre per due settimane di fila», partendo da queste parole del centrocampista slovacco – e guardando anche le immagini dell’intervista, il primo passo per capirne il senso – è facile immaginare il tenore delle sue dichiarazioni su quello che è il lavoro portato avanti con l’allenatore azzurro. Ma è ovvio che non vadano troppo in là dalla realtà vissuta a Castel Volturno in questi mesi. «Con Conte il mio prossimo giorno libero sarà a maggio, quando finiremo la stagione. Se fosse per lui, andremmo in vacanza tutti insieme». E ancora: «A Napoli sto bene, ma il tempo passa e l’estate 2026 potrebbe essere il momento giusto per andare via». E poi sul rapporto con De Bruyne: «Non so se al suo posto avrei avuto la forza di venire a Napoli con Conte, con questi carichi di lavoro. Una volta mi ha risposto con una battuta: “se potessi tornare indietro, andrei in Arabia o in America, in dieci anni non ho mai corso così”. Gli ho risposto solo che era benvenuto all’inferno». Insomma, le parole non nascondono nulla, anche se tra una risata e l’altra. Da settimane, ormai, raccontiamo quello che il gruppo azzurro pensa degli impegni fisici che la squadra sta portando avanti sin dall’avvio di questa stagione.

Napoli, l’agente di Lobotka replica: «Per lui Conte è come un padre, non cambierà mai»

Dell’allarme infortuni che ha fatto scattare sull’attenti anche i calciatori. Di una annata che non ti consente pause. Conte conosce bene il pensiero dei suoi calciatori, ma le voci venute fuori nelle ultime settimane proprio non sono piaciute. E anche questa di Lobotka non fa impazzire. Accompagnata, per di più, dal suo agente Jasurek. «Ho detto che con Conte è dura allenarsi perché è molto esigente» la replica (a Crc, radio partner azzurra) alle sue stesse parole in un podcast slovacco che avevano fatto notizia in giornata. «Lobotka ha già 30 anni e fisicamente resistere a questo allenatore sarà quasi impossibile. Se potrà, andrà via in estate, il Napoli potrebbe ottenere una buona somma. Dopo aver vinto un terzo titolo sarebbe ancora meglio». La cessione in estate non è stata smentita, ma le vie del mercato sono infinite come sempre. Ma cosa raccontano le parole dell’azzurro? Portano a galla uno spogliatoio stanco da mesi, non una bomba esplosa dall’oggi al domani. Situazione, questa, che Conte e il suo staff avevano provato già a risolvere. Gli allenamenti al centro di tutto, per molti “impegnativi”. Non avere un programma di lavoro settimanale ma giornaliero è il segreto del metodo Conte, ma a qualcuno non va troppo a genio. Troppo complicato persino organizzare gli affari di famiglia. In Premier League, per esempio, i calciatori di alcune squadre possono conoscere già gli allenamenti del mese successivo. Ma qui non è la Premier. E anche se la realtà Napoli dovrà crescere, bisogna credere nel lavoro giornaliero per non vanificare tutto. Il gruppo ha già provato a farlo capire in passato, ora però la soluzione andrà trovata davvero per evitare che a pagarne le conseguenze sia il Napoli. E i tifosi soprattutto.

L’allenatore azzurro rientrerà oggi alla ripresa degli allenamenti. Tra gli assenti pure Stanislav, che anche da infortunato un mese fa preferì fare visita alla nazionale e non restare a Castel Volturno. Conte ha approfittato di questa breve lontananza dal mondo azzurro nei due giorni off per schiarirsi le idee. Il multi-tweet di De Laurentiis arrivato lunedì non è mai stato richiesto ma è stata una mossa decisa del club che ha messo il progetto Napoli (e Conte) al centro di tutto. Più importante, più forte di tutti i singoli che del Napoli fanno parte. La dirigenza e lo staff saranno parte fondante del ritorno al lavoro: le presenze di Oriali e Manna faranno la differenza. Sono loro gli uomini a dover avvicinare la soluzione del problema. De Laurentiis, da Roma, in queste ultime ore ha messo sul tavolo tutto: problemi e soluzioni, verità e bugie.

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Ha voluto sentire le ragioni del suo Napoli. E soprattutto ha puntato forte il dito sull’orgoglio che servirà a vestire la maglia del Napoli da ora in poi. Atalanta e Qarabag saranno due banchi di prova importanti. Ma il test più importante potrebbe essere proprio quello di Roma, il 30 novembre. Una trasferta contro l’attuale capolista che dirà tanto su quanto Conte sarà riuscito a cambiare l’attitudine del gruppo, il trend delle prestazioni. Tutti si aspettano risposte: l’allenatore, ma anche i calciatori. Il faccia a faccia (quello vero) arriverà all’inizio della prossima settimana con i primi rientri dalle nazionali. Antonio l’ha spiegato a tutti anche dopo Bologna: non vuole accompagnare alcuna processione funebre. Non ci sta a non rialzare questo Napoli. Dalle parole ai fatti, però: bisogna cambiare la rotta e tornare a correre. Con buona pace di quello che il gruppo pensa.