di
Mauro Pigozzo

L’annuncio negli Usa: «Vetro difettoso e pressione interna anomala» nello spumante della catena Costco. E l’allarme preoccupa anche la Marca in un momento già complicato con i dazi

Un richiamo che sa di bollicine amare. La Commissione statunitense per la sicurezza dei prodotti di consumo (Cpsc) ha annunciato il ritiro dal mercato di circa 941.400 bottiglie di Prosecco Kirkland Signature Valdobbiadene, lo spumante a marchio privato di Costco, la catena di ipermercati all’ingrosso più grande d’America. Il motivo: le bottiglie potrebbero esplodere anche senza essere toccate, pare per un difetto di pressione interna o di un’anomalia nel vetro.

Secondo quanto comunicato dal colosso statunitense, il richiamo riguarda bottiglie non ancora aperte del suo Prosecco Superiore Docg, che «possono rompersi improvvisamente, anche se non maneggiate o utilizzate». Una notizia che ha fatto rapidamente il giro dei media americani, scatenando preoccupazione anche in Italia: ci sono già dieci segnalazioni di bottiglie esplose o infrante, con un caso di ferita da taglio tra i consumatori. Costco invita a non restituire le bottiglie nei punti vendita: il rischio di rottura durante il trasporto è infatti alto. La raccomandazione ufficiale è di smaltirle immediatamente, avvolgendole in carta assorbente, riponendole poi in un sacchetto di plastica e gettandole nei rifiuti. «In questo modo — spiega l’azienda — si riduce la possibilità di ferirsi con eventuali frammenti di vetro in caso di esplosione».



















































La vicenda accade peraltro in un momento particolarmente complicato nei rapporti tra lo spumante trevigiano e gli Stati Uniti per via dei dazi imposti dall’amministrazione Trump. Ricordiamo che la Doc esporta negli Usa circa 130 milioni di bottiglie, pari al 23% dell’export, per un valore di circa mezzo miliardo di euro; le colline storiche di Conegliano e Valdobbiadene «solo» 3,5 milioni di bottiglie che vanno ad occupare principalmente gli spazi della ristorazione e delle enoteche. La sintesi del momento economico nelle parole di Sandro Bottega, noto imprenditore: «Dall’entrata in vigore definitiva negli Usa dei dazi sui vini italiani, l’andamento delle importazioni verso il mercato domestico sembra avere un calo, come segnalato anche dai dati delle dogane (-26%)», spiega. «Da parte nostra, oltre a confermare un calo delle esportazioni verso il mercato domestico, rileviamo un aumento delle vendite del canale duty free che ovviamente usufruisce del beneficio della non applicazione dei dazi».

La vicenda del milione di bottiglie a rischio esplosione si è diffusa nelle ultime ore anche in Italia, e ha destato scalpore tra i produttori, che ora temono l’effetto della cattiva pubblicità. Anche perché negli Usa i cloni del Prosecco non mancano. Uno degli ultimi casi che tante polemiche aveva causato ha visto protagonista l’azienda californiana Rack&Riddle, uno dei principali produttori di spumanti negli Stati Uniti, che col suo «Calsecco» aveva imitato le bollicine trevigiane per sfruttarne le possibilità di vendita. E quindi il rischio del danno all’immagine di tutto il comparto è notevole, se si somma poi una legislazione molto permissiva negli Usa, tanto che negli scaffali qualche settimana fa è apparso persino un Prosecco al Thc, il principio attivo della cannabis.

Va infine precisato che quella finita sui supermercati è una «private label», una linea prodotta solo per quel mercato che non riporta il nome di storici produttori veneti; sono prodotti a basso prezzo sui quali si lavora più per la marginalità che non per la qualità. L’imbottigliatore del vino è infatti F&F Fine Wines International, che commercializza il marchio negli Stati Uniti come Ethica Wines. Le loro bottiglie sono di vetro verde, etichetta e capsula di colore viola, vendute solo nei punti vendita Costco dei dodici Stati americani Iowa, Illinois, Indiana, Kentucky, Michigan, Minnesota, Missouri, North Dakota, Nebraska, Ohio, South Dakota e Wisconsin.


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13 novembre 2025 ( modifica il 13 novembre 2025 | 07:09)