di
Salvatore Mannino

Tragedia a Soci, in Casentino, mentre i piccoli correvano in giardino, uno di loro è rimasto impigliato con il laccio della felpa ad un ramo ed è morto strozzato. Aperta un’inchiesta, sigilli all’asilo

Bibbiena (Arezzo) – «Non si può morire così, ad appena due anni, nel giardino di un nido». Si dispera la prozia (sorella di uno dei nonni) di Leonardo Ricci, il bimbo soffocato dalla felpa impigliata in un ramo d’albero nell’asilo «Ambarabà Ciccì Cocò» di Soci, la più grande delle frazioni di Bibbiena, Casentino. È lei ad esprimere il grido di dolore della famiglia, coi genitori, Alessandro e Caterina, che piangono senza avere la forza di parlare, come i nonni. Intorno a loro le facce ammutolite dei parenti degli altri bambini. C’è anche il sindaco Filippo Vagnoli, che in serata proclama il lutto cittadino.

Mentre sul paese cala il silenzio della sera, c’è ancora incredulità per un incidente fuori da ogni ragione. Era una bella mattina ieri a Soci e le maestre (undici educatrici e cinque assistenti per sessanta bambini) avevano pensato di portare i bimbi a godersi l’ultimo sole di stagione nel giardino del nido, qualche centinaio di metri quadrati circondati dagli alberi. Un momento di svago sfruttato per correre come solo i piccoli di quella età sanno fare, interrotto dall’urlo di terrore di chi si è accorto per primo: un bambino non respirava più, con il laccio della felpa, impigliato in un ramo, che lo stava soffocando.



















































Soccorrerlo è stato questione di attimi, ma quanto ci sia voluto perché il personale si rendesse conto dell’accaduto potrà stabilirlo solo l’inchiesta per omicidio colposo avviata dal Pm Julia Maggiore della procura di Arezzo, che ha disposto anche il sequestro della struttura, con particolare riferimento al giardino teatro della tragedia. Probabile, anche se non ancora decisa, l’autopsia.

Si tratta adesso di accertare eventuali responsabilità: è stata colpa solo dell’imponderabile oppure è mancata la sorveglianza, ci sono stati ritardi fra quando il piccolo ha avuto l’incidente e il momento in cui il personale è intervenuto? È il nodo fondamentale dell’inchiesta. La maestra che per prima ha soccorso il piccolo si è sentita male, colta da una crisi d’ansia. Hanno dovuto trasportarla al pronto soccorso di Bibbiena e somministrarle l’ossigeno.

I medici e il personale dell’ambulanza hanno cercato per oltre un’ora di rianimare il piccolo finché non si sono dovuti arrendere all’evidenza. L’elicottero Pegaso non ha fatto neppure in tempo ad atterrare: troppo tardi per tutto. Intanto, erano arrivati anche i carabinieri della compagnia di Bibbiena, comandati dal capitano Domenico Gaudio, che hanno fatto uscire tutti, maestre e personale compresi. 

Da dentro le notizie filtrano col contagocce, le maestre, alcune delle quali hanno reso spontanee dichiarazioni ai carabinieri, sfilano via in silenzio. Lo stesso silenzio cupo che grava sulla località di Guazzi, poco lontano da Soci, in cui viveva il piccolo, insieme ai genitori, avvertiti mentre erano al lavoro, e a un fratellino più grande, che frequenta la prima elementare, in una bella casa accanto a quella dei nonni.

I vicini sono attoniti, parlano a malapena. In serata parla invece il sindaco Vagnoli con un intervento su Facebook: «Sconvolti da una tragedia che lascia senza parole. Solo rispetto, silenzio e profondo cordoglio». Un’altra dichiarazione giunge da Koinè, la cooperativa sociale, la più grossa dell’Aretino, che gestisce il nido, di proprietà del Comune: «Non abbiamo frasi che possano lenire il dolore lancinante dei genitori».

L’asilo è aperto da 25 anni ma nella più ottimistica delle ipotesi e sempre che il sequestro giudiziario non si prolunghi, rimarrà chiuso almeno fino alla prossima settimana. Le famiglie sono già state informate. Poca cosa rispetto al lutto di un’intera comunità e all’emozione di bimbi che hanno visto la morte in diretta, forse senza neppure rendersene conto. È la più grande tragedia che l’intero Casentino abbia vissuto negli ultimi anni. Le bandiere sono già a mezz’asta in tutto il comune di Bibbiena, davanti all’asilo si accumulano peluche, fiori e messaggi di cordoglio lasciati da chi ancora non riesce a credere a una tragedia così grande.

«Oltre al dolore c’è il dovere di fare chiarezza su quanto accaduto — le parole della presidente di Italia viva Maria Elena Boschi, aretina — la sicurezza dei più piccoli deve essere una priorità e ogni scuola, ogni luogo educativo, deve essere un posto sicuro». 


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13 novembre 2025 ( modifica il 13 novembre 2025 | 07:28)