La Pubblica amministrazione invecchia. E questo non è un mistero. In parte segue lo stesso trend del Paese, meno giovani e più over 50 al lavoro per l’innalzamento dell’età della pensione. Ma per il pubblico impiego c’è anche una questione specifica. Per risanare i conti pubblici, nel decennio passato, il turn over è rimasto praticamente bloccato, facendo impennare l’età media dei dipendenti statali fino alla soglia dei 52 anni. Nei prossimi dieci anni, secondo i dati dell’Osservatorio dell’Inps (fermi al 2024), andrà in pensione un terzo dei dipendenti pubblici. Secondo i numeri dell’Inps, tra i lavoratori pubblici la classe di età «modale», quella cioè più frequente, è quella tra i 55 ei 59 anni con quasi 662mila dipendenti in questa fascia. È un problema, certo. Ma anche una opportunità di ringiovanimento della pubblica amministrazione. Un processo che in realtà è già iniziato.

Qualche giorno fa, parlando con Il Messaggero , il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha spiegato che nel biennio 2023-2024 sono stati assunti 439 mila nuovi lavoratori, con un’età media di 39 anni. E questo ha già abbassato l’età media totale dei 3 milioni e passa di dipendenti pubblici, a 47 anni. Un trend, ha ricordato sempre il ministro, che proseguirà anche nel 2025, anno per il quale sono stati banditi 15 mila concorsi per altre 175 mila assunzioni. Significa che già alla fine di questo triennio avremo oltre 600 mila nuovi ingressi nelle amministrazioni pubbliche.

IL PERCORSO

Dunque quasi un terzo dei dipendenti è stato o sarà rinnovato. Significa anche che, probabilmente, il percorso di ringiovanimento delle amministrazioni sarà anche più rapido di quanto indicato dall’Inps. Un processo di assunzioni pubbliche così rapido, pone semmai una serie di altre domande. La prima riguarda l’attrattività del pubblico impiego. I profili di cui hanno bisogno oggi le amministrazioni, sono contesi anche dalle imprese private. Per rendere appetibili i posti pubblici, il governo ha messo e sta mettendo in campo una serie di strumenti. Il primo riguarda le retribuzioni.

Quella media, ha ricordato l’Inps è di 35.350, con una variazione dello 0,6 per cento sull’anno precedente. Ma quello dell’Inps è inevitabilmente un dato riflesso in uno specchio retrovisore. Nel 2025 c’è stata la nuova tornata contrattuale che si è chiusa in questi giorni con il rinnovo del contratto della Scuola, e che ha comportato un aumento medi del 6 per cento. E adesso sta per aprirsi un nuovo ciclo di crescita per il triennio 2025-2027, per il quale il governo ha già stanziato quasi 10 miliardi di euro. Più volte Zangrillo ha ricordato che la continuità del rinnovo dei contratti è uno dei tasselli fondamentali per garantire l’attrattività del lavoro pubblico. L’altro tassello sono le carriere e il merito. I giovani che scelgono il pubblico impiego devono avere, come accade nel privato, prospettive di crescita professionale che non siano legate solo all’avanzamento dell’anzianità di servizio. Per questo in Senato è in discussione un disegno di legge sul merito che promette di far progredire i funzionari più bravi fino alla dirigenza senza necessariamente dover passare per le forche Caudine di un concorso pubblico. La terza gamba del processo di recupero di attrattività, è l’offerta di una formazione continua di almeno 40 ore l’anno.

IL PASSAGGIO

C’è un punto che però generalmente sfugge al dibattito pubblico. Non tutte le amministrazioni pubbliche hanno lo stesso “grado” di attrattività. L’Agenzia delle entrate o l’Inps, fanno generalmente il pieno di domande ai concorsi. A soffrire di più è quella che si potrebbe definire la “linea di fronte” dello Stato: infermieri, poliziotti, guardie carcerarie. Lavori in un certo senso scomodi, faticosi, in cui conta in misura importante un fattore “vocazionale” che sembra in crisi. Per gli infermieri si sta sopperendo “importandoli” da Cuba o dall’India. Ma in un futuro non troppo lontano lo stesso problema potrebbe porsi per le Forze di Polizia. Difficile pensare che la questione si possa risolvere soltanto alzando l’età di pensionamento per chi lavora in questo delicato settore.


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